Supercoppa, Olimpia-Virtus è l’elogio della bruttezza: i bianconeri, alla fine, ne hanno di più

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Alle 20.30 è andata in scena l’attesissima semifinale di Supercoppa tra Olimpia Milano e Virtus Bologna: attesissima più per i tifosi che per gli addetti ai lavori. Una partita che probabilmente, però, ha deluso entrambi per lo spettacolo tutt’altro che esaltante visto sul parquet. Era lecito aspettarsi squadre molte arrugginite e appesantite dai carichi delle preparazione: forse, però, non ce lo si aspettava fino a questo punto.

La partita è stata una delle gare peggiori dal punto di vista tecnico degli ultimi anni. Lo ribadiamo: al 28 di settembre è normale che sia così. Tanti giocatori nuovi per entrambe le squadre, numerose assenze, tanti interpreti reduci dall’EuroBasket e una preparazione fisica molto impegnativa in vista della stagione di Eurolega che ha imballato le gambe di tutti gli uomini che sono scesi in campo.

Alla fine a spuntarla è la Virtus Bologna col punteggio di 72 a 64 dopo un tempo supplementare. 45 minuti molto brutti che hanno avuto un lieve picco di qualità tra il 35esimo e il 40esimo minuto dove si sono viste alcune giocate dei singoli di notevole qualità.

La squadra di Scariolo affronterà domani la Dinamo Sassari per il primo trofeo stagionale in palio.

Olimpia-Virtus: una partita brutta vinta da una squadra con un po’ di benzina in più

Il primo quarto di Olimpia-Virtus sembra una partita di calcio: uno 0-0 che non si schioda, qualche timido canestro bianconero e le scarpette rosse che non segnano per quasi cinque minuti. Poi è 9-0 di parziale Milano con le giocate di Devon Hall, probabilmente l’unico milanese che ha giocato una partita sopra la media, ovvero sopra l’insufficienza.

Dentro a una melma di pallacanestro inguardabile, tra palle perse imbarazzanti e ritardo epocale nelle letture delle giocate, l’Olimpia sembra avere un po’ più di fluidità arrivando anche a toccare il +12. D’altro canto l’attacco bianconero è quanto di più sterile ci possa essere.

Poi nel secondo tempo le cose cambiano: Milano inizia a sbagliare scelte e soprattutto ad attaccare in modo frettoloso. La Virtus, invece, attacca con pazienza sfruttando tutti i 24 secondi e ogni singolo vantaggio creato all’interno dell’azione: questa strategia alla lunga paga e, nel finale, le vu nere si trovano avanti nel punteggio con un’ipoteca importante sulla partita.

Sembra fatta per gli uomini di Scariolo, ma Baron mette una tripla, la Virtus pasticcia, sbaglia liberi decisivi e nel finale Mickey commette fallo sulla tripla della disperazione di Baron. Fallo prima o dopo azione di tiro? Gli arbitri dicono dopo: quindi tre tiri liberi. Scariolo protesta e gli viene fischiato contro un tecnico. Milano è sul -3 e a pochi secondi dalla fine ha 4 liberi per vincere clamorosamente la partita dopo che sembrava persa: Baron fa 3/4 e quindi è overtime.

Nel tempo supplementare la Virtus mantiene lucidità ed energia; l’Olimpia, con Hall fuori per falli, non ne ha più. Non ci sono più sussulti e questa volta i bianconeri possono esultare.

Olimpia-Virtus Davi

MVP a Ojeleye, ma anche Mickey e Bako già ruggiscono

In casa Virtus Bologna grande prestazione dei nuovi arrivati. Anche un Iffe Lundberg silente per tutta la gara nel supplementare segna la tripla in step-back che chiude di fatto la contesa lasciando a sua volta una nota dolce sul match.

