Supercopa Endesa, il Barça raggiunge il Real in finale sotto il segno di Lapro

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Il Barça fa il suo dovere e nel derby con Badalona vince 91 a 74 e stacca il biglietto per la finalissima dove sarà ancora clasico: ancora Barcellona-Real Madrid.

L’ennesimo capitolo di una storia infinita. Gli uomini di Chus Mateo hanno dominato la prima gara; i blaugrana hanno vinto una sfida a due facce: sofferta la prima metà, molto meglio la seconda. Il risultato finale, forse, è anche troppo severo per la Penya che ha patito un secondo tempo troppo remissivo e insufficiente.

Come abbiamo scritto innumerevoli volte negli ultimi due anni, non è stato un Barcellona brillante. Ma questa volta è anche giusto che sia così: siamo agli albori della nuova stagione. Quello che si è visto, però, è lo straordinario talento a disposizione di coach Jasikevicius. Qualcosa di sconfinato.

Il Barça balbetta nel primo tempo, Lapro la sistema e poi pilota automatico

I blaugrana non partono bene: tante triple tentate (e finché sono entrate è andata bene, poi meno), pochissimo gioco interno, difesa poco registrata e la mancanza del cosiddetto sacro fuoco. Infatti, dopo una scarica di triple dei vice-campioni di Spagna, la Penya inizia a macinare gioco e punti.

Kyle Guy si dimostra fin da subito tiratore letale (poi Jasikevicius gli metterà la museruola per il resto della partita), Tomic spadroneggia nel pitturato, Ellenson fa vedere più di qualche sprazzo di talento e le penetrazioni di Feliz sono sempre brucianti.

Il Barcellona, facendo non poca fatica, rimane attaccato alla partita e va al riposo sul -7. Nella ripresa, poi, è Laprovittola show! L’ex Real Madrid, come aveva già fatto diverse volte nella passata stagione, si prende la squadra sulle spalle a suon di triple e suona la carica ai suoi.

La reazione, quindi, oltre ad essere evidente nel punteggio è tale per quello che provoca al resto dei compagni. La squadra da quel momento inizia a giocare realmente mettendo in mostra quel poco che basta del talento di cui dispone. Nel mentre Badalona inizia a contrarsi, finire le energie e sbagliare molte più scelte.

Basta poco allora perché il Barcellona prenda il largo nella partita e non si volti più indietro andando a prendersi anche una vittoria comoda. In una partita che fino all’intervallo sembrava tutto fuorché agevole e che poteva complicarsi non poco. La reazione e i segnali positivi, tuttavia, ci sono stati.

Barça

Gli esperimenti di Saras

Il roster del Barcellona è profondissimo e stracolmo di talento (stasera non erano a disposizione giocatori come Mirotic, Kuric e Da Silva, eppure la squadra era comunque di un livello elevatissimo). Le soluzioni a disposizione di coach Jasikevicius sono praticamente infinite.

In questo senso, il coach lituano ha sperimentato molto in questa partita andando a provare soluzioni diverse. La più estrema delle quali è quella che ha visto in campo due playmaker e tre lunghi insieme in campo: Satoranky, Laprovittola, Martinez, Tobey e Sanli è stato un quintetto molto gettonato.

I quintetti con due centri di ruolo in campo sono stati praticati più volte, ma con scarso successo. In quei frangenti la squadra è sempre mancata di fluidità e pericolosità interna vista anche la mancanza di giocatori di post di primo livello come era per esempio un Brandon Davies.

Il Barcellona di Jasikevicius è sempre stata una squadra che ha fatto del gioco interno la sua forza. Per la presenza di grandi giocatori di post come Mirotic e Davies, appunto. E’ vero che questi due, per motivi diversi, mancavano questa sera, ma la differenza tra il gioco proposto questa sera e quello delle passate due stagioni è stato lampante.

Satoransky & co. hanno tirato dall’arco 37 volte all’interno della partita; solo 25 volte da dentro l’arco. Una differenza notevole che stupisce non poco. E ci si chiede: un caso sporadico o il nuovo Barcellona sarà molto più dipendente dal tiro da tre punti? La finale di domani sarà già una risposta importante in questo senso.

I quintettoni, in ogni caso, qualche risultato lo hanno dato. Su tutti il fatto di contenere le giocate di Tomic e, soprattutto, il controllo totale dei rimbalzi. Il 44-27 finale è totale dominio blaugrana sotto i ferri: spiccano gli 8 raccolti da Sanli e i 7 di Martinez (sempre molto utile e protagonista di ottime giocate).

Oltre a queste riflessioni, nelle gerarchie di Jasikevicius pare che oltre a Laprovittola gli uomini a cui il coach lituano non possa fare a meno sono Sanli e Kalinic. Non è un caso che questi abbiano i plus/minus più alti della squadra: sono giocatori di grande intelligenza e di grande tecnica la cui differenza in campo si nota.

Non avevamo dubbi sul fatto che Kalinic sarebbe stato un giocatore perfetto per Jasikevicius. Ne abbiamo avuto la conferma: lo è a tutti gli effetti. Gran parte dell’esito della stagione blaugrana passerà dalla sua salute.

La leadership di Laprovittola: ma non ci sarà sempre lui a scuotere la squadra

La partita l’ha girata lui con le sue giocate: Nicolas Laprovittola. Già l’anno scorso era stato con Mirotic il migliore della stagione in casa Barça. La sua esperienza col mondo catalano e col coach lituano è sembrata essere florida fin dal primo minuto. Quest’anno siamo partiti sulla stessa falsariga se non meglio.

26 punti con 7/10 dall’arco e 29 di valutazione. Quando il Barça è in difficoltà, arranca per rimanere attaccato alla partita e gira su se stesso ci pensa lui. Accelerazioni furibonde e triple senza senso: quando gioca così il play argentino è un piacere per gli occhi.

Leadership vero della squadra in una partita molto silenziosa di quel Satoransky che dovrebbe assurgere a quel ruolo. Ma ci sarà tempo: il play ceco sta ancora smaltendo i problemi alla caviglia che hanno limitato anche il suo Eurobasket.

Tuttavia, rimane il fatto che la partita è girata dalle triple di Lapro a inizio terzo quarto (12 punti consecutivi) che hanno di fatto ricucito il punteggio e avviato l’allungo.

Era come se sui blaugrana ci fossero addosso ancora un po’ la paura e la tensione con cui si è chiuso l’anno passato. Poi queste sensazioni sono sparite e la squadra ha iniziato a giocare: migliore circolazione di palla, difesa nettamente più pronta e aggressività migliore nelle giocate. In fondo, non è bastato molto per mettere il punto esclamativo sulla sfida.

L’impressione è che il Barça, soprattutto in un primo momento in cui dovrà ritrovare certezze dopo il brutto finale di stagione passato, avrà bisogno di queste scosse emotive positive.

Quello di domani sarà un test importante: assolutamente non decisivo, ma importante. Sarà fin da subito un bel braccio di ferro psicologico. E siamo dannatamente curiosi di sapere chi la spunterà.

(Credits photos: Barcelona)

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura e cinema sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare. Vorrebbe avere l'eleganza di Anthony Hopkins.
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