Euroleague players 2011/12: Vassilis Spanoulis, l’eternità del Moderno Achille

Eurodevotion
0 0
Read Time:5 Minute, 34 Second

2011-2012, il tempo della vittoria

Partiamo da due dichiarazioni.

«Sapevo benissimo cosa fare. Lo dissi a Papanikolaou. “Rimetti veloce su di me, a prescindere che Siskauskas segni o meno”. Avrei fatto qualcosa, lo avrei fatto per la squadra». Come sempre.

«Ho trovato Printezis nel momento giusto, con il suo tiro preferito».

Attenzione. Qui c’è dell’immensità. Dopo il Diamante, EuroLeague è stata segnata, Kill Bill a parte, da gente come Sergio Llull, Shane Larkin, Mike James, Vasilije Micic, Nando De Colo, Milos Teodosic. 

Di questi, che sono grandezza, solo uno, in un momento chiave, ha ragionato sul passaggio. E’ il buon Milos: ma fondamentalmente, grazie tante, con quella visione di gioco si può anche pensare di pescare Nando De Colo tra mille gambe nella finale con il Fenerbahce. 

Per Milos, il passaggio è un tiro. Per gente come Lull, Larkin, James, Micic, De Colo… e Vassilis, il tiro è il tiro. Nel finale si prende palla in mano, si va di isolamento, e tanti saluti. Il basket moderno lo permette, perchè le percentuali da fuori sono cresciute, perchè con la preparazione c’era anche chi, Steph Curry, vinceva le gare da centrocampo.

Il difensore lo sa, e non può aggredire come in passato: si rischia il fallo. Quindi tre tiri. Però occhio, fermiamoci qua. Stiamo raccontando una storia diversa.

Al Sinan Erdem, Vassilis, semplicemente e come detto, ferma il tempo. Dopo un errore, anzi due, di Siskauskas, chiunque avrebbe avuto foga. Non lui. Guardate la velocità con cui chiede palla, con cui vola verso la metàcampo avversaria, con cui attacca l’uomo.

Nel momento più importante della sua carriera, chiave, quel che dice se sarà un vincente o un perdente, Vassilis costruisce, non esegue. In quel momento pensa solo all’estate di un compagno, che in palestra, dopo i fallimenti NBA e con Malaga, aveva costruito la Petaktari.

E allora, Kyle Hines taglia per evitargli la pressione a tutto campo di Shved, poi converge su di lui in punta lasciandogli possibilità di ingresso solo da sinistra. 

Teodosic non crede nello scarico verso Mantzatis sul lato forte e fa bene, Krstic invece che retrocedere resta in punta su Hines, e allora è Kirilenko a dover convergere verso la mezzaluna per chiudere un facile appoggio a KillBill.

Chiunque, lì, sarebbe collassato. Non Vassilis, che sà che da mesi che, in quell’angolo, c’è un compagno che aspetta quel tiro. Un compagno che, da quel giorno, dirà: «io, all’Olympiacos, sarò sempre e solo il numero due». Vassilis Spanoulis, poche settimane fa ha fatto un passo indietro. Per noi, nulla sarà come prima. Perchè nulla sarà come lui.

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Rispondi

Next Post

Jankunas firma con lo Zalgiris per un'altra stagione

Una piccola parentesi con il Khimki nella stagione 2009-2010, per il resto la storia d’amore tra Jankunas e lo Zalgiris continua dal 2002, invece dal 2003 con la prima squadra, con cui l’ala 37enne ha vinto addirittura 15 campionati lituani, 9 coppe di Lituania e ha trionfato quattro volte anche […]

Iscriviti alla Newsletter di ED

Scopri di più da Eurodevotion

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading