La Segafredo Arena cade: James incanta, alla Virtus non riesce l’ennesimo miracolo

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C’è sempre una prima volta: oggi, 9 febbraio, è quella della prima sconfitta stagionale in Eurolega per la Segafredo Arena: Monaco vince nel finale 78-81 contro la Virtus.

Primo tempo a tinte monegasche, poi la solita e ormai notissima rimonta bianconera. La squadra del Principato però resiste, si appende ai suoi fenomeni e questa volta a Lundberg non riesce la magia nel finale.

Le pieghe della partita

La Virtus parte con le polveri bagnate dall’arco, ma trova benissimo le vie interne, bucando spesso l’area monegasca. Per ora la partita si gioca più sul pitturato che dai 6 metri e 75. Mike James, come al solito, guida al meglio l’orchestra monegasca. Al termine di un primo quarto cerebrale la Segafredo va sotto 16-21 senza segnare le triple. Di solito è un buon presagio.

Con James in panchina, due fiammate di Jordan Loyd a inizio quarto danno il +10 agli ospiti e la prima mini-fuga. Il secondo quintetto di casa non demerita, ma gli esterni biancorossi approfittano di una difesa di casa non sempre impeccabile. Monaco è in fiducia, va sul +13, la Virtus resiste come può, senza triple e subendo la fisicità avversaria. A 2’19” dall’intervallo la prima tripla virtussina, griffata Belinelli. Il capitano ne fa 9 di fila, accendendosi dal nulla, ma Monaco va negli spogliatoi sul +10.

La Virtus rientra a mille, con una faccia diversa, Belinelli ruggisce due volte e in un amen è -4 con un’intensità tutta diversa (41-45). I contatti aumentano, Bologna va presto in bonus, ma Monaco non trova più canestri dal campo, ora doppiata dall’energia di casa. I monegaschi superano la mareggiata, vanno meglio a rimbalzo, più in lunetta e mantengono la testa dell’incontro. Prima del quarto finale è 54-60 con i ritmi che si sono stabilizzati dopo le scorribande bianconere.

Dopo solo 9 triple segnate totali, l’inizio di quarto è battaglia da tre: alla magia di Lundberg risponde un Loyd in serata smagliante. L’energia Virtus sale di nuovo, torna a montare e, dopo tempo immemore, torna la parità sul 66 pari. Si entra nel terreno dei finali punto a punto che tanto piacciono alla Segafredo Arena. La Virtus litiga con i liberi, James incanta, Belinelli rientra a 2’51” e tripla immediata. Sorpassi e contro-sorpassi, solito finale al cardiopalma: Monaco è avanti di 2 a 8″ dalla fine, a Lundberg questa volta non riesce il miracolo. La Segaredo Arena cade per la prima volta in stagione.

Monaco: rimbalzi, atletismo, talento infinito

Monaco chiude la partita con 6 assist e 12 palle perse: un dato che significa pessima pallacanestro. Ma questa è l’essenza della squadra di Sasa Obradovic. Il gioco tutto in mano agli esterni, nel bene e nel male. Da loro passa completamente l’attacco e quando quei fenomeni sono anche solo vagamente accesi, sono sempre e comunque dolori. Non serve Okobo, annebbiato da tempo. Bastano James e Loyd a livello fenomale.

Loyd, appunto, gioca la migliore partita della stagione. Furoreggia per tre quarti (24 punti con 4/7) dall’arco, poi negli ultimi dieci minuti lascia lo scettro a Mike James che con le sue giocate da campione permette ai suoi di arrivare avanti nei possessi finali quando poi gli ospiti beneficiano degli errori bianconeri. Per James sono 21 con 6 rimbalzi.

Nel primo tempo i biancorossi hanno fatto il vuoto con il loro atletismo. Nel secondo sono stati bravi a contenere il furore virtussino rimanendo sopra nel punteggio. Poi decisivo è stato il finale di terzo quarto in cui Monaco è riuscito a mantenere il controllo con i rimbalzi e la percentuale ai liberi, sicuramente una chiave della gara. Quel 22/30 dalla lunetta è stato dato chiave, per mole e percentuale.

Poi, nel finale, è stato il tempo dei campioni. E Monaco, in una partita importantissima, ha saputo vincere da squadra navigata che negli ultimi anni è stata abituata a vincere queste partite.

Solita partita Virtus, senza la zampata finale

Primo tempo difficile, in cui Bologna è andata sotto dal punto di vista della fisicità e dell’atletismo. Poi uno dei grandi secondi tempi a cui questa squadra ci ha abituato. L’unico rimpianto può essere quello di non aver sfruttato l’inerzia nella parte finale del terzo quarto. Poi è normalissimo perdere un finale di partita: sarebbe impensabile vincerli tutti, per la legge dei grandi numeri.

Questa volta i tiri di Lundberg sono usciti e va bene anche così. Altrimenti parleremmo di un alieno. Quello che rimane, sicuramente, è la consapevolezza di appartenere a un livello altissimo, quello di Monaco, ovvero una delle migliori 4 della competizione, senza dubbio, anche guardando al percorso di crescita della squadra del Principato.

Belinelli è stato come sempre fenomenale nel riagguantarla insieme alle giocate di un Lundberg che sta prendendo sempre di più le effigi dello scorer di questa squadra proprio insieme al capitano. Shengelia è ancora a mezzo servizio, