In un clima da playoff l’Olimpia rincorre, la Virtus vince e si entusiasma

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Alla Segafredo Arena arriva la terza vittoria stagionale a uno della Virtus contro l’Olimpia. Le vu nere controllano la contesa dall’inizio alla fine, Milano prova a rimanere attaccata, ma le percentuali bianconere hanno la meglio.

Vittoria dal peso specifico importante visto che ricaccia i biancorossi a una partita di distanza in LBA che, in realtà, diventano due, in virtù della differenza canestri ribaltata.

Dentro la partita

Napier e Lo partono in quintetto insieme e fanno subito 2/2 dall’arco; dall’altra parte risponde prontamente Lundberg. Atmosfera e ritmi subito caldissimi. La Virtus parte fortissimo, 4/4 dall’arco (2 Abass e 2 Lundberg) e 16-10 dopo nemmeno 4 minuti. Le vu nere sanno bene cosa fare in attacco, l’Olimpia fatica maggiormente a trovare un vantaggio; tuttavia l’equilibrio rimane insieme a un tasso fisico elevato. Mirotic segna da tre a modo suo. 24-19 dopo 10′.

Due triple pazzesche nel giro di pochi secondi di Belinelli: abbiamo finito gli aggettivi per una stagione sin qui sontuosa. 30-19 e TO Milano. Mirotic, nervoso, spintona Belinelli e si guadagna l’antisportivo. Belinelli da 2/2 dalla lunetta e tripla dalla rimessa: fa tutto lui, in pochi secondi paranormali fa 11 punti in 36 secondi! Poi la partita rallenta e gli attacchi producono di meno. L’Olimpia si riavvicina a -9; qualche appoggio sbagliato di qua e di là. La Virtus va al riposo sul 47-37, dopo una fase di stallo.

Riparte la partita, riparte Belinelli da tre. L’Olimpia sbaglia inspiegabilmente numerosi lay-up sotto canestro, mentre le vu nere commettono diverse perse ingenue che lasciano aperta la porta agli avversari. Le percentuali da tre bianconere rimangono superlative, ma la gara diventa vagamene confusionaria e Bologna manca il colpo del KO con una Milano che fatica a segnare. Shengelia continua a punire dall’arco: è 3/4; l’Olimpia si aggrappa ai liberi. Tripla di Ricci dalla sirena. Dopo tre quarti è “solo” +10.

L’attacco bianconero perde in brillantezza; dall’altra parte tutta l’Olimpia è aggrappata a Napier, decisamente il migliore dei suoi. Milano torna a -8 e Bologna continua a perdere troppi palloni. Due triple consecutive di Hackett rimettono le cose a posto per la Virtus, ma ancora le perse di casa aiutano Milano che, con pazienza, torna sul -6 con 3′ da giocare. Nel momento decisivo Abass e Lundberg trovano due grandi canestri dal mid-range che consegnano la gara alla Virtus. Gara controllata dall’inizio alla fine: 84-75 il punteggio finale.

Olimpia sempre a rincorrere, Napier troppo solo

L’Olimpia non è mai stata avanti nell’arco dei 40 minuti: qualcosa dice. Napier riprende da dove ha lasciato col Partizan, con una brillantezza dal palleggio che non aveva ancora ritrovato da quando è tornato a Milano.

Oggi, però, l’ex Stella Rossa è rimasto troppo solo. Lui fa 24 punti, Mirotic e Voigtmann lo coadiuvano a corrente alternata, ma dagli altri arriva troppo poco. L’attacco, salvo qualche scorribanda, è stato altalenante così come nelle ultime uscite – tenendo a mente l’assenza di Shields che, come sappiamo, cambia sempre enormemente le dinamiche dell’attacco di Messina. Ad essere sanguinosi sono stati, però, alla fine, i tanti appoggi sbagliati, che spesso hanno tagliato le gambe a una possibile rimonta.

La difesa, d’altro canto, spesso ha faticato nel ruotare, concedendo tante triple aperte alla Virtus e dando loro ritmo in quel fondamentale. Come Messina ha sottolineato in conferenza stampa post-partita a pesare sono stati i tanti rimbalzi offensivi raccolti dalle vu nere che sono state brave a riaprire velocemente e trovare quindi buoni tiri.

Di certo l’Olimpia ha pagato la poca brillantezza a 48 ore dalla gara col Partizan, che dal punto di vista fisico e mentale ha assorbito non poche energie. Parallelamente la difesa continua a concedere tanto, a rimbalzo si continua a fare fatica e l’attacco soffre sempre a trovare vantaggio. Servono risposte immediate in questo rush di marzo. E serve Shields.

Virtus, voglia di vincere

La Virtus ha giocato una gara di grande energia. Ottima, a livello tecnico, nel primo tempo, più pasticciona nella seconda metà di partita, ma alla fine il sangue è rimasto freddo.

A fare la differenza sono state l’aggressività prodotta e la continuità difensiva. Poi, è ovvio che quella percentuale dall’arco è un dato inequivocabile: 17/34 e 50%. Sono numeri replicabili? In assoluto è difficile che lo siano. Ma è necessario sottolineare come quelle triple, oggi, spesso siano state aperte e ottimamente costruite. Questo uno dei grandi meriti virtussini della serata: saper muovere bene la palla, una volta ottenuto un vantaggio.

Tallone d’Achille le palle perse, troppe nel secondo tempo. Ma la difesa è stata consistente per tutti i 40 minuti. E quella è stata la pietra angolare della vittoria, non permettendo mai a Milano di trovare continuità realizzativa offensiva.

Un altro fattore è stato l’impatto di Belinelli. Abbiamo finito le parole: irreale, decisivo, paranormale, e potremmo andare avanti per lungo. Quel break a inizio secondo quarto, a ben vedere, ha deciso una buona fetta di partita.

Ancora importantissimo il contributo di Abass, uno che si sta facendo trovare sempre pronto. E poi un Lundberg decisivo nel fare canestro e creare vantaggio. Tra le note negative un Cordinier che ha di nuovo faticato ad entrare nella partita e uno Zizic che non sembra trovare spazio in questa squadra.

La vittoria è importante, molto più di quello che vale una gara di regular season di campionato. Una vittoria che può valere la posizione sopra Milano e che ridà fiducia alla squadra in vista del rush di marzo, in cui l’entusiasmo serve che rimanga altissimo.

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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