Il Barça è un monolite, il Baskonia si schianta sulla roccia catalana

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Una prova difensivamente scintillante del Barça costringe i baschi alla quarta sconfitta consecutiva

Jasi e il suo Barça ingabbiano i connazionali, trionfando alla Fernando Buesa per 85-78. Un palazzetto da cui pochi sono tornati con lo scudo e non sopra lo scudo, per dirlo come a Sparta… Solo Tenerife e Olympiacos infatti ne erano uscite vive prima in questa stagione.

I baschi soffrono l’organizzazione difensiva e la fisicità catalana e cadono non senza combattere, incappando però in un ulteriore ko nel solco delle difficoltà delle ultime settimane.

Barça vince -Eurodevotion

Ecco alcune impressioni sparse su uno dei big match offerti da questa giornata di Euroleague, inquadrate nel classico racconto delle recensioni a firma Eurodevotion.

Il monolite blaugrana

Il Barcellona ha senza giocato una gara difensiva di grandissima qualità, semplicemente ineccepibile. Questo gli ha consentito di incanalare la sfida nel terreno migliore per domare il Baskonia e di tenere il vantaggio continuativamente, anche nei casi di minore brillantezza.

L’impatto sul match è in prima battuta già nettamente marchiato dal forte imprinting difensivo blaugrana, che nega ogni vantaggio sul pick and roll, coordinandosi benissimo grazie a due perfetti show di fila di Tobey che inibiscono l’azione basca e danno un segnale. Fisicità ruvida e sublime organizzazione riescono puntualmente a costringere i baschi ad un tiro faticoso ed impiccato sui 24”.

Il finale di primo quarto però è un 19-7 dei padroni di casa, scossi improvvisamente salgono di ritmo e riescono ad impattare la sfida, che sembra qui scivolare verso un duello ad altissimo punteggio. Sarà però soltanto un momento, perchè il secondo quarto catalano segna il ritorno sulla scena del monolite culé.

Le soluzioni a disposizione dei padroni di casa vengono ridotte all’osso, grazie alla fisicità e all’applicazione dei suoi uomini il Barça riesce a ridurre al minimo il profitto di ogni blocco, così da intorpidire le iniziative offensive del Baskonia.

Vittima prima dell’ingranaggio infernale catalano è Markus Howard, braccato sulle uscite dai blocchi che gli vengono negate, scoraggiato ad ogni iniziativa dal palleggio dalla stretta morsa di Abrines.

L’americano, ed ecco il fiore all’occhiello della difesa di Jasi, non segnerà dal campo per ben 39′. Essendo un giocatore minuto che può certamente soffrire le “mani addosso”, l’allenatore lituano gli mette alle calcagna difensori che lo doppiano in tonnellaggio e che non sono disposti a concedergli mai un minimo di libertà, spengono piuttosto sul nascere ogni sua iniziativa spendendo fallo (4 dei due addetti principali, Abrines e Satoransky), toccandogli il pallone e infastidendolo come si può.

Solo 4 punti rossoblu a segno nei primi 8′ del secondo quarto, grazie anche ad una percentuale da fuori (alla sirena 28,6%) che non è all’altezza di una delle migliori squadre dal perimetro d’Europa. I blaugrana sono la miglior squadra della lega a inibire quest’arma così importante e, quando vincono, il controllo delle conclusioni dell’arco avversarie è sempre la prima delle battaglie vinte.

Persino l’ingresso di un per niente timido James Nnaji dà ulteriore presa alla morsa della retroguardia catalana, grazie ad una sua ottima interpretazione della switching defense, che lui più di altri nel roster può garantire.

I brani difensivi di grande livello sono quindi ricorrenti e decisivi, su tutti quello che nel quarto quarto imporrà i 3′ di digiuno fondamentali per il parziale decisivo, un 8-0 concluso sulla tripla di Satoransky capitalizzata dal milionesimo rimbalzo offensivo del Barça. La difesa monolitica e il dominio nella categoria di cui sopra (18 carambole riciclate nei pressi del proprio ferro) si sono rivelate le chiavi di volta del successo di Mirotic e soci.

Sedekerskis e la volontà di dar battaglia

La gara del Baskonia è stata una gara di rincorsa tecnica, di inferiorità tattica, ma comunque di spinta caratteriale. La lotta degli uomini di Penarroya è stata indubbia ed ha reso interessante una contesa che è rimasta in ogni caso in mano blaugrana per la quasi totalità del tempo di gioco.

Le risposte alla rocciosa trama difensiva degli ospiti sono anche arrivate, seppur nelle ristrettezze di uno spettro offensivo menomato di alcune risorse. Il pick and roll non è stato sostanzialmente mai una fonte di gioco continuativa, difatti a memoria ricordo pochissimi tiri aperti realmente originati, mentre più di uno scoccato in preda alla disperazione prima del fatidico trillo di una sirena sempre più minacciosa. Abbiamo detto già poi delle individualità principali non particolarmente in palla, che non hanno trovato le condizioni per prendere in mano la situazione.

Eppure la squadra è arrivata comunque alla soglia degli 80 punti, questo perchè ha tentato in almeno un paio di momenti – il finale del primo quarto e il terzo – di alzare il ritmo e di innescare quel meccanismo di galvanizzazione che di converso il Barça ha fatto di tutto per limitare.

E allora hustle plays, giocate di voglia e di grinta, per tenersi attaccati agli ospiti e magari dare spinta a qualche transizione veloce in più, mentre a metà campo vanno percorse solo le alternative al tema principale del pick and roll centrale, sfruttare i tagli e le uscite, da esplorare con pazienza e da eseguire con diligenza. Baskonia tiene botta.

Il giocatore simbolo di questo tipo di partita, molto più di spada che di fioretto, è Tadas Sedekerskis. Sempre rinchiuso nell’anonimato di tabellini apparentemente scarni, la chanche di uscire dall’ombra statistica coincide purtroppo per lui con la sconfitta dei suoi, ma i suoi 16 punti arricchiscono tante giocate di importante peso specifico su entrambe le metà campo.

La squadra pecca però nel trovare la zampata per rovesciare il banco nel momento opportuno e questo è riflesso anche di una fase difensiva che sa ottenere dei successi, con i cambi sistematici che possono fare riferimento sempre ad un personale molto versatile, ma che si scopre all’arrembaggio avversario a rimbalzo d’attacco, si rende complice di disattenzioni e viene colpita nei suoi punti deboli.

Scorci futuri

Che impressioni ci lascia questo scontro di Euro-Liga su due delle più grandi protagoniste della competizione?

Su queste frequenze abbiamo raccontato da vicino il tendenziale down offensivo basco degli ultimi tempi, un percorso che si inserisce in un solco preciso. Tuttavia, quello che si è visto in questo caso mi è sembrato più merito del lavoro difensivo del Barça che frutto dei demeriti e dell’insipienza baskonista. Parliamo infatti di una retroguardia, quella catalana, che per personale e organizzazione può tranquillamente esprimersi al livello della crème de la crème del continente nel fondamentale.

Restano le quattro sconfitte consecutive e un percorso che, dopo la sbornia post-Madrid, va ricalibrato. Chi scrive ha avuto modo di seguire il Baskonia da vicino quest’anno: nonostante la serie negativa i baschi sono squadra vera e ho pochi dubbi sulla loro qualificazione alla post-season.

Hanno un sistema tecnico solido, interpreti di qualità e portatori di caratteristiche diffuse, una chimica che appare ottima, anche con il loro allenatore. Non è così frequente vedere un coach che chiede al proprio giocatore durante un timeout quale gioco preferisca eseguire l’azione dopo, così come fatto da Penarroya con Hommes ieri sera…

Detto questo, tornare a vincere è un imperativo già dal prossimo turno, per non cadere vittime di un turbine negativo. Efes e e poi Milano com tappe possono essere occasioni, ma anche pericolose insidie.

Il Barça invece vince una partita molto buona con una buonissima dose di autoconsapevolezza, data dall’autorevolezza difensiva. Ritengo però che anche in questo caso ci sia un altro lato della medaglia. La vittoria blaugrana, pur pregevolissima, si è anche contraddistinta per qualche episodica insicurezza un filo contrastante con l’autorità di cui sopra.

Quello visto in campo è parso un Barcellona molto applicato, serio e concentrato, ma non troppo cattivo. Avrebbe potuto coronare i suoi strappi con parziali più dirimenti, scrollarsi prima di dosso una resistenza basca che rimaneva in piedi anche continuando a sbattere sul ferro le proprie conclusioni. La spallata, comunque, alla fine, è arrivata, ed è questa la cosa più importante.

Sebbene ci siano stati dei momenti di “braccino” in attacco, sono anche stati tanti i momenti di grande pragmatismo offensivo. Ad esempio, quando si è attirato la difesa del Baskonia sui pericoli interni per punire da fuori ad inizio partita, oppure quando si è puntato Howard e quando si è prodotto esponendo la difesa avversaria sul pick and roll nei quarti centrali, infine quando si è capitalizzato negli 1vs1 sui cambi nel finale (protagonista un gelido Jokubaitis).

In attesa di Oly-Real stasera, il Barça è tornato nel gruppo di vetta.

Photo credit: Baskonia e Barça Twitter

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