Eurolega, pensieri sparsi dopo il round #21

0 0
Read Time:5 Minute, 12 Second

Round #21 di Eurolega ricco di derby e di sfide decisive. Qualche considerazione importante ce l’ha indubbiamente lasciata.

  • Ripartiamo dal clasico, indubbiamente il match di cartello di giornata. Chi è più avanti: Real Madrid o Barcellona? Dopo 30 minuti avremmo detto i catalani senza ombra di dubbio, poi tutto è cambiato. Per un motivo o per un altro, al terzo anno di Jasikevicius sulla panchina blaugrana, siamo agli stessi discorsi. Ci sono momenti in cui la superiorità del Barça sembra evidente: alla fine del terzo quarto, nonostante il punteggio (50-59), ci sembrava improbabile una vittoria blanca. Ma ai catalani manca sempre inesorabilmente qualcosa: se ci pensate il copione della passata semifinale di Eurolega era stato praticamente uguale. Momenti difensivi da cineteca (vedi per esempio il perfetto game plan su Tavares), poi però, come al solito, in attacco ad un certo punto si spegne la luce. Se poi ci metti anche il fatto che il tuo uomo di punta, Nikola Mirotic, nei possessi decisivi colleziona infrazioni di passi e palle perse allora il problema è grande. Anche perché dall’altra parte gli uomini clutch non perdonano. Ecco, anche di Mirotic forse qualcosa bisognerà dire: dal rientro non ha mai brillato e, anzi, ha avuto numerosi passaggi a vuoto. Lo riavremo al suo meglio?
  • Lato Real Madrid. Lo abbiamo detto tante volte e lo abbiamo ripetuto ancor di più dopo la severa sconfitta del Pireo: è evidente come a questa squadra manchi un playmaker in grado di dare qualità per un lungo arco di tempo. D’altro canto, però, il roster madrileno è così clamorosamente lungo e talentuoso che spesso, anche contro le big, basta rimanere più o meno incollati nel punteggio e poi affidarsi alle giocate dei singoli nel finale. Perché se Sergio Llull non lo scopriamo certo ora, Dzanan Musa si sta rivelando uno dal sangue freddissimo; senza dubbio il migliore della stagione blanca insieme a Tavares. Poi, appunto, della qualità stratosferica di Llull c’è poco da aggiungere: 19 punti tutti dal quarto periodo in poi e una capacità di far muovere la retina a cui pochissimi si avvicinano.
  • Postilla in casa Real. Parlavamo appunto della capacità di rimanere incollati al punteggio anche nei momenti di difficoltà. Ecco, l’apporto di Gabi Deck, in questo senso, è decisivo: solidità, forza fisica e resilienza allo stato puro. I suoi numeri da capogiro (23 punti, 7 rimbalzi e 33 di PIR) passano quasi inosservati, ma hanno un peso specifico enorme. La sua capacità di fare sempre la cosa giusta, quasi nei panni di un agente segreto silenzioso, è disarmante.
Real Barcellona | Eurodevotion
  • Difficile spiegare razionalmente quello che è successo ad OAKA. 42-27 Zalgiris all’intervallo; 89-65 Pana il risultato finale con i greci che segnano la bellezza di 37 punti solo nel terzo quarto, unitamente ai 62 globali del secondo tempo, lasciando la miseria di 23 punti agli ospiti negli ultimi 20 minuti di gioco. Lo avevamo detto: il Pana è probabilmente la squadra più disfunzionale della competizione, ma se i suoi giocatori si accendono possono essere un problema per chiunque – vedi l’accelerazione di Paris Lee, in questo caso. Dall’altra parte lo Zalgiris non scende in campo nel secondo tempo e non ce lo aspettavamo da una squadra che se aveva un attributo intoccabile quello era la continuità. L’impressione è che i lituani si stiano mangiando le mani perché una vittoria avrebbe significato avvicinarsi davvero al primo posto; la sconfitta, invece, vuol dire doversi guardare le spalle da tutto il gruppo che lotta per settimo e ottavo posto.
