Germania campione del mondo 2023! Un trionfo che viene da lontano

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Germania campione del mondo 2023. Gli uomini di Herbert superano la Serbia guidati da un grandissimo Schroeder.

La Germania è campione del mondo 2023!

Dopo una finale prima splendida e poi bruttarella nella quale gli uomini di Herbert hanno superato la Serbia 83-77, si completa un percorso fantastico che ha radici lontane, non certo soltanto nel capolavoro in semifinale contro gli USA.

Dopo il venerdì delle sorprese, magari meno eclatanti di quanto si possa ritenere visti i valori tecnici delle due squadre europee, la sfida per il titolo aveva tutti i connotati dell’appuntamento con la storia.

21 anni fa ad Indianapolis gli slavi vinsero superando quell’Argentina che aveva battuto in semifinale i tedeschi, poi bronzo dopo il successo sulla Nuova Zelanda. Erano i teutonici di Nowitzki, l’uomo da cui partì tutto.

Una nazione che sostanzialmente sapeva poco o nulla di basket, a parte l’europeo 1993 vinto con la guida proprio di… Pesic, costruì partendo da WunderDirk un movimento che passo dopo basso, lavorando dalla base, è cresciuto senza mai fare un passo più lungo della gamba ed oggi si ritrova nell’élite mondiale, posto nel quale siamo pronti a giurare si confermeranno a lungo, anche sulla base del recentissimo progetto decennale partire dalle scuole. In sostanza l’esatto percorso contrario rispetto all’Italia. Ma qui non bastano più nemmeno fiumi d’inchiostro per ragionarci sopra, dal momento che non cambia e non cambierà disgraziatamente nulla.

In quel 2002 Svetislav Pesic salì sul tetto del mondo con una nazione che, chiamatela Serbia o precedentemente Jugoslavia, con i Mondiali aveva un storia assi vincente.

La Germania è arrivata allo scontro finale da unica imbattuta. Solo 76,1 possessi per gara (20ma) ma 1,11 punti a possesso (4a). 124 di OFFENSIVE RATING (3a), 103,4 il DEFENSIVE (5a): 20,6 il NET RATING derivante, quarto della competizione.

Dati ancora più eclatanti quelli della Serbia. Un numero di possessi comunque abbastanza basso (77) per questi mondiali ma un NET RATING di 28,9, nettamente il migliore, che è figlio di un OFFENSIVE da 126,9 (primo) e di un DEFENSIVE da 98,0 che, oltre ad essere il migliore del torneo è anche l’unico sotto quota 100 insieme al 98,5 della Spagna. 1,17 punti segnati per possesso il dato notevolissimo della squadra di Pesic: Non serve dire che si tratti del meglio dell’intero mondiale.

La grande battaglia per l’oro incorona la Germania ma un grande applauso va alla Serbia, splendida a lungo anche in finale, mancata nella circolazione di palla nella seconda parte della gara ma comunque resiliente nel provarci sino alla fine. Ora sarà curioso vedere che ruolo avranno i vari Jokic, Micic etc in ottica Olimpiadi.

Pesic ha rigiocato la finale mondiale dopo 21 anni. Per i maghi dell’etichetta forzata va detto che non era bollito prima e non è tornato un genio oggi. Resta un grande allenatore, che ha scritto la storia di questo gioco e che, come tutti, ha vissuto momenti di assoluta grandezza come altri di estrema difficoltà, col pregio, o il difetto, di essere fedele alla sua pallacanestro.

LA GARA

Si segna da subito, confermando che gli attacchi, splendidi, sono in grado di battere difese comunque valide e con idee chiare.

Si fa male Dobric e la direzione spogliatoi non è una bella notizia: entra Marinkovic, caldissimo sin dai primi palloni toccati. Due triple di tabella serbe sono segnali, le letture di Voigtmann sono illuminanti. Andy Obst continua a vedere solo il fondo della retina, dopo 10′ è 26-23 Serbia con percentuali altissime da entrambe le parti.

Si riparte ed è Franz Wagner a dipingere Picasso cestistici. Ecco, dall’altra parte c’è Bogi che non ha intenzione di lasciare la sala più nobile del Louvre dei canestri al rivale ed ecco che arrivano le sue pennellate, roba da impazzire. Serbia a +4 sul 42-38 a 4’01”. Risposta firmata dal solito Franz Wagner, Schroeder piazza una tripla notevole ed i teutonici tornano avanti.

