FIBAWC 2023 | La Germania è una meraviglia: lezione alla supponenza USA e finale Mondiale

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La Germania batte team USA 111-113 in una partita che entrerà di diritto nella storia dei Mondiali e della nazionale teutonica.

Una gara perfetta quella preparata dai tedeschi che giocano 40′ di grande intensità dando una lezione di attitudine e approccio agli americani a cui non è bastato nemmeno lo sconfinato talento a disposizione. Per gli uomini di Herbert la finale è risultato meritatissimo, figlio di quella che è stata finora la pallacanestro più bella del torneo: lo scontro finale sarà tutto europeo contro la Serbia di Bogdan Bogdanovic.

La partita

L’avvio tedesco è subito energico e deciso: sanno che contro team USA è importante partire bene. Difesa ruvida, tanto movimento di palla offensivo; l’attacco della Germania è sfavillante e allora è +10 sul 15-25. Fino a questo momento un ubiquo Obst sta martellando dall’arco e servendo al meglio i compagni. Gli americani si rifanno sotto con maggiore lucidità in difesa e più pazienza in attacco. Primo quarto di altissimo livello tecnico, soprattutto offensivo, che si chiude sul 31-33.

Continua il grande equilibrio, ritmi altissimi e l’America mette per la prima volta il muso avanti. Sono ancora gli attacchi ad esaltarsi in questa fase: chi alzerà per primo il livello difensivo potrebbe fare un break. Si sblocca Schroder con una tripla, ma i tedeschi continuano a concedere troppo in difesa. La migliore attitudine teutonica per ora è migliore, in una partita che va a strappi. 60-59 dopo 20′ in stile NBA, appunto. La Germania è migliore, ma per ora il talento USA è avanti di uno. Gara apertissima.

I tedeschi ripartono benissimo con la difesa americana che pasticcia parecchio. Brunson fa disastri, Theis sontuoso su entrambi i lati del campo, l’attacco teutonico brilla e Kerr è costretto al timeout sul 64-70. Team USA rimane attaccato alla partita col talento infinito dei suoi giocatori; intanto Obst continua a fare magie. La solidità teutonica non si scalfisce, si riporta sul +9 e continua a mettere pressione agli avversari. La Germania è perfetta e prima degli ultimi 10′ chiude sul 84-94: ora sta agli americani rispondere.

Lo spartito non cambia: la difesa USA continua a fare acqua e la Germania mantiene un margine di vantaggio nonostante Brunson sia salito di livello. La pigrizia difensiva americana continua a regalare canestri facili a dei teutonici pienamente dentro la partita, ma dalla schiacciata di Edwards qualcosa cambia: team USA prende fiducia, alza le marce, Edwards mette una tripla pesantissima e allora è 103-106: finale in volata con 3’18” da giocare.

Obst con l’ennesima grande tripla, Schroder per il +6, ma a partita che poteva essere finita la Germania regala due punti facili e un fallo ingenuo. Edwards sul -4 con 33″ getta via il pallone, non c’è più tempo per le rimonte e allora è tripudio Germania, prima finale Mondiale nella loro storia e USA al tappeto.

Pigrizia e supponenza: i due grandi peccati di team USA

Ci risiamo: altro flop fragoroso di team USA al Mondiale. Dopo essere uscito anzitempo ai quarti di finale quattro anni fa contro la Francia, ora il KO è firmato dalla Germania che, ironia della sorte, batte gli americani proprio giocando in stile NBA con quintetti piccoli, ritmi altissimi e la forza degli attacchi.

La squadra a stelle e strisce aveva a disposizione un’infinità di talento, ma bisogna saperlo usare. O avere voglia di usarlo. Lo hanno fatto per tre minuti prima della sirena quando hanno prodotto finalmente qualche difesa presente e sensata, e hanno attaccato passandosi la palla (cosa che altrimenti si è vista decisamente poco lungo tutto il resto del match).

Ma, contro una buonissima squadra come quella tedesca, non possono bastare tre minuti ben fatti in una semifinale Mondiale. E allora i peccati americani sono sempre gli stessi: la pigrizia e la supponenza. Della prima il volto è Jaren Jackson jr, sempre in ritardo sugli aiuti difensivi e mai capace di rendere incisivo il suo talento. Lo stesso si può dire di un Brunson abulico che si ricorda di essere un grande penetratore solo nei primi possessi del quarto quarto, di un Bridges spesso pasticcione o di un Haliburton molto più spaesato rispetto alla gara con l’Italia.

Non sono bastati il solito cerebrale e fondamentale Reaves (21 punti) e le sensazionali giocate di Edwards (24 punti) nel finale: i due che stavano per riaprire da soli la partita. Non sono bastati perché quei 35′ di supponenza nel frattempo avevano dato sicurezza, armi e fiducia a un avversario che conosce molto bene il gioco.

Com’è meritata la vittoria tedesca, è altrettanto meritato il tonfo americano.

Intensità, rapidità, qualità: che bella Germania!

La Germania ha giocato una partita sensazionale: 40 minuti di alta pallacanestro con una parte offensiva che è stata meravigliosa per quasi tutta la durata dell’incontro.

Segnare 113 punti contro team USA non è cosa da poco, ma quello che ha fatto la differenza per i teutonici è stato quello che c’è dietro ai numeri. A guardarli sono molto simili: 65% v 68% da due, 48% v 43% da tre e 28-30 la lotta a rimbalzo. Ma la Germania ha comandato la partita dall’inizio, ha attaccato decisamente meglio, ha difeso – non sempre benissimo, ma team USA proprio non lo ha fatto-, ed è quasi sempre arrivata prima sulle palle vaganti.

Fra tutte le cose, però, proprio l’attacco è quello che va elogiato. Per la varietà di soluzioni e di interpreti. Bravissimo Schroder (17 punti e 9 assist) nel capire quando c’era bisogno dei suoi 1c1 e quando di giocare con la squadra; onnipresente su entrambi i lati del campo Daniel Theis (21 punti e 7 rimbalzi) con la sua intelligenza e la sua capacità di segnare rollando e raccogliendo le secondo palle; letale ed elegante come un cobra Franz Wagner (22 punti e 7 rimbalzi).

E poi c’è la partita immacolata di Obst che, oltre a tiratore formidabile, dimostra di essere un passatore di grande livello e un ottimo portatore di palla, costante pericolo per gli americani che non hanno mai capito di doverlo marcare in modo un po’ più attento. 24 punti e 6 assist per una partita cristallina.

Insomma, è un piacere vedere giocare la Germania per l’intensità, il movimento e la rapidità che instillano alle loro azioni. La prima finale Mondiale nella storia di questo paese è un risultato meritatissimo. E ora, in casa teutonica, si sogna l’oro!

About Post Author

frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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