  • Applausi per Valencia! La caterva di infortuni, dopo la sconfitta con la Stella Rossa, poteva affossare definitivamente i taronja. Invece, giocando una grande pallacanestro, sono arrivate quattro vittorie di fila contro Efes, Asvel, Partizan e Alba. Il trionfo di Berlino di giovedì era tutt’altro che scontato vista l’assenza del capitano e perno della squadra Bojan Dubljevic. Vista anche l’assenza di Rivero, Mumbru ha dovuto giocare sotto canestro col solo Kyle Alexander (non esattamente quello che dovrebbe essere il primo centro di una squadra di Eurolega) utilizzando quintetti molto piccoli. Ma la qualità, soprattutto offensiva, dei valenciani è talmente elevata che si riesce a creare quasi sempre un tiro pulito. Ora il sogno playoffs è tutt’altro che utopia.
  • Della bellissima partita tra Baskonia ed Efes si è detto tanto. Delle grandi gesta del trio Thompson-Costello-Giedraitis se ne è giustamente parlato in modo diffuso. Quindi ci concentriamo su qualcos’altro; lato Efes. Lo diciamo da settimane ed è ancora più doveroso sottolinearlo oggi: i turchi stanno decisamente scherzando col fuoco. Solo 2 vittorie nelle ultime 6 uscite: le sconfitte sono arrivate contro Maccabi, Valencia, Bayern, Baskonia. Ovvero praticamente contro dirette concorrenti per i playoffs. L’Efes oggi ha record negativo (10-11) e si trova invischiata in quella clamorosa tonnara per gli ultimi posti disponibili per la post-season. Quest’anno fare un filotto di vittorie come negli anni passati sembra cosa davvero improbabile e allora continuare con questi passi falsi potrebbe essere seriamente deleterio. Ad oggi sono la delusione più grande insieme all’Olimpia Milano? Decisamente sì.
  • Si è parlato del derby spagnolo, ma il round #21 è stato anche il turno del derby di Belgrado. Vince il Partizan di un solo punto, vendicando l’andata, anche se l’impressione era che delle due squadra in campo era quella che aveva espresso la pallacanestro migliore. La Stella Rossa è i suoi esterni (dietro ai 26 punti di Vildoza e i 23 di Nedovic c’è il nulla), il Partizan invece col tempo ha saputo crescere di rendimento mostrando una fase offensiva decisamente più convincente. Se poi si volesse enucleare l’asse decisivo della squadra di Obradovic quello sarebbe l’asse Exum/Lessort. Sono i due indispensabili per tutti gli altri per quello che danno in termini di ritmo, intensità ed energia.
  • La Virtus cade a Monaco di Baviera e si allontana sensibilmente dai playoffs. Ma vogliamo parlare di Milos Teodosic, ovvero l’interruttore dei bolognesi. Se c’è lui in campo le vu nere sono competitive, altrimenti non lo sono. Il mago serbo al momento guida la classifica del maggior numero di palle perse per 32 minuti giocati: 5.4. Cosa vuol dire? Banalmente che per fare in modo di rimanere in partita o vincere le partite la Virtus è costretta a sovrautilizzarlo. Con le conseguenze che si conoscono.
Virtus Maccabi Teodosic

About Post Author

frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura e cinema sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare. Vorrebbe avere l'eleganza di Anthony Hopkins.
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Rispondi

Next Post

Liga (J18): il derby catalano tra Girona e Barcellona è blaugrana

Il posticipo del sabato sera di Liga Endesa ha visto andare in scena il derby catalano tra Girona e Barcellona al Palau Girona di Fontajau. Girona-Barcellona: la gara Dopo un primo equilibrio iniziale, c’è subito il primo parziale della squadra di Jasikevicius che prova ad indirizzare la gara. Il 2-16 […]
Barça Girona Jokubaitis

Iscriviti alla Newsletter di ED

Scopri di più da Eurodevotion

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading