Barcellona-Gran Canaria (G2): Higgins gela Las Palmas

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Il Barcellona conquista la semifinale imponendo lo sweep agli isolani, che vendono carissima la pelle e si inchinano soltanto al talento dei campioni blaugrana

Si conclude così sul 2-0 il risultato finale di questi quarti, forse bugiardo dopo due match che hanno visto una strenua resistenza dei ragazzi di Fisac.

La gara di ieri, capitolata, dopo il jumper letale a fil di sirena di Higgins, sul punteggio di 88-86, è stata infatti a lungo controllata dal Granca con grande personalità e sforzo agonistico, ma tutte le illusioni e i buoni auspici si sono infranti contro l’iceberg a tinte culés in un finale di gara esplosivo.

Barcellona vince - Eurodevotion

Affidiamo tutte le nostre riflessioni sull’ennesimo esempio della locura dei playoff Acb alla tipica analisi per punti di Eurodevotion.

Il Granca e l’egemonia dell’area

I ragazzi terribili di Fisac hanno controllato su gran parte dei 40′ il punteggio e hanno fondato tutto ciò, almeno inizialmente, sul banchetto che hanno approntato nell’area dei blaugrana.

In particolare la difesa blaugrana non riesce a opporsi alle iniziative di Khalifa Diop, formidabile spina nel fianco sia nei roll a canestro, ottimamente imbeccato dagli esterni isolani, sia a rimbalzo in attacco. Perfino in 1vs1 in qualche caso ha conquistato importanti successi su uno Smits lanciato da Saras in quintetto, causa il forfait di Sanli.

Ottime indicazioni dal 20enne senegalese, il lungo canario ha fatto vedere infatti ottime cose anche nella sua metà campo, sia nel reggere i cambi difensivi, sia negli show e recuperi verso canestro. Chiuderà con 15+4 e 18 di valutazione.

Tornando al dominio del pitturato realizzato dai padroni di casa nella prima parte di gara, è chiaro che, per una squadra che è stata quinta in Acb per tiri a referto da dentro l’arco, l’insipienza difensiva blaugrana è stato certo un toccasana. Appoggiare il gioco sempre sui lunghi è sembrata un’idea da percorrere con convinzione e ha pagato importanti dividendi.

Ottime le ricezioni dinamiche servite e dunque punteggio che lievita, con un controllo emozionale e un approccio alla gara superiore a quello dei blaugrana, che permette di vincere entrambi i primi due quarti e di tornare negli spogliatoi sul 46-41.

Barcellona, la difesa latita e l’attacco va a sprazzi

Way more physical” è l’approccio che auspica il futuro eroe della gara, Cory Higgins, a metà gara per i suoi nella seconda metà della partita. Un segnale che dice tanto della poca durezza difensiva espressa dal Barcellona nei primi 20′, ma a dire il vero per buonissimi 30’/34′ nella sfida di Las Palmas.

Si concede troppo e troppo facilmente, si consentono rimbalzi con scarso ardore e questa mentalità poco bellicosa si riflette anche in una manovra offensiva che stenta a decollare.

La prima frazione in questo senso è fortemente indicativa, vista la totale difficoltà da tre punti (poi la percentuale si risolleverà sul 40%) e ancor di più la poca scaltrezza e il poco cinismo con cui vengono cercati e sfruttati i mismatch sui cambi difensivi.

Il Granca infatti opzionava il cambio sistematico, scelta che può essere fatta pagare bene se gli avversari schierano contemporaneamente due guardie non particolarmente stazzate come Albicy e Slaughter. Queste situazioni vengono raramente capitalizzate e poi persino molto limitate dalla 2-3 di Fisac, che ha sfidato al tiro da fuori gli ospiti, impedendo che i piccoli potessero finire accoppiati con i lunghi blaugrana.

L’azione offensiva è via via salita di colpi, con un ritmo che è stato alzato e la transizione rapida che è stata esplorata di più. La produzione è migliorata e ha consentito l’inseguimento.

I campioni blaugrana

E così arriviamo alla fine, al momento più spettacolare di un’affascinante duello che è stato quello dell’ultimo quarto.

Il parziale di 16-3 dei gialloblù illude la Gran Canaria Arena, il secondo atto della serie sembra nelle mani di una squadra che a 6′ dalla fine è in vantaggio in doppia cifra. Il sapore della vittoria danza nel palato di un gruppo che ha il fuoco negli occhi e che, con il passare dei minuti, ha sempre di più abbandonato il gioco interno per aggrapparsi al talento dei suoi esterni.

Questo sapore si rivelerà poco dopo avere il più amaro dei retrogusti.

Per prima cosa, finalmente, si verifica l’embargo del canestro blaugrana, con soltato 5 punti concessi da lì all’ultimo minuto finale.

Soprattutto, però, scende in campo il talento del Barcellona, nei giocatori che più di altri hanno la capacità di arroventare le retine, scuotere gli animi e ribaltare le partite. “Dinamitola” e Mirotic prendono in mano le sorti della contesa e piegano con la forza i tentativi vani della retroguardia canaria. Grazie a giocate maestose chiuderanno con 17 punti l’argentino e 21 il montenegrino.

Infine, su tutti gli altri, nonostante un sempre più eroico Ennis (26 incredibili e fantascientifici punti alla sirena), si è elevato un atleta che sa bene come si fa quando la palla scotta. Un campione, un vincente che ha saputo, dopo mesi di assenza, riprendere esattamente da dove aveva lasciato.

Rimessa di Calathes, poco meno di 5” sul cronometro. Sconsigliate la ricezione della prima opzione, Laprovittola, e della seconda, Mirotic, il greco affida il pallone ad Higgins. Due palleggi a destra, movimento Vanterpool a disorientare il diretto marcatore, affondo sempre a destra e quel piccolo, minuscolo, infinitamente microscopico, vantaggio per scoccare la sua conclusione.

Un long two, galleggiando in area. Solo cotone, il tabellone si colora di rosso. E’ semifinale.

Photo credit: Barcellona Basket Twitter, CB Gran Canaria Twitter

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