Il Real è più forte della paura e degli infortuni: Malaga KO

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C’era grande curiosità attorno alla “casa blanca”: l’idea della quarta sconfitta europea in fila si faceva largo con una certa insistenza, tra l’altro inframezzata dalla caduta interna in ACB in quel “clasico” che non può essere mai banale.  L’anno scorso il terzo insuccesso arrivò alla decima (78-77 a casa Obradovic), mentre la quarta grande L fu alla dodicesima, sempre ad Istanbul, ma contro Blatt ed il suo Darussafaka (81-68).                                                                                                                                                     Llull, Randolph, Kuzmic ed Ayon sono perdite che ucciderebbero chiunque, con lo slavo sicuramente out per tutta la stagione ed i tempi degli altri rientri comunque lunghi. Straordinari richiesti a vecchi guerrieri come Reyes (37), JC Carroll (34), Rudy (32) e Maciulis (32), ma soprattutto un assetto tutto da rivedere, giocandosi quintetti atipici per una delle strutture più classiche di tutta Europa, ormai da anni. Ma a Madrid non si piange e si lavora duramente, ripartendo da ciò che rappresenta il miglior modo per ritrovarsi nelle difficoltà, ovvero la difesa.

5 punti per interpretare il netto successo su una Malaga sin troppo arrendevole.

  • Le parole e la consapevolezza di tutto l’ambiente Real. Da coach Laso, attraverso JC Carroll, per arrivare a Doncic. La panchina ci ricorda con grande realismo che «gli infortunati torneranno, tranne Kuzmic, quindi si può far tesoro di queste difficoltà ed essere certi che non si potrà che crescere». JC parla di una squadra che «quando parte dalla sua difesa e sa passarsi la palla, può battere chiunque», senza nemmeno menzionare i problemi di roster attuali. La chiude con disarmante facilità il giovane fenomeno sloveno : «Venivamo da un meno 30, dovevano vincere. L’abbiamo preparata bene e l’abbiamo vinta bene. Bello giocare 3 gare a settimana (anche 4 Luka, ndr), sono giovane, mi piace molto». Nessuna ricerca di scuse, solo appunto del sano realismo e la voglia di combattere con le armi che si hanno a disposizione oggi.
  • I numeri della gara, impietosi. 20/41 da due contro il 16/38 avversario, 14/28 da tre contro 5/23, 42 rimbalzi contro 33 ed una ratio assist/perse 22/12 contro il 16/16 avversario. Per una volta basta il tabellino per capire quella che nei fatti è stata un’asfaltata vera e propria. Il calendario dei madrileni ora parla di due trasferte ateniesi, la prima col Pana, alternate a due turni casalinghi con Stella Rossa e Barça: la tavola è apparecchiata per capire dove si sarà prima del rientro di Randolph e poi, di Ayon e Llull. CSKA, Pana, Baskonia e Khimki sono un discreto mal di testa per i campioni uscenti di Eurocup.
  • La difesa del Real ha concesso 57 punti totali e sporcato quasi ogni possesso “malagueño”, sia sul perimetro che con puntuali chiusure in zona pitturata. Se i tuoi avversari segnano 12, 15, 11 e 19 punti nei singoli quarti di gioco vuol dire che hai fatto un ottimo lavoro dietro. Quel lavoro che è totalmente mancato negli uomini di Plaza, “soft” sui 28 metri e protagonisti di tanti minuti di zona decisamente di bassissima reattività per questo livello. Se non ti muovi con sincronia e rapidità, questo tipo di difesa è un invito a nozze nel gioco moderno. Anche per il coach di Malaga nota di merito riguardo le parole post partita: «E’ un calendario difficile che richiede molto, ma se fossi un giocatore non vorrei sentire il mio allenatore aggrapparsi a queste scuse».
  • In una normale giornata d’ufficio da 13+10+6 per Doncic, la grande differenza arriva dal reparto lunghi, proprio dove il Real avrebbe dovuto soffrire, per gli infortuni che hanno colpito maggiormente vicino al ferro. Musli, Shermadini ed Augustine hanno combinato per un misero 1/9 dal campo e 6 rimbalzi: 7/12 e 12 carambole per Reyes ed il nuovo arrivo Walter Tavares. Il capoverdiano è assai intrigante, per stazza e potenziale. Un po’ grezzo in certe movenze, ha però corpo che può dire la sua e necessita di tempo per abituarsi ad un gioco che è l’opposto di quel che ha vissuto negli ultimi anni. Curioso che sia stato difensore dell’anno in D-League, un premio che in quel contesto si poteva pensare nemmeno esistesse.
  • La differente valenza di gioco espressa viene automaticamente dimostrata dalla già menzionata ratio assist/perse. 22/12 Real e 16/16 Malaga dice di un abisso qualitativo, che peraltro trova riscontro anche nei numeri stagionali sino a qui: 173,26% dei blancos e 114,81% degli andalusi, che vuol dire secondo posto per Laso e penultimo per Plaza. Il basket è un gioco di squadra e nelle squadre la palla va condivisa attraverso l’arte del passaggio: così si vince, attraverso la qualità.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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