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Tra esattamente 14 giorni, entro un’ora, l’Efes ospiterà (dovrebbe ospitare…) lo Zenit San Pietroburgo nella prima gara della stagione 2020/21 di Eurolega. Francamente, seppur alla ricerca di un certo ottimismo, c’è un dovere legato alla realtà che ci impedisce di dormire sonni tranquilli.
Le parole di tanti protagonisti non aiutano certo nell’ottica di quell’ottimismo.
- Andrey Vatutin, Presidente CSKA: «Se l’Eurolega non iniziasse e non giocasse questa stagione sarebbe a rischio sparizione». Vero, come peraltro quasi tutte le competizioni per le più disparate ragioni. Lo sport è business e quanti business stanno sparendo?
- Ergin Ataman ha detto qualcosa di simile che però è stato interpretato (e titolato) nel senso che garantisse più visualizzazioni possibili… E’ vero che ha affermato che «L’Eurolega perderebbe di credibilità se non iniziasse la stagione» ma lo ha detto proprio dopo aver dichiarato che certamente «chi ha deciso di sospendere la stagione scorsa non è stato certo contento tra i dirigenti di EL». Bella differenza! Titolando in un certo modo viene perso il senso di una dichiarazione completa e si può pensare ad un attacco diretto che assolutamente non c’è stato. Ma si sa, un clic è per sempre…
- Il Maccabi si interroga: giocare in Israele le gare casalinghe iniziali oppure spostarsi in qualche paese vicino (Grecia) con situazione migliore? Da notare che il nuovo “lockdown” che inizierà domani prevede parecchie eccezioni, tra le quali quelle per gli sportivi, quindi l’attività è sostenibile anche durante queste nuove tre settimane di fermo. Dalle nostre fonti la decisione è oggi 50/50.
- Le restrizioni di viaggio verso e da certi paesi come ad esempio la Russia, come permetteranno l’attività? Vero che il board di EL ha parlato di possibili rinvii, spostamenti in campo neutro etc, ma pensiamo ad un Khimki od uno Cska, piuttosto che allo stesso Maccabi di cui sopra: che fanno, giocano solo fuori casa? Ok l’emergenza, ma una competizione equa è assolutamente prioritaria e così non lo sarebbe al 100%, anzi.
- Quindi, lo dico? L’unico modo di avere una reale equità competitiva per le 18 squadre oggi si chiama “bolla”. Che va discussa con le leghe nazionali e con la FIBA. I rapporti saranno quelli che sono, ovvero più che pessimi, ma l’impressione è che oggi regalare alle stesse leghe nazionali un rinvio di 5-6 settimane sarebbe graditissimo. Avranno il coraggio di ammetterlo? Ne riparleremo domani. Con proposte, chiare.