Sala stampa G2| Don Sergio non gioca all’oratorio, Messina vuole passi avanti

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Le conferenze stampa di Scariolo e Messina stimolano l’analisi di Gara 2

Nel dialogo con la stampa le due leggende della panchina hanno ripercorso i temi cardine della sfida. Il match ha visto qualche evoluzione nei confronti di Gara 1, ma ha confermato la leadership milanese sulla serie.

Scariolo Sala Stampa G2: "Nello sport non esistono sprechi" - Eurodevotion

Scariolo veste sempre il suo consueto abito, serafico e imperturbabile, e snocciola tutta la sua soddisfazione per la prova espressa dai suoi.

Sono molto soddisfatto della partita giocata dai miei giocatori, anzi, dalla mia squadra, è questa la definizione che userei stasera”.

Per il tecnico campione d’Europa è tutta una questione di dettagli, di particolari residuali.

“Abbiamo fatto un grandissimo sforzo per tornare avanti, ci ha castigato qualche episodio alla fine. E’ tutto migliorabile, ma con ovviamente qualche momento di defaillance, di cui il grande avversario che avevamo ha approfittato, il cuore, la concentrazione, le buone decisioni nel corso della partita, soprattutto nel finale dove abbiamo recuperato 9/10 punti, sono state degne dei miei complimenti.”

“E’ stata una partita molto equilibrata, con molti episodi, arrivata alla fine sul punto a punto. Poi puoi prendere una decisione che non va nel verso giusto a volte, ad esempio alla fine volevamo prendere un timeout anche nel caso che Melli avesse sbagliato, però sono tutti piccoli dettagli: il tiro libero, il rimbalzo… I falli che abbiamo commesso su Shields e quel salto sulla finta dello stesso Shields, che gli ha permesso un tiro aperto… Abbiamo guadagnato tanti tiri liberi e non li abbiamo messi, che vuoi fare? Vogliamo condannare chi sbaglia i tiri liberi? Succede.

Non c’è nulla di troppo sostanziale, insomma, per il coach delle Vunere in quest’insuccesso. Sebbene chi scrive si trovi d’accordo sull’appropriatezza dell’approccio e sul potenziale del lavoro proposto, credo che qualcosa si possa obiettare.

Il basket è soprattutto questione di particolari. Dettagli che, in più, sono stati di rilevanza reiterata e sostanziosa (dai liberi ai rimbalzi, per l’appunto). In una gara persa di tre ogni dettaglio sfuggito è peccato capitale…

Ciò che invece mi trova del tutto d’accordo è l’idea limpida trasmessa da Scariolo per cui la Virtus porta con sè, insieme alla naturale amarezza dello 0-2, un bagaglio di segnali interessanti. Da alcune variabili di gioco, alla parziale resurrezione di Jaiteh e Shengelia.

“Aver finito la partita con una valutazione notevolmente superiore a quella dell’avversario, pur prendendo 12 rimbalzi in meno, sembra un segnale di un grandissimo sforzo, ma anche un’area di miglioramento evidente nei confronti della prossima partita.”

“Usciamo ovviamente scontenti delle due sconfitte – volevamo venir qui e vincerne una -, ma con più convinzione nel aver fatto un passo avanti per colmare il gap che divide le due squadre.”

La difesa nel momento dell’allungo della morte milanese 48 prima era stata una zona di scarsa riuscita, quella del secondo incontro è opposizione ruvida, che impone perse all’Olimpia e consente il rientro. Ottimo sui 40′ è stato il lavoro su Napier (2/13 dal campo), su cui abbiamo coinvolto l’allenatore bianconero.

“Le cause sono sempre fifty-fifty (tra demeriti offensivi e meriti difensivi, ndr). Sia Hackett che Pajola stasera hanno fatto un grandissimo lavoro, va dato credito allo sforzo che entrambi i giocatori hanno fatto e all’aiuto che i compagni hanno dato soprattutto sul pick and roll, dopo gli aggiustamenti che abbiamo fatto tra Gara 1 e Gara 2, che hanno interpretato bene. Però Napier è un grandissimo giocatore e ritornerà in grande spolvero per la prossima.”

Alla voce “contromosse” che avevamo discusso con Messina, i bianconeri hanno aggiunto infatti alla consueta pressione uomo su uomo dei loro segugi difensivi una grande attenzione a spingere la difesa su Napier molto verso la metà campo, chiedendo un aiuto, poi eseguito con tempi molto giusti, al lungo sul blocco per togliere il tiro dalla lunga e inibire le iniziative del folletto ex Connecticut.

Milano ha saputo trovare altri protagonisti e Shabazz tornerà, ma questa vittoria, se preservata nel seguito della serie, potrebbe avere grandi tornaconti. Il re bianconero è in pericolo di scacco, ma la mossa del cavallo è sempre dietro l’angolo.

La stessa rivendicazione veemente del valore creato di cui sopra è quindi nella risposta alla stampa quando gli si chiede se ha l’impressione di aver sprecato qualcosa nei due match di Milano.

Nello sport non esistono sprechi. Questo è un sentimento che può avere uno che gioca all’oratorio. Nello sport giochi, lotti, metti la faccia. Abbiamo fatto due grandi partite fuori casa, contro un grande avversario. Abbiamo dimostrato veramente di essere all’altezza della situazione. Non siamo contenti, però non posso dire che siamo rinforzati, ma almeno con la forte sensazione di essere nella serie, di aver giocato bene, di avere armi e risorse da utilizzare. La giusta arrabbiatura, ma non rimpianto, nè delusione: questo non esiste, men che meno in una finale.”

Ettore Messina è un perfezionista, un maniaco del dettaglio, un fanatico della minuzia. E allora si ripropone un po’ lo schema del post-gara1 in cui lo vediamo ancora vincente, ma ancora estremamente vigile.

“Loro hanno fatto una partita molto tosta, noi siamo andati a strappi. Abbiamo cominciato bene, pur sbagliando dei tiri, poi abbiamo avuto momenti meno buoni, momenti migliori. Nessuno di noi oggi ha giocato con continuità tutta la partita. Per andare avanti, dovremo fare dei passi avanti.

“Ancora una volta abbiamo preso più rimbalzi di loro, e questo è un dato fondamentale, mentre le palle perse sono state un problema. Abbiamo sofferto la loro difesa aggressiva, abbiamo passato male la palla. Abbiamo costruito anche dei tiri belli, ma non è abbastanza, va fatto di più.”

Serve migliorare. Affidarsi meno alle iniziative individuali, gestirsi meglio in attacco. Le perse sono state sanguinose (16), con gravi disattenzioni nel momento in cui si poteva chiudere la gara, e hanno aperto al rientro.

“Quando vedi dissipare dei vantaggi, anche importanti, sebbene tu non possa mai essere in controllo contro una squadra che ha giocatori come quelli di Bologna, e fai due tiri affrettati, due perse… L’elefante nella stanza è che Shabazz ha giocato una partita molto tesa e nervosa. Non credo si tratti di superficialità della squadra in quei momenti, ma forse giocavamo con nervosismo, pensando di dover chiudere la partita prima… Non so, la voglio rivedere con un attimo di calma.”

Si conferma il tema Napier posto poco sopra, il tempo ci dirà se sarà stato episodio (o trend) accidentale o di origine tattica.

Messina ha ben presente il valore delle insidie che attenderanno l’Olimpia nell’ostile catino della Segrafredo Arena e questa forte consapevolezza è, come sempre è stata, una delle sue più grandi carte vincenti.

2-0 è affermazione forte, ma si sa che non basterà varcare il Po’, moderno Rubicone, perchè il dado sia tratto.

Photo credit: Olimpia Milano e Virtus Bologna Twitter, virtus.it

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