Siviglia è blanca! La Supercopa è del Real Madrid

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Quarantacinque minuti di spettacolo assoluto: il primo atto della stagione 2022/23 tra Real Madrid e Barcellona è già materiale da cineteca!

Dopo quattro quarti dall’intensità elevatissima e un supplementare giocato sul filo del rasoio il trofeo che apre la stagione è ancora delle merengues. Chus Mateo alza così il suo primo trofeo da allenatore e lo battendo 89-83 i grandi rivali del Barcellona e soprattutto battendo un Sarunas Jasikevicius che ormai quando vede blanco vede lo spauracchio.

Cercare di raccontare e descrivere in modo compiuto quello che è andato in scena a Siviglia è impresa pressoché impossibile: troppi gli accorgimenti tattici, le giocate dei singoli, i dettagli decisivi, i buchi di sceneggiatura per poterli raccontare tutti. Proveremo ad articolare il tutto nei nostri consueti tre punti per cercare di trasmettere quelli che sono stati 45 minuti di una grandissima pallacanestro all’interno di quella che il nostro direttore chiama la più bella sfida della pallacanestro europea. E come dargli torto?!

Un primo tempo blaugrana, il terzo quarto folle del Real Madrid e il braccio di ferro finale

Il primo tempo è la partita migliore che Sarunas Jasikevicius poteva chiedere. Una partita in cui non si corre molto, in cui le difese hanno la meglio sugli attacchi e dove la contesa è anche un po’ sporca.

Non è un caso che il secondo quarto catalano è quasi perfetto e si va all’intervallo sul 37-29. I 29 punti segnati dalla squadra di Mateo sono troppo pochi; soprattutto per una squadra dotata di quel talento offensivo. Nei primi 20 minuti il Real, però, non riesce a trovare le sensazioni della semifinale: fatica a incidere e a trovare continuità sia in difesa che in attacco. L’unico che dimostra di essere in palla e di incarnare il ruolo di go-to-guy è Dzanan Musa. Nota a margine: questo ragazzo sta già dimostrando cose celestiali. E’ un attaccante purissimo, uno di quelli che si possono solo ammirare: non abbiamo paura a sbilanciarci e dire che la sua sarà una grande stagione.

In casa Barça a funzionare è la difesa e soprattutto il gioco interno in fase offensiva. Nell’analisi della semifinale vinta contro Badalona lo avevamo sottolineato: il Barça non aveva attaccato bene l’area e aveva troppo scommesso sul tiro da tre punti. Non un aspetto tipico di questa squadra. Il primo tempo è l’esaltazione del concetto di alto/basso e i risultati si sono visti.

Il terzo quarto, però, soprattutto nella parte finale è transagonistica totale per gli uomini di Mateo. Un’intensità e velocità di gioco paurose (ecco quel Real Madrid che corre e che fa una paura terribile!) e poi una pioggia terrificante di mandarine di Llull e di stoppate di Tavares: 19-2 di parziale e gara completamente ribaltata!

Non tarda ad arrivare la reazione catalana: gli uomini di Jasikevicius si ricompattano, giocano con pazienza e ricuciono il divario. Tutto il quarto periodo è quindi partita sul filo di lana: un canestro da una parte e uno dall’altra. Equilibrio totale. E così si arriva alla sirena finale che sancisce la parità e quindi l’overtime.

Stesso copione anche per i 5 minuti aggiuntivi. Tuttavia nel finale di gara Tavares alza ancora la qualità delle sue giocate, diventa punto di riferimento imprescindibile e vincente per i compagni, mentre il Barcellona s’impantana nelle sabbie mobili delle giocate dei singoli. Lo schema “palla a Laprovittola e abbracciamoci” degli ultimi minuti è troppa poca cosa per poter pensare di vincere la partita. E infatti, nonostante la grande qualità dell’argentino, la difesa madridista lavora bene e spesso lo ingabbia costringendolo ad arrivare nei secondi finale dell’azione con nessun vantaggio creato.

Il Real Madrid, invece, va nella metacampo offensiva e in qualche modo riesce sempre a trovare la via del canestro: il pick&roll Llull-Tavares, il post basso di Deck, gli assoli di Musa e via dicendo.

Insomma, è festa blanca!

Continua l’incubo blanco per Jasikevicius

Come valutare la partita del Barcellona? Domanda difficilissima sinceramente.

