Mirotić abbraccia Milano. Ha un’Olimpia costruita per grandi cose e un uomo per cui combattere

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Mirotic si è presentato ai media ieri al Rosa Star Hotel

Nikola Mirotic è la grande stella del mercato biancorosso e non solo. Uno dei giocatori più forti dell’Euroleague moderna ha ufficialmente abbracciato la sua nuova casa durante l’evento stampa al Rosa Star Hotel di piazza Fontana, a due passi dal Duomo.

La sala è gremita, con una nutrita folla di tifosi e media, alla quale Mirotic ha avuto modo di raccontare la sua felicità per la scelta biancorossa e la dedizione per il progetto Olimpia che si sta delineando.

Mirotic

A fare gli onori di casa è il GM Christos Stavropolous: “Abbiamo azzeccato il timing giusto, serviva incastrare tante cose insieme, ma siamo felici alla fine di essere riusciti a firmare questo grande giocatore. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il signor Armani e il signor Dell’Orco.” Racconterà poi di aver vissuto con “l’ansia di chiuderla“, una trattativa così importante.

È tutto andato a buon fine, a dimostrarlo è che Mirotic può prendere la parola e pronunciare un “Buonasera” in perfetta dizione italica. Con un velo di fanciullesco imbarazzo, il suo volto si schiude subito in un sorriso: È bello vedervi, siete davvero in tanti, è una grande sorpresa“.

Il nuovo numero 33 biancorosso sembra genuinamente molto a suo agio con la nuova realtà e molto felice di dove si trova. “È un onore indossare questa maglia. È una grande sfida per me come giocatore e come persona. Voglio ringraziare tutte le persone che l’hanno reso possibile.

Viste le tante contendenti che si sono fatte avanti nella particolare estate di Mirotic, la prima domanda verte subito sul modo in cui il mondo Olimpia si è fatto avanti, tramite quali rappresentanti. “Se ricordo bene il mio agente ha parlato con Christos, poi ho avuto un meeting con Ettore, con cui abbiamo parlato dell’organizzazione, di informazioni generali, di come si sarebbe stata la squadra, delle opzioni possibili se avessi voluto farne parte.

Mirotic si è detto molto convinto da quanto l’Olimpia e Messina gli avevano prospettato e ha poi pochi dubbi sul perché abbia deciso di firmare a Milano. “Questa squadra, con quest’organizzazione, è costruita per grandi cose. Quando consideravo le squadre in cui giocare quest’anno, guardavo a squadre costruite per le Final 4. Qui c’è una grande organizzazione, un gran coach, dei grandi giocatori. Cercavo poi un bel posto per vivere con la mia famiglia e i bambini. Milano aveva tutte queste cose.

Aggiungerà quindi di aver addirittura inteso che Milano è probabilmente l’organizzazione più vicina all’NBA che io abbia mai avuto.

Il montenegrino vuole che Milano sia il posto dove trovare compimento delle proprie ambizioni. “Come giocatore di quest’età inseguo ancora i miei sogni, per ottenere ciò che non sono riuscito ad ottenere e mettermi nella posizione più giusta per farlo.

Per raggiungere questi obiettivi, Mirotic si dovrà calare al meglio nella realtà di squadra. Ettore Messina aveva parlato di lui come destinato a raccogliere l’eredità tecnica di Gigi Datome. Un’eredità per niente banale, di un uomo e un giocatore per cui anche l’ex Barcellona dimostra profonda stima. “È fantastico essere comparati ad una leggenda come lui. E mi piace la pressione, non mi piace stare in una comfort zone.”

Il coach stesso aveva parlato anche del suo possibile utilizzo da ala piccola. “Mi piace l’idea di giocare alcuni minuti da tre, qualcosa che ho già fatto ai tempi della Nba, ma anche a Barcelona, non molto, ma in qualche partita con buoni risultati. Usando i cambi in difesa e potendo io tirare da fuori, è qualcosa che può funzionare. Vedremo come andrà, sto già facendo parte dell’allenamento da tre.

Messina si ritrova a coltivare un sodalizio che parte da tempi lontani. Precisamente dal 2009, quando Nikola era poco più che maggiorenne e il coach catanese allenava il Real Madrid.

Sono passati molti anni da quando abbiamo lavorato insieme. Fu colui che credette in me, mi mise nella posizione di avere successo come giovane giocatore. Non è stato facile venire dal Montenegro al Real Madrid con tutte quelle superstar. Mi disse di lavorare duro, che non poteva farmi giocare in quel momento, ma che lo avrebbe fatto ad un certo punto e io avrei dovuto farmi trovare pronto. Due mesi dopo, la mia opportunità arrivò.

Siamo sempre rimasti in contatto negli anni e mi sono sempre sentito come se avessimo da portare a compimento quello che avevamo iniziato a Madrid. Averlo oggi a Milano è un grande onore, sento davvero di voler combattere per quest’uomo. È uno dei migliori coach che abbia mai avuto ed è uno dei 2/3 coach più grandi della storia di EL.

Prima di realizzare questo ricongiungimento, il turbinio mediatico sulla free agency di Mirotic è stato di una portata fuori dal nomale. Un affastellarsi di voci e dichiarazioni, tra presunti tradimenti e veti etnico-religiosi, che hanno accompagnato il giocatore nel dialogo con tutte le sue pretendenti estive. Gli è stato chiesto se lo avessero toccato.

“Niente di tutto questo mi infastidisce particolarmente, perché durante tutta la mia carriera sono stato crocifisso dai media, da alcune persone, ma sono momenti per uso per diventare migliore. Per quanto riguarda quest’estate, preferisco mettere tutto il mio focus su questa squadra, l’Olimpia. Tutto quello che posso dire è che è il lavoro degli agenti parlare con diverse squadre.”

Per chi arriva dalla Liga ACB, il migliore campionato d’Europa, è molto stuzzicante chiedersi come possa essere l’impatto con una competizione come la LBA. “È un campionato che sta crescendo, molti giocatori importanti stanno arrivando. C’è grande competizione tra Virtus e Milano, è la prima cosa che ho capito qui. La cosa buona quando si ha un campionato competitivo è che ti aiuta a giocare meglio in Euroleague, questo è quello che è successo in Spagna. Penso che qua sarà simile“.

Chiaramente la LBA non ha un livello paragonabile alla ACB, tuttavia si conferma l’opinione diffusa di più di un giocatore dell’ACB – vedi in passato Tavares – di preferire un campionato sfidante e pieno di insidie in ogni momento della stagione, rispetto ad uno in cui sono concessi passaggi a vuoto.

Mirotic | Eurodevotion

Passando all’Eurolega invece, la domanda posta è stata la nostra. Mirotic si trova infatti nella posizione “scomoda” di essere uno dei big men più dominanti ed incisivi dell’Euroleague, mentre, almeno per il sentir comune, l’Eurolega viene vinta solo da quelle squadre che hanno a disposizione le top guardie scorer, capaci di creare individualmente vantaggi e spazi di gioco, oltremodo determinanti nella pallacanestro di oggi. Gli abbiamo chiesto cosa ne pensa.

Sono d’accordo con chi pensa questo, c’è bisogno di aver persone specialmente da fuori che possono creare, ma alla fine il basket è uno sport di squadra. La squadra che arriva nella forma migliore alle Final Four è quella che ha più chanche di vincerle. Sono stato sei volte alle F4 e non ho mai vinto. Alle volte ti serve fortuna, ma credo fondamentalmente che la squadra che arriva in forma migliore a Maggio solitamente vince.”

Certo, sembra che Mirotic e Milano, a Maggio del prossimo anno non avranno certo intenzione di girarsi i pollici.

Photo credit: olimpiamilano.com e Olimpia Milano Facebook

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