Real in stile NBA, anche Gran Canaria asfaltata

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Real-Granca è stato il piatto forte del mezzogiorno nella Jornada 13 di Liga. I madrileni non fanno sconti e stravincono.

Dopo una settimana straordinaria in cui è stata completata la conquista di Atene dal Pireo ad Oaka, il Real è tornato in campo per una gara sulla carta assai complicata contro Gran Canaria nel mezzogiorno della domenica di Liga Endesa.

La squadra di Lakovic arrivava al Wizink Center forte di 5 successi nelle ultime 6 gare “liguere”, mentre il cammino in Eurocup è senza macchia: 10/0 dopo l’ultima, nettissima W contro l’Aris.

Gli uomini di Chus Mateo mettono in scena l’ennesimo show e lo score finale dice 97-71. Non secondario, sebbene scontato, il biglietto ufficiale per la #CopaACB.

Le sconfitte contro Malaga e Fenerbahçe si dimostrano minimi e casuali incidenti di percorso, più dovuti a momenti di mancata concentrazione che a reali valori tecnici, con larghissimi vantaggi che avevano comunque certificato le prestazioni. La “casa blanca” si conferma largamente il meglio d’Europa, nel torneo nazionale più competitivo del continente come nella massima manifestazione internazionale.

LA GARA

Il primo quarto è uno show madridista che non possiamo nemmeno definire senza precedenti, visto che vi abbiamo assistito più volte in stagione: 31-14 dopo un 10-0 iniziale in 2’56”. Hezonja di una bellezza irreale: 15 con 3/3 da 2, 3/5 da tre, 2 rimbalzi e 2 assist. Granca non può nulla e fa già abbastanza bene da non finire a meno 20 od oltre.

+20 che arriva subito nel secondo periodo (36-16) quando tre cesti consecutivi di Ethan Happ provano a limitare di danni per gli isolani. E diventano 11 i punti dell’ex Cremona quando si intravede uno spiraglio di partita sul 46-33.

Madrid perde qualche pallone un po’ troppo “facilone” e questo separa lo score da un massacro. Chus durante il TO parla con la fermezza e la tranquillità di chi ha perfettamente in mano la squadra: grandezza di chi molti credevano non in grado, con notevole pressappochismo.

54-37 al riposo con una minima sensazione di un Real che avrebbe dovuto chiudere abbondantemente il discorso negli ultimi possessi, un po’ troppo “gigioneggianti”. 15 con 7/7 di Ethan Happ, splendido.

A metà terzo quarto è 63-39 e l’impressione che il resto della gara sia un allenamento con ricerca di giocate ad effetto da parte dei padroni di casa è chiara. La “rovesciata” a tutto campo di Campazzo che non trova Hezonja ne è chiara dimostrazione.

Infortunio ad un arbitro, lunga sosta che non aiuta di certo. Si riparte ed è sempre festival “blanco”. Dopo 30′ è 74-53 il resto sarà pura accademia sino al 97-71 finale.

LE CHIAVI

La chiude subito Hezonja ed oltre i numeri è lo straordinario gap di talento a favore del Real che non permette una contesa equilibrata.

Tirando il 72% da due diventa dura perdere, così come lo è mettendo a segno 27 assist contro solo 12 perse, il tutto ad un ritmo a lunghi tratti NBA.

Granca può ben poco, ci prova ripetutamente ma la differenza è abissale. Ed il fatto che lo sia contro chi sta dominando l’Eurocup dice ancor di più dei valori della “casa blanca”.

MVP

Si può indicare un Coach? Chissenefrega, lo facciamo.

Chus Mateo presenta una squadra perfetta, all’ennesima settimana da 4/0 tra EL e la Liga più dura d’Europa.

«Ci passiamo la palla» una delle semplici ragioni delle prestazioni madrilene secondo l’allenatore, al quale viene chiesto come vorrebbe fosse ricevuto Pablo Laso, atteso giovedì al Wizink Center per la prima volta da avversario: «Come la leggenda che è, come chi ha reso grande questo club con uno stile di gioco rapido ed efficace. Con una grande ovazione da parte del suo pubblico». Classe. Non gli ha mai fatto difetto, da uomo normale che fa grandi cose.

Poi ovvio, è bello allenare Hezonja, il Facu, Tavares ed un’altra dozzina di giocatori da sogno.

Giusto menzionare Ethan Happ, che chiude la gara con 26 in 26’08” aggiungendovi 6 rimbalzi: 12/17 dal campo. Mica male contro quelli che si è trovato di fronte.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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