Olimpia Milano: di buono c’è il risultato ed oggi non è poco.

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Partita francamente ben poco esaltante dal punto di vista tecnico (24 assist e 27 perse totali) quella del Forum, in cui si sono affrontate due squadre alle prese con situazioni problematiche assai differenti ma entrambe di effettiva portata.

Vince Milano perché, come ha correttamente sottolineato Saras, a volte è parsa «uomini contro bambini». Il fattore esperienza, uno spirito positivo  ed una decisione arbitrale nel possesso decisivo che entra di prepotenza tra i peggiori errori della storia recente di questa competizione (infrazione di passi e di campo di Roll ad un metro da Ioannis Foufis: cosa stava guardando il “grigio”? Mah…) danno una W fondamentale ad una squadra che ha dei problemi ma che dimostra costantemente di volerli superare. Se la strada è lunga, è altrettanto vero che è quella giusta.

La nostra analisi, non c’è bisogno di dirlo, attraverso gli abituali 5 punti.

JASI ED IL MIRACOLO

Li guardi oggi e, per quello che può contare un giudizio a metà ottobre, sei abbastanza deciso nel sostenere che quest’anno la rincorsa di Jasikevicius non potrà mai concludersi coi Playoff. Obiettivamente vi sono lunghi tratti della gara in cui è il roster a mostrare lacune che non possono portare lontano. Tralasciando magari il primo quarto, per il quale sottoscriviamo il termine “inaccettabile” usato dal fenomenale coach dello Zalgiris, è proprio il momento più positivo della gara a mostrare che l’attacco sia molto limitato a livello di fantasia e creazione. Dopo due gare il 13,8% dei possessi si conclude con un assist, mentre il 18% finisce in una persa, producendo un rating offensivo (punti per 100 possessi) di 83,2, il 17mo del torneo. Se una delle domande di inizio stagione riguardava l’adeguatezza di Alex Perez a questo torneo, la risposta, vedendola ottimisticamente, è sospesa… Per quel miracolo ci riaggiorniamo a dopo Natale.

MILANO E LA DIFESA: OK, MA…

Dall’arrivo di Messina l’accento è stato posto su quel lato del campo che negli ultimi due anni è costato molto, tutto, ad una squadra che nemmeno ci provava. Ora ci si prova e lo si fa con applicazione, ma il rendimento europeo deve crescere tantissimo (le parole del coach in sala stampa lo confermano). Con 94,6 Milano è nona nel rating difensivo dopo due gare, praticamente alla stessa distanza dalla prima (Barcellona a 77,4) e dall’ultima (Valencia a 112,8). 79,50 punti subiti, peraltro da due attacchi come quello del Bayern e dello Zalgiris, che sono 12mo e 17mo per rendimento offensivo e 13mo e 15mo per punti a referto, sono troppi se si vuole fare strada. Tra il minuto 8’24” ed il 5’57” dell’ultimo quarto Thomas Walkup fa a fette la retroguardia milanese su un semplice pick and roll centrale: 11 punti con 3/3 dalla lunetta due falli subiti nell’arco di 147 secondi sullo stesso movimento. Tema di riflessione importantissimo, Messina non mancherà certamente.

EL CHACHO, MICOV, TARCZEWSKI ED I “QUINTETTONI”

Rodriguez è poesia e prosa, è cronaca e satira, in una parola è la pallacanestro. Va protetto, come lo scudiero Hackett faceva con lui (e con De Colo) a Mosca. Nell’idea messiniana Mack e’ quello scudiero, così come Nedovic è l’altra punta. Oggi i due assenti pesano molto ed è chiaro che si sia dovuto chiedere tanto (28’34”, quando lo scorso anno ne giocò 21’51” di media) ad un atleta come il Chacho che, da campione, ha risposto presente con una prova di leadership tecnica e mentale. Micov ha qualche problemino di schiena, ma è sempre giocatore che può dare tanto in termini di talento e di conoscenza del da farsi nella metà campo offensiva. Kaleb Tarczewski oggi sarebbe pedina fondamentale, ma deve capire che 15’52” in campo a causa dell’ennesima compilation di falli inutili non sono quello di cui questa squadra ha bisogno. E’ ora di crescere e se non lo si fa sotto la guida di Messina, diventa difficile pensare che lo si possa fare.

Il “quintettone” con Brooks da 3? Quando hai un allenatore come quello milanese è lecito, se non addirittura scontato, attendersi anche qualche magata, sia nel breve che nel lungo. Forse ci è voluta qualche stagione, ma alla fine è arrivato un coach che ha capito come il nazionale azzurro (?) dia il meglio in quel ruolo, come faceva nella Sassari di Sacchetti alternandosi con Sanders in un dentro/fuori che faceva gira la testa agli avversari. E’ ovvio che oggi sia soluzione anche figlia del momento del roster, ma vuol dire imporre, sperimentare, credere ed avere un’idea che va oltre: vuol dire avere un coach coi controc…

LA DIFESA ALLUNGATA DELLO ZALGIRIS ED IL SAPER IMPORRE

E’ una delle cose più belle che si vedono sui campi di Turkish Airlines Euroleague ormai da tre anni: nessuna squadra sa allungare la propria pressione sui 28 metri come quella lituana e nessuna sa farlo imponendo scelte agli avversari come fanno loro.

Basti vedere cosa causano all’attacco milanese. Si lascia maggior spazio volutamente a Rodriguez, perché perfettamente consci che se lui batte la prima linea è finita, mentre si cerca di far arrivare il pallone con maggior continuità a Roll, che 1-2 non è, con le conseguenze del caso. Tutti sanno che lo Zalgiris usa questa difesa, tutti ci cascano regolarmente, poiché vi è grande scientificità nell’applicarla. Il momento è quasi sempre quello giusto.

Lo Zalgiris di Jasikevicius, nelle ultime due stagioni, si è contraddistinto per aver saputo imporre il suo ritmo, le sue scelte e le sue soluzioni. Rotazioni molteplici, cambi “punitivi” all’ordine del giorno, ma mai inseguendo, sempre cercando di far adattare. Oggi pare mancare qualcosa da questo punto di vista ed è il fattore fondamentale su cui si dovrà lavorare.

L’EQUILIBRIO NELLA DIFFICOLTA’

Il livello di questa lega è salito clamorosamente rispetto agli ultimi due anni: per qualità e per numero di contendenti in grado di ambire a qualcosa di importante. E’ ovvio che tanti cambiamenti, anche nell’ottica di rinforzare il proprio roster, richiedano adattamento. E l’adattamento chiama il tempo… Quasi tutte le squadre hanno tanti giocatori reduci dal Mondiale, che sono certamente in forma migliore rispetto a chi ha fatto solo normale preseason, ma non possono chiaramente avere meccanismi troppo rodati nei rispettivi sistemi. Messina ha sottolineato giustamente come «tutti stiano facendo fatica, a tutti i livelli, tra Eurolega e tornei nazionali» ed è verissimo. Almeno fino alla metà-fine di novembre gli alti e bassi saranno parecchi e la classifica assumerà un volto più credibile verso Natale.

Olimpia e Zalgiris non sono esenti a queste problematiche, ognuna per la sua strada. Quella lituana porta ad una crescita tecnica non da poco, se si vuole competere, mentre quella milanese necessita tassativamente dell’addizione di chi oggi non c’è. Perché se è vero che quella classifica sarà più reale tra due mesi, è altrettanto vero che le gare di oggi valgono 1 W od 1 L esattamente come quelle di gennaio, febbraio e marzo: fare cassa è un dovere e lo è da subito.

Le due squadre viste in campo ieri al Forum non sono squadre da Playoff, ma non lo sono oggi, quindi nulla di definitivo e nulla di diverso dal semplice proseguire un percorso di lavoro che ci dirà la verità con il trascorrere di giorni, settimane mesi. In fondo ciò che abbiamo apprezzato di più in questo torneo è la capacità di crescere in stagione delle squadre allenate meglio: ecco, chi meglio di Ettore e Sarunas per farlo?

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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