La Penya annusa il colpaccio, Giedraitis salva il Baskonia

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La serie di vittorie in ACB del Baskonia sale ad otto, anche Badalona cade a Vitoria

A chiusura di una doppio turno europeo non entusiasmante, il Baskonia ritorna in sella nel corso di uno dei tantissimi match di vertice che la Liga propone, contro una delle squadre copertina dell’Eurocup come la Joventut Badalona.

I padroni di casa, in preda alle assenze e ad un periodo di generale appannamento, la spuntano in un indeciso finale, che li premia ancora una volta dopo quello dirompente con Valencia, sebbene lo sforzo per la vittoria abbia richiesto anche la colpevole collaborazione del team di Duran, che si è spento sul più bello.

Baskonia vince ancora - Eurodevotion

Ordinare le sensazioni sulla grande sfida della Jornada 16, vinta dai baschi per 84-83 sul rotto della cuffia, è compito che spetta all’analisi in classico stile Eurodevotion.

Il periodo di forma baskonista, la rincorsa della Penya

La gara è un confronto aperto e vivace tra due squadre dell’élite dell’ACB, da cui escono vincitori i baschi, che giocano dei minuti finali di pragmatismo, senza per forza dare sfoggio di una prestazione così evidentemente migliore sulla controparte verdinegro nel corso dei 40′.

Il momento basco è evidentemente un momento di flessione rispetto a qualche settimana fa, nel nostro racconto del romanzo baskonista ne avevamo visto delle piccolissime tracce nei pur vincenti epiloghi di Breogán e Granada, e nell’ultimo epico scontro con il Valencia. I rossoblù, come in parte è anche normale in una lunga e sfibrante stagione, hanno rallentato in termini di continuità di esecuzione offensiva, e questo si è evidenziato anche oggi con alcuni minuti di pantano realizzativo.

Aggiungiamoci che sono rimasti privi di Henry e di Howard ed è certamente più comprensibile il motivo per cui la squadra di Penarroya abbia registrato qualche battuta d’arresto, per ora solo in Euroleague. In Spagna, invece, la minore brillantezza tecnica è stata compensata da grande carattere e consapevolezza, in termini soprattutto di presenza mentale nei momenti chiave.

Oggi l’avere Thompson sul parquet, in particolare nel primo tempo (nella seconda metà è stato più appannato, oltre che frenato dai falli), ha caratterizzato il giorno e la notte per l’attacco del Baskonia. Le due volte che è andato in panchina nel primo tempo, la produzione basca si è inceppata e sono regolarmente arrivati parziali di riavvicinamento catalano, prima di 5-0, poi di 6-0.

Se nel finale di primo quarto la compagine di Penarroya trova un buon ritmo, un coinvolgimento generale ed efficace, soprattutto dall’arco, e stacca gli ospiti sul +10, è invece un blackout offensivo di fine secondo quarto a permettere il parziale avverso di Badalona, di conseguenza un sostanziale equilibrio a metà gara.

I catalani giocano appoggiando il loro gioco alla loro stella, un Ante Tomic impeccabile ed imprendibile per la retroguardia domestica, che fatica a trovare contromisure sul gigante di Dubrovnick. Il croato è centro nevralgico della manovra ospite, una sentenza nei pressi del ferro, una volpe a trovare gli spazi giusti dove collocarsi. Chiuderà infatti con 22 punti e 6 rimbalzi, oltre alla solita precisione chirurgica da due (10/12).

Badalona si rivela aggressiva e ruvida, si lancia prepotentemente a rimbalzo, con Joel Parra protagonista di una performance di grande durezza: per lui, oltre ai 9 punti, ci sono addirittura 16 rimbalzi. Tuttavia i catalani vivono per moltissimi minuti una gara di rincorsa, non riuscendo mai a capitalizzare gli sforzi e i tentativi di avvicinamento.

Il Baskonia si rintuzza nel secondo tempo offensivamente, non trova grande scintillio di manovra, ma riesce a premiare il movimento degli uomini senza palla, i tagli a canestro, con l’imporsi progressivo di un Rokas Giedraitis totale e sempre capace di capitalizzare il momento propizio. Saranno 20 punti per il lituano, che si riveleranno più che mai decisivi.

Si ingaggia tra terzo e quarto quarto un bel botta e risposta, da Marinkovic-Guy a Kotsar-Brigander, finché finalmente, quando sembrava non arrivare mai, si è concretizzato dopo 35′ il primo vantaggio verdinegro.

La difesa sul pick and roll

Prima di passare all’analisi di un finale alquanto particolare, è giusto secondo me mettere al centro uno dei principali terreni tattici in cui si è giocata la sfida del pomeriggio della Fernando Buesa, ovvero la difesa sul pick and roll, con particolare riferimento al ruolo offensivo/difensivo dei 5.

Da ambo i lati infatti il focus sulle guardie era relativamente ridotto, data l’assenza da un lato di Ribas e dall’altro dei due americani già citati, mentre, di contro, ambedue le fazioni annoverano lunghi di scarsissima mobilità, come Kotsar per i padroni di casa e il duo Tomic-Brigander per la Penya.

Tomic è il go-to-guy di Duran, quindi è pacifico che i verdinegro lo cerchino di continuo, in modo reiterato, ma non necessariamente monotematico, con diverse iniziative di innesco a sfruttare tutto lo spettro d’impatto offensivo dell’ex Barça. La scelta basca, tra l’altro eseguita senza grande applicazione, è quella di uno show forte sulla palla, per non esporre Kotsar, ritardare e rendere difficoltosa l’uscita della sfera dalle mani del portatore e consentire gli aiuti dal lato debole.

Il croato si muove benissimo, inizia banchettando con grande agio, senza che i padroni di casa operino bene con gli uomini non coinvolti nel gioco a due, poi riesce, con scelta minuziosa di spazi da occupare e movimenti da operare, anche a neutralizzare gli aiuti.

Le difficoltà di questo tipo di difesa si rifletteranno anche poco dopo, quando i due omologhi a fronteggiarsi sono diversi e lo show di Costello lascia un indisturbato roll a Brigander, che fa infuriare Penarroya.

A inizio terzo quarto il coach vitoriano cambia spartito e decide di opporre la versatile ala-centro americana al gigante croato, la soluzione serve a scoraggiare il successo del gioco a due, grazie ad una maggiore velocità di piedi del marcatore del lungo, che consente di giocare un contenimento più prudente. La Penya si adatta e allora Tomic viene servito in isolamento spalle a canestro, con tutte le possibilità di sfruttare il mismatch sul più minuto avversario.

Costello però non demorde, la prima volta subisce due punti in faccia, la seconda lo mette in difficoltà con aggressività spingendolo lontano da canestro e, con la collaborazione dei compagni, nega le ricezioni degli altri verdinegro. Tomic tirerà impiccato e scheggerà il ferro.

La difesa sul gioco a due più vecchio della pallacanestro torna nel botta e risposta tra Brigander e Kotsar, con i due che si somigliano per mobilità e footwork, alquanto scarsi, e si rispondono l’un l’altro capitalizzando il roll sui ritardi dell’avversario, in due azioni consecutive per ciascuno.

E’ anche per questo che il Baskonia deciderà nell’ultimo quarto di cambiare sul pick and roll, rischiando sulle ricezioni profonde nate dai cambi difensivi e rimanendo un po’ con la coperta a rimbalzo d’attacco. Tuttavia sembra essere una scelta che dà maggiore sicurezza sulla produzione dei lunghi di Badalona.

A 44” dalla fine è però proprio sul cambio sistematico basco che Tomic finisce marcato da Marinkovic. La squadra di Duran esegue in modo esiziale, lo serve con uno spacing invidiabile e il centro ha gioco facile a girarsi magistralmente e conquistare i due punti. A quel punto sembra essere una gara in ghiaccio per gli ospiti.

L’ultimo minuto e il suicidio della Penya

Ricongiungiamo così i due filoni intrapresi nei precedenti due punti d’analisi. A 5′ dalla fine c’è il primo vantaggio della Penya, che vola a +4 e prova a piazzare l’allungo con Feliz, mentre Baskonia risponde e impatta su un cioccolatino di Kurucs per la schiacciata di Costello a stretto giro di posta.

Badalona però è padrona dell’inerzia e supera ancora una volta i padroni di casa. Sull’uscita per cinque falli di Darius Thompson, la gara sembra finita. Se Marinkovic da tre riaccende la speranza, l’appoggio autorevole di Tomic a 44” – che punisce la strategia di switching defense di Penarroya – conferma questa sensazione.

E’ qui che si concretizza un vero e proprio suicidio verdinegro. Mollezza di Vives sulla penetrazione di Marinkovic, concessa tra l’altro in pochissimi secondi, errore nell’attacco successivo e un contropiede folle concesso, che non è possibile permettere in quella condizione di punteggio. Feliz è costretto a fermare la corsa di Giedraitis a metà campo, manda in lunetta il lituano che fa 2/2 e corona una prestazione di grande determinazione.

Per chiudere un ultimo minuto di gestione traballante, il tiro finale è una conclusione impiccata e improvvisata di Kyle Guy, che schianta malamente sul ferro le speranze della Penya. 6” potevano essere gestiti ampiamente meglio, per una vittoria di prestigio che avrebbe potuto impreziosire il percorso catalano e premiare una gara di sacrificio.

Il Baskonia si salva, riprendendo una partita contro un avversario assolutamente competente, ma anche responsabile di una certa complicità, tiene alto il morale nelle difficoltà di infortuni e si assicura il ruolo di testa di serie all’attesissimo sorteggio di Copa del Rey del 23 Gennaio.

Photo credit: ACB e Baskonia Facebook, Baskonia e Club Joventut Badalona Twitter

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