Il Real torna subito a vincere, battuto l’Olympiacos al Pireo

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A distanza di sei mesi e mezzo, Olympiacos e Real Madrid tornano ad affrontarsi dopo l’indimenticabile finale di Kaunas, decisa dal canestro di Sergio Llull. Al Pireo sono di nuovo gli spagnoli ad imporsi – 71-77 il finale –, questa volta senza la necessità di una magia a fil di sirena, ma comunque soffrendo fino alla fine. L’Olympiacos infatti, pur rimanendo quasi sempre in svantaggio, non ha mai dato il segnale di resa, ma l’infinito talento dei Blancos ha avuto la meglio.

La partita

Le difese sono molto aggressive e nei primi minuti si segna poco. Il Real si sblocca grazie al solito Campazzo e ai suoi assist, finalizzati come sempre molto bene da Tavares. I Blancos firmano il primo strappo della partita portandosi sul 19-12. L’ingresso di Larentzakis scuote l’Olympiacos, l’energia del greco ferma il primo tentativo di fuga dei Blancos e riporta i Reds a -4 dopo dieci minuti. Nel secondo quarto, il Real si affida allo sconfinato talento di Hezonja, che segna, uno dopo l’altro, dei canestri difficilissimi. La squadra di Mateo tocca le otto lunghezze di vantaggio, ma ancora una volta la fiammata nel finale di quarto riavvicina l’Olympiacos. Il primo tempo si chiude sul 36-37.

Il terzo quarto è dominato dall’equilibrio. Musa è fenomenale, ma l’Olympiacos risponde colpo su colpo. Canaan regala il primo momentaneo vantaggio della partita ai suoi, dall’altra parte però il bosniaco e ancora Hezonja continuano il loro show e il Real chiude in vantaggio anche il terzo periodo. La partita rimane in bilico per metà ultimo quarto, poi, sul più bello, l’Olympiacos smette di segnare. I Blancos ne approfittano, infilano tre canestri di fila e chiudono la partita.

L’Olympiacos non molla mai, ma non basta

Infliggere la seconda sconfitta consecutiva al Real era difficile, molto difficile, ma non impossibile. E l’Olympiacos, infatti, non ci è andato lontano. La squadra di Bartzokas ha giocato nel complesso una buona partita. È vero che ha dovuto inseguire il Madrid per i primi due quarti, ma non gli ha mai permesso di prendere il controllo della partita, cosa non scontata viste le diverse volte in cui, in questa stagione, il Real ha chiuso i conti già nel primo tempo o addirittura nel primo quarto.

I greci hanno sempre risposto ai parziali degli avversari, ma non sono mai riusciti a trovare il guizzo giusto per incanalare la partita sui propri binari. Nonosante siano riusciti a trovare il vantaggio in un paio di occasioni, non hanno mai preso veramente le redini della partita, che sono sempre rimaste nelle mani del Real.

Se l’Olympiacos ha qualcosa da rimproverarsi, questa è indubbiamente la percentuale da tre punti (27.3%). I Reds hanno sbagliato decisamente troppe conclusioni aperte, che avrebbero cambiato non di poco l’andamento della gara. L’1/7 di McKissic e il 3/10 di Walkup pesano molto, ma allo stesso tempo svelano un altro grosso problema dell’attacco dei greci. Se due giocatori come McKissic e Walkup, che di certo non sono due tiratori puri, si prendono così tante conclusioni dalla lunga distanza, significa che qualcosa non funziona. Questa sera, infatti, Canaan e Peters non hanno dato il loro solito apporto in fase realizzativa e l’Olympiacos ha provato a trovare delle alternative, che però non hanno dato gli stessi risultati.

Nel finale di partita è venuto fuori un altro problema di cui più volte si è parlato, fin da inizio stagione. Quando la palla pesava, nei possessi finali, nessuno si è preso la responsabilità di giocare un uno contro uno o di costruirsi un tiro dal palleggio. Questo perché all’Olympiacos manca un giocatore di questo tipo. Il più indicato sarebbe Canaan ma, come detto, questa non era la sua serata. E così nell’ultimo quarto, la squdra di Bartzokas non ha segnato per quasi cinque minuti di fila, un digiuno che si è rivelato fatale.

L’infinito talento del Real Madrid

C’è poco da dire. I giocatori del Real Madrid sono semplicemente troppo più forti rispetto a tutti gli altri. La partita di questa sera inquadra perfettamente quella che è la squadra di Mateo. Una squadra che non ha bisogno di proporre una pallacanestro chissà quanto elaborata o complessa per vincere le partite e i campionati. Quando si hanno così tanti fuoriclasse a disposizione bisogna semplicemente metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio, poi il resto lo fanno da soli.

Questa sera, in particolare, i protagonisti della vittoria madridista sono Hezonja e Musa. Il croato ormai ci ha abituato a momenti di totale onnipotenza cestistica, ma ogni volta ci si stupisce nell’ammirare i suoi canestri in fade away o in step back da dietro l’arco. Nella sua partita, chiusa con 18 punti, c’è stato spazio anche per la doppia doppia, realizzata grazie ai 10 rimbalzi catturati. Il bosniaco ha giocato un secondo tempo senza senso. Dopo aver chiuso i primi venti minuti con due punti, ne ha messi 21 negli ultimi due quarti, segnando triple da ogni dove.

Impossibile non citare anche Campazzo, sempre prezioso nelle vittorie del Real. Dopo i 33 punti con il Fener, l’argentino questa sera ne ha segnati solo 9, ma non ha fatto mancare il suo contributo in cabina di regia smazzando 9 assist. Infine, merita di essere sottolineato anche il solito impatto di Edy Tavares, che nella metà campo difensiva è stato un fattore decisivo, come del resto lo è sempre stato in ogni partita.

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