Il potenziale di Ataman, le scuse di Messina e gli opposti verdetti di Atene

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Ad OAKA una sala stampa densa di contenuti nel confronto tra Messina e Ataman

È andata così. Per Milano l’ennesima figura barbina della stagione, per il Pana l’ennesima conferma di grandezza. Una grandezza costruita in settimane e settimane, mattoncino per mattoncino, pronta per sbocciare nei mesi finali della stagione.

Messina e Ataman erano chiamati, a pochi minuti dal 79-62 greco, a rispondere dei due momenti diametralmente opposti delle rispettive squadre.

Messina dopo la sconfitta netta con il Pana - Eurodevotion

Ettore Messina ha cominciato con una presa d’atto netta nei confronti di una sconfitta perentoria. E ci ha aggiunto le scuse a proprietà e sostenitori.

“Non abbiamo opposto nessuna resistenza, la nostra mancanza di competitivà è stata onestamente imbarazzante e mi scuso prima di tutto con il nostro proprietario e poi con tutti coloro che supportano la squadra.”

L’analisi della gara del coach catanese è fortemente improntata sulla mancanza di atteggiamento adeguato dei suoi e sul peccato mortale di non aver saputo proporre armi difensive contro l’impeto degli avversari.

“Abbiamo cominciato sbagliando layup, perdendoci marcature in difesa e ancora più importante non abbiamo opposto nessuna competizione a Lessort vicino al ferro e a Hernangomez sul perimetro. Jerian Grant ha fatto una grande partita, nel modo in cui ha condotto la squadra. Abbiamo semplicemente reagito alle difficoltà in modo molto debole. Ne parlermo e proveremo a riprenderci.”

A questo punto è arrivata la domanda dalla sala stampa greca su che cosa manchi a quest’Olimpia per proporre un percorso convincente, anche alla luce della buona prestazione offerta di recente contro il Barcellona. Per Messina la risposta è univoca.

Non abbiamo avuto continuità nella rosa, è molto semplice. Sapevamo che recuperare giocatori come è capitato con Mirotic e Lo significa che c’è qualcuno che deve fare spazio per chi torna.

Questa mancata amalgama sarebbe stata poco evidente proprio a partire dalla difesa.

“Non cerchi di far funzionare bene la tua squadra a partire dall’attacco, ma a partire dalla difesa. Nel primo quarto abbiamo concesso dieci punti in contropiede, è imbarazzante. Vieni a giocare contro il Pana, che è oggi secondo me insieme al Real una delle due squadre migliori dell’Euroleague, e devi essere estremamente forte mentalmente. Non puoi venire qui e pensare che con gli altri giocatori che sono rientrati c’è più talento in campo, la squadra segnerà di più: è quello che è successo. Segni molto poco e vieni messo in imbarazzo in difesa.”

Messina ha messo in rilievo infatti una dinamica per cui il rientro dei nuovi giocatori abbia creato una sorta di dinamica di deresponsabilizzazione diffusa nella squadra.

“Dopo periodi di emergenza, ora che vedi più persone in campo, dici: ora non devo più fare tutto alla perfezione, perché c’è anche qualcun altro che lo può fare. Così, alla fine, nessuno lo fa. Non è la prima volta che mi capita di vederlo, a volte succede. Spero che torneremo in carreggiata.”

Seppure sembri una dinamica umana piuttosto comprensibile e, non fatichiamo a immaginare, possibile, sembra però difficile da giustificare in un contesto in cui l’Olimpia ha un’urgenza di classifica che dovrebbe costringere a una responsabilizzazione quotidiana straordinaria, del tutto fuori rispetto al presentarsi di situazioni del genere, comprensibili in tutt’altro contesto competitivo.

Quello che però appare evidente è che con i rientri per l’Olimpia trovare degli equilibri è eccome un problema, lo è e lo sarà. Perché non c’è tempo per farlo, ma perché, soprattutto, vanno costruiti da 0 a febbraio nei momenti che dovrebbero essere il clou della stagione: Mirotic e Lo non hanno mai avuto una collocazione nella squadra.

E questo è un peccato di ottobre che ricade beffardamente sull’oggi. E che sgretola anche i pochi ma buoni equilibri che erano stati trovati nel frattempo.

Ataman invece si gode i suoi di equilibri, scintillanti. E lo fa con la lungimiranza e la pacatezza di chi ci vede lontano. Di chi avrebbe tutti i motivi per festeggiare, ma punta il ditino su quanto ancora è migliorabile.

“Sapevamo che Milano era davvero una squadra pericolosa, che settimana scorsa ha battuto in modo molto netto il Barcellona e recuperava Mirotic. Difensivamente abbiamo giocato la partita perfetta. Abbiamo messo pressione per tutti i 40 minuti su Shields e su Napier. Un’altra volta i nostri specialisti difensivi, Grant e Kalaitzakīs, hanno fatto un gran lavoro”

“Con questa aggressività anche i nostri lunghi hanno fatto un ottimo lavoro a difendere i loro lunghi in situazione di pick and roll e di pick and pop dei loro lunghi. Abbiamo tenuto il controllo tutta la gara e, proprio stanotte, che i nostri giocatori più esperti hanno sbagliato qui tiri aperti, vincere la partita con un ampio divario mostra che abbiamo giocato con grande carattere, ma anche che dobbiamo giocare meglio offensivamente, lo dovremo fare specialmente in trasferta.”

La casa del Pana

Carota e bastona, prima loda l’eccellenza difensiva, degli individui e della squadra, che ha proposto una partita fisicamente e atleticamente di grande aggressività nei confronti degli spauriti ospiti, poi invece guarda al potenziale offensivo, da ricercare nonostante 79 punti e l’assenza di due point-guard, perché qualche disattenzione ha reso meno immediato il trionfo di stasera.

Così, interrogato sul potenziale raggiunto o meno dai suoi, il savio Ergin chiosa: “Al momento abbiamo raggiunto il 100% del nostro potenziale difensivo, soprattutto in casa. Offensivamente, non siamo ancora lì. Ci mancava Sloukas, ma credo che ci serva migliorare il nostro attacco. Essere tra le prime 4 in regular season è fantastico, ma dobbiamo proteggere questo record. Abbiamo sei trasferte per cui dovremmo essere pronti“.

Photo credit: Olimpia Milano Facebook, Panathinaikos BC X

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