Sciocchezza tremenda proprio del fenomeno tedesco ed ancor più grande degli arbitri che non la sanzionano come antisportivo.

Qualche errore per chiudere la prima metà gara in parità sul 47-47. 15 di Bogi da un parte, 14 di F.Wagner e Schroeder dall’altra.

Si riparte con le squadre più tese e la conferma di tanti errori, taluni inusuali. La difesa tedesca sale in cattedra, guidata da un Voigtmann perfetto su Milutinov, molto cercato dai serbi. I quali balcanici non muovono più la palla, perdendo un sacco di tempo all’inizio di ogni possesso.

Solo 10 punti segnati nel quarto condannano gli uomini di Pesic al -12. La gara pare in mano ai tedeschi con un Bonga che, dopo il momento di Voigtmann, domani la gara.

Due follie di N.Jovic e Petrusev non approfittano dello stallo improvviso anche dell’attacco tedesco. E’ 73-69 sulle note di un Avramovic splendido, ma Voigtmann dice ancora +7 dall’arco.

E’ sparito Bogdanovic, che non tira nemmeno più e si siede in panca a 4′ dal termine. Ora è brutta pallacanestro, da un parte e dall’altra. Torna Bogi, ma è -7 serbo a 2’25” dalla sirena.

Altro passaggio offensivo a vuoto e Pesic deve parlarci sopra a 2’07” con gi avversari in lunetta. La situazione è disperata per i balcanici, mentre i tedeschi la stanno facendo franca nonostante il momento nero.

Avramovic non molla: tripla e poi in lunetta per tre liberi dopo la madre di tutte le stupidaggini di Voigtmann, sino ad allora perfetto. 78-75 il minimo vantaggio tedesco e tocca ad Herbert chiamare TO.

Guduric manca la tripla del pareggio e poi, dopo l’1 su 2 di Schroeder, ancora il #23 del Fener ha una chance pazzesca per un 2+1 ma la palla lo beffa: glaciale dalla lunetta, fa meno 2 ma Schroeder è implacabile e mette il layup dei titoli di coda. E’ trionfo.

LE CHIAVI

Il controllo pressoché totale di Dennis Schroeder su tutto.

I momenti altissimi di Johannes Voigtmann, soprattutto in difesa su Milutinov. Grandioso fino a quell’errorraccio finale su Avramovic che avrebbe potuto trasformarsi in un passaggio negativo storico. Eccellente nel poter stare con un centro come il serbo e nel saper aprire il campo come chiede la pallacanestro di oggi.

La chiarezza di gestione di Coach Herbert. Rotazioni ad 8, perchè Maodo Lo è scomparso nella fase decisiva del torneo dopo un paio di grandi prestazioni iniziali, ed una perfetta distribuzione di responsabilità tra le sue due stelle.

I serbi sono mancati quando si sono intestarditi nel dare palla ad un Milutinov negativo nel momento in cui l’opzione Bogdanovic è mancata, ma anche qui sono tantissimi i meriti avversari più che i demeriti propri.

Tutto ciò, complessivamente, perchè le statistiche in fondo non hanno dato verdetti clamorosi in un senso o nell’altro, se non, ma non è moltissimo, nel 35-29 a rimbalzo.

MVP

Dennis Schroeder, semplicemente perfetto.

28 con 9/17 dal campo quasi sempre sotto controllo, uno dei limiti che ne ha condizionato molti passaggi in carriera. Ma più di tutto hanno impressionato i tanti minuti in difesa su Bogdanovic, faccia a faccia, cattiva e determinata senza mai cadere in penalità inutili.

Ok, Schroeder su tutti, ma a noi resta stampata nella mente, e vi resterà il più a lungo possibile durante tutta la sua carriera, la meravigliosa musicalità di Franz Wagner, un giocatore unico che comunque ha detto 19+7.

Il capitolo MVP doveva essere terreno di conquista per Bogdan Bogdanovic ma il campionissimo serbo è scomparso, o meglio è stato cancellato, nel secondo tempo. Non si toglie nulla al suo valore eccelso, sebbene la delusione sia profonda.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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