Bologna, nonostante tutti i limiti di preparazione evidenziati, riesce a difendere in modo compatto e attaccare in modo coscienzioso, senza strafare. La Virtus, infatti, ha tirato pochissimo dall’arco (solo 13 tentativi contro i 30 di Milano) preferendo andare su soluzioni ad alta percentuale cercando con estrema frequenza l’area. Una scelta che si è rivelata vincente, se non saggia.

L’enorme differenza, poi, a parità di palle perse (19) l’ha fatto il numero di rimbalzi: 45-32 per i bianconeri. Un controllo impressionante dei tabelloni che ha evidenziato la grande presenza fisica e atletica della coppia Mickey e Bako, insieme a un onnipresente Ojeleye: un confronto che ha lasciato le briciole ai rivoli Davies e Thomas.

Proprio attraverso questi ultimi tre nomi è passato il successo bianconero. Mickey e Bako sono riusciti a dare un mix di solidità difensiva, efficacia offensiva (sia per atletismo che per tocco) e presenza forte sotto canestro che ha fatto un’enorme differenza rispetto a un reparto lunghi milanese più abulico. L’ex Zenit ha fatto registrare 13 punti e 7 rimbalzi, mentre il centro belga 10 punti e 9 rimbalzi.

Prestazione da tuttocampista, poi, per Semi Ojeleye, l’MVP della sfida. Già da questa prima gara quello della Virtus Bologna sembra un colpo di assoluta qualità anche in vista dei più grandi palcoscenici di Eurolega. Ojeleye ha un fisico dirompente per queste latitudini, ha tocco, intelligenza e grande presenza difensiva. Anche a livello di energia questa sera ne ha avuta nettamente più degli altri. I suoi 17 punti e 9 rimbalzi sono stati la pietra miliare del trionfo virtussino.

Olimpia, Hall l’unico a salvarsi. Troppo poco dagli altri

L’abbiamo detto: in casa Olimpia Milano l’unico giocatore che ci ha provato veramente è stato Devon Hall. E’ lui che sblocca l’attacco milanese nel primo quarto con quelle tre triple nel giro di pochi minuti ed è sempre lui che prova a dare spallate alla partita a momenti alterni. Poi prima del supplementare esce dal campo per falli e nei 5 minuti aggiuntivi la sua assenza – soprattutto in termini di energia sul parquet – è evidente.

L’altro nome che si può fare in senso positivo per la serata milanese è quello di Kyle Hines. Che dire…sir Kyle c’è sempre: è uno degli ultimi ad alzare bandiera bianca e nei momenti decisivi diverse sue giocate sono quelle che permettono all’Olimpia di provare ancora a vincere la partita.

Tra i tanti giocatori che hanno deluso maggiormente spiccano i nomi di Mitrou-Long, Davies e Thomas. Il primo non riesce mai a coinvolgere i compagni e a metterli in ritmo: si crea soluzioni per sé, ma spesso lo fa anche nel modo sbagliato. Poi spara completamente a salve facendo andare Messina più volte su tutte le furie.

Poi, un centro dominante e tecnico come Brandon Davies ha faticato a muoversi tra le braccia di Mickey e Bako, e ha confezionato solo 4 punti. Troppo pochi per uno con le sue sconfinate qualità. Discorso simile per DeShaun Thomas, uno che col suo fisico dovrebbe mangiarsi i pari ruolo. Spesso ha avuto l’occasione di farlo, ma non ha attaccato mai con convinzione, non brillando per lucidità.

Insomma, la prova milanese è opaca: soprattutto per quanta riguarda energia e scelte. Ma ci sta: siamo al 29 di settembre ed è difficile, se non ingiusto, giudicare ora squadre e giocatori. Anzi, siamo sicuri che tutti i giocatori che abbiamo nominato negativamente qui sopra si riscatteranno ampiamente col proseguo della stagione.

Insomma, il primo scontro dell’eterna sfida tra Olimpia e Virtus per la stagione 2022/23 non rimarrà certo nella storia. Per ora, però, il verdetto è bianconero.

(Credits photos: Olimpia, Virtus)

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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