Perché, leggendo i numeri, si evince che il Barça ha giocato una buona partita. Le statistiche della squadra non sono quelle di un team che ha perso. Ha tirato meglio dal campo (57% v 47%), la percentuale del tiro dall’arco praticamente si equivale (24% v 25%), il numero degli assist è nettamente e clamorosamente a favore (25 v 13), ha perso meno pallini (13 v 16)…eppure ha perso.

L’unica statistica in cui i blaugrana sono nettamente sotto è quella dei rimbalzi: 46-34 per le merengues. Eppure per i catalani è una sconfitta difficilmente accettabile: proprio perché c’è la consapevolezza che non si è fatta una brutta partita; anzi, a lunghi tratti la pallacanestro espressa dal Barcellona è stata ottima su entrambi i lati del campo.

A testimoniarlo è anche il numero delle assistenze: 25! Un numero molto elevato che racconta come gran parte dei canestri realizzati dai catalani sono stati costruiti nel modo giusto e con ottima circolazione di palla.

E allora cos’è mancato? Forse il gioco è venuto meno nei momenti decisivi. Può essere. Lo abbiamo detto: i possessi offensivi giocati dal Barcellona negli ultimi 7/8 minuti di gioco sono stati di livello nettamente inferiore rispetto a quelli precedenti.

Poi, che dire? Questione di mentalità? A questo punto può essere anche questo. Il Real Madrid è una squadra abituata a vincere sempre e comunque: in qualunque circostanza. Hanno grandi campioni nel loro roster: Llull ha dimostrato anche stasera di essere fenomeno assoluto. Forse al Barça manca proprio quel proverbiale centesimo per fare un euro.

Anche perché Sanli ha giocato una gara superba (21 punti e 5 rimbalzi), Jokubaitis ha dimostrato di avere grandi giocate, Kalinic è stato difensivamente ineccepibile…forse pesano quegli 0 punti di Satoransky. Certo, non è al meglio della forma, ma da lui ci si aspetta altro. E’ corretto ricordare che ai box c’erano giocatori come Mirotic e Higgins.

Però è anche vero che ogni volta che questo Barcellona vede blanco è uno psicodramma…

MVP a Tavares, ma anche Llull e Musa sono da incanto!

Se del Barcellona si è detto che globalmente ha giocato una buona partita, bisogna fare un discorso diverso per i madridisti. In questo caso sono brillate più le singolarità: Tavares, Llull, Musa e Deck. Questi i quattro cavalieri che hanno regalato il trofeo a Mateo.

Poi, però, come si è parlato degli ultimi 7/8 minuti blaugrana, bisogna parlare specularmente di quelli madrileni. Perfetti: non c’è altra parola. Sì, si può discutere sui dettagli: ma perfetti. Con quella mentalità da squadra vincente che caratterizza questa società hanno attaccato con una lucidità impressionante comprendendo quando era necessario affidarsi ai singoli e quando sfruttare un vantaggio diversamente, e soprattutto hanno difeso con un rigore metodico. Negli ultimi minuti Laprovittola è stato asfissiato dalla difesa perimetrale blanca e Tavares sotto canestro ha alzato la saracinesca.

Proprio Tavares, l’MVP della gara. 24 punti, 7/11 dal campo, 10/11 ai liberi, 12 rimbalzi, 2 assist, 5 stoppate in 36 minuti. Oltre al suo ormai noto strapotere fisico è impressionante il salto di livello fatto nella tecnica (vedi tiri liberi e tiro dalla media), nella lettura delle giocate e soprattutto nella capacità di usare bene il suo corpo. A questo livello è a mani basse il miglior centro di Eurolega: qualcosa di dominante!

Poi c’è la mandarina di Llull: mortifera, come al solito. Ha girato la partita e ha scatenato la riscossa della sua squadra. E poi ci sono anche la classe di Musa di cui abbiamo parlato e le centinaia di cose decisive fatte da Deck: uno che parla poco, pochissimo, ma che fa una quantità imponderabile di giocate che cambiano la partita.

Infine, appunto, c’è lo sforzo di tutta la squadra e quella capacità del Real Madrid di vincere le partite e di alzare trofei con continuità che è qualcosa di inspiegabile.

Siviglia si tinge di bianco, la Supercopa è ancora madrilena e lo spettacolo in Spagna è già qualcosa di sfolgorante!

(Credits photos: Real Madrid, Barcelona)

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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