Euroleague Power Ranking #3: Novembre dice Real e Fener, crollo verticale di Milano

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3 EFES (2)5W 5L

Già 5 sconfitte eppure questo Efes sembra molto più avanti rispetto alle versioni delle ultime due stagioni, entrambe chiuse col trionfo finale.

Non si è ancora visto Larkin e quanto rientrerà, cosa che dovrebbe avvenire a breve, avremo le idee molto più chiare.

A chi obiettava sull’eventuale difficile convivenza di tre giocatori come lo stesso Larkin, Micic e Clyburn ha risposto in maniera molto esaustiva Ataman: «Ho giocato per anni con Larkin, Mici e Simon, non vedo come non sia possibile farlo col trio attuale». In effetti, ci perdonerà il buon Kruno, ma si tratta di un certo “upgrade”.

Serviranno equilibri e certamente un ritmo superiore, cosa che dovrebbe essere fondamentale per accelerare l’inserimento, oggi ancora un po’ indietro, sia di Polonara che di Zizic, due dei lunghi che corrono meglio il campo dell’intero continente.

Si soffre un po’ a rimbalzo e qualche volta si esagera negli isolamenti ma forse proprio quest’ultima fase del gioco è il segreto delle vittorie di Ergin, l’unico Coach che utilizza un sistema simile a quello della NBA, ovvero uno stress relativo per diverse settimane per poi arrivare al dunque con la mente fresca e le idee chiarissime a livello tecnico.

Con le due grandi di Spagna rappresenta l’eccellenza assoluta di questa lega, un luogo riservato alla cui porta bussano Fener, Oly e Monaco.

2 BARCELLONA (1)7W 3L

Mese di novembre molto positivo con il solo intoppo dell trasferta di Istanbul dove comunque si è combattuto e si è perso comunque contro una grande rivale accreditatissima come l’Efes.

L’impressione è che il lavoro di Jasikevicius sia oggi molto più improntato al domani che all’oggi, tanto che si prosegue sulla via dell’inserimento di tutti i nuovi, anche i meno attesi come sta accadendo per Oscar Da Silva ad esempio.

La coppia Lapro-Satoransky è un gran bel problema per chiunque ed ha mezzi per fare male a tutte le avversarie in ogni zona del campo. L’argentino non è MVP sinora solo perchè c’è un alieno bulgaro che veste il “red” del Pireo.

Il Barça non ha potuto contare sono ad oggi su Mirotic, Kuric e Sergi Martinez, utilizzando progressivamente Higgins in modo da fargli riprendere la vera condizione dopo la chirurgia della scorsa stagione. Non è poco e l’ottimo rendimento della squadra ha fatto passare come inosservate delle assenze fondamentali come queste.

Proprio il tema del rientro di Mirotic oggi diventa importantissimo per gli equilibri blaugrana. Campione assoluto, ha bisogno dei propri spazi e dei propri palloni: dovrà trovarli in un sistema che è cresciuto progressivamente dal giorno uno della stagione. Servirà massima disponibilità da parte sua e la stessa cosa da parte della squadra, che ad oggi si esprime benissimo con Tobey da secondo lungo così come in altre strutture con due centri veri e propri (Vesely, Nnanji, Sanli). Resta arma importantissima l’utilizzo di Kalinic da 4 nel corso delle gare.

Offensivamente più compatto, il Barça sta migliorando dal punto di vista difensivo anche se si tratta di gruppo molto più portato ad attaccare rispetto a quello dello scorso anno.

La gestione di Jasi appare come molto più rilassata e comprensiva degli errori rispetto alle stagioni scorse e questo pare dettaglio che giova a tutto l’ambiente.

Squadra da titolo, senza dubbio alcuno.

1 REAL MADRID (3)7W 3L

Novembre perfetto ad oltre 90 di media, con poco più di 80 subiti.

Il momento nero, quello dei dubbi su Chus Mateo e sull’applicazione dei giocatori pare alle spalle, ma ricordiamoci che siamo a Madrid, dove basta poco per finire in prima pagina e non esattamente con un titolo che sia espressione di stima.

Il playmaking rimane unico potenziale punto debole della squadra, poichè la continuità e la sovraesposizione del Chacho e di Llull può essere un problema. Hanga, sfortunatissimo con gli stop fisici, può dare tanto in quell’ottica ma resta una soluzione da 10-12 minuti, non il tipo di “handler” da oltre 20′.

Il reparto ali ha tutto e di più. Rudy, Musa, Hezonja e Deck sono un quartetto straordinario e lo stanno dimostrando in pieno, soprattutto il bosniaco, inatteso così pronto, ed “el tortuga” vero e proprio pretoriano di Coach Chus. Rudy sai che c’è sempre, campione vero, mentre Hezonja fa cose che altri nemmeno sognano di approcciare.

Poi c’è Yabusele a legare quel reparto con il ferro: ora è fermo e lo sarà almeno sino a fine anno, ma quando c’è si vede e… si sente. Cornelie si sta poi integrando sempre meglio ed ha una manina che fa cantare le retine con una certa regolarità.

Ti avvicini al ferro ed ecco Tavares e Poirier, col capoverdiano la certezza dominante di sempre ed il francese in netta crescita a livello di coinvolgimento.

Il tutto senza pensare ai vari Causeur, Abalde, Williams-Goss, Alocen e perchè no, Randolph. Nulla renderebbe più felici di rivedere quest’ultimo ad alto livello vista la dose di sfortuna allucinante negli ultimi anni.

La squadra sta perforando bene, si è ritrovata dopo un momento difficile, ed oggi deve solo trovare un po’ di efficacia maggiore a livello difensivo, sebbene la natura di questo roster sia ovviamente più portata ad offendere.

Ecco, in queste ore si torna a parlare di Campazzo… Se il Facu dovesse rivedersi dalle parti del Wizink Center ci risulterebbe assai difficile trovare una rivale per i madrileni.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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