Copa del Rey 2023 story: analisi, voci ed immagini di un evento straordinario

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SABATO 18 FEBBRAIO: SOGNO MALAGA, INCUBO REAL E LA GIOCATA DELL’ANNO DI ABROMAITIS

Doveva essere il giorno del “clàsico” ma il Barça è già a casa col suo carico di polemiche e di voci che riguardano il futuro di Jasi. Emerge una clausola per la quale il contratto in scadenza del Coach lituano verrebbe automaticamente rinnovato in caso di successo in Eurolega. Dici poco, ma quando cade una delle due sull’asse del “ponte aereo” si scatena automaticamente il mercato. E’ così da sempre, lo sarà per sempre.

TENERIFE DOMINANTE E PENYA DA URLO: IL DAY#2 DI COPA

La vittoria sul Barça non basta ad Ibon Navarro, c’è un altro scalpo nobile da prendere e la sua squadra lo fa in maniera quasi dominante.

Il Real continua a non segnare mai dall’arco, 8/48 in due gare, e con quei numeri questa Malaga non si batte. Nel finale l’Unicaja allunga e vola in finale al ritmo di un grandissimo David Kravish che si traveste da Nowitzki e fa impazzire i lunghi madrileni che sembravano poterla gestire a piacimento. Incredibile anche il dato a rimbalzo, ma è globalmente che si può notare una differenza impensabile favore degli andalusi.

REAL-MALAGA E’ CAPOLAVORO ANDALUSO

In sala stampa c’è tutta la consapevolezza di aver fatto qualcosa di grande da parte di Ibon Navarro, mentre ancora una volta sono equilibrio ed onestà a caratterizzare i commenti di un Chus Mateo che si fa apprezzare sempre di più come persona.

CONSAPEVOLEZZA NAVARRO; ONESTA’ MATEO

Quel «Non so se vinceremo, ma saremo competitivi certamente» del Coach degli andalusi è una chiamata alle armi che non resterà inascoltata.

«Non c’è nessuna squadra di Eurolega in finale? E’ la testimonianza del valore assoluto di questa lega». Così ci risponde il Coach madrileno.

In tribuna c’è Pablo Laso. Inutile dire come nei corridoi dell’arena sia il più ricercato. Ci si vede presto in Eurolega.

La gara più bella va in scena nella tarda serata ed è un misto di delusione ed orgoglio per i padroni di casa “verdinegro”. Dopo una battaglia epica arrivano in serie alcune cose che possono succedere solo in certi momenti sul parquet, quelle ragioni per cui si tratta del gioco più bello del mondo.

Un po’ impazzito, un po’ sfortunato nel perdere parzialmente l’equilibrio, Doornekamp sembra consegnare il biglietto per la finale ai rivali con un intervento “a gamba tesa”, ma nessuno poteva immaginare che sarebbe arrivata di lì a poco la giocata dell’anno. Prima c’è un Felix che affretta una conclusione da tre, poi Cook che balbettante riesce ad infilare una sorta si “schiacciata-smorzata” per il +1. Poi… Poi Abromaitis dice di no a Parra con un gesto clamoroso ed è ultimo atto per Tenerife, la seconda volta in 7 giorni tra Intercontinentale e Copa. Stiamo saltando ancora tutti sulla sedia della tribuna stampa, peraltro su una giocata di Badalona perfetta proprio dello stesso Parra, vero MVP della Copa senza giocarne la finale, come dirà giustamente Vidorreta.

ABROMAITIS ABBASSA LA SCURE AURINEGRA: TENERIFE IN FINALE!

«Abbiamo giocato una grande gara contro una grande rivale che schiera in Parra l’MVP della competizione, anche se domani non giocherà la finale. Abromaitis? Ne conosciamo le doti. Navarro? Un amico fraterno, ma vorrei abbracciarlo dopo aver vinto io…».

Così Txus, mentre Duran va oltre la sconfitta: «Non possiamo essere solo delusi, bisogna esser fieri per come abbiamo giocato e lottato».

DUE ALLENATORI CHE MERITANO SENZA DISTINZIONE

(pag 4/5, scorri in fondo per continuare la lettura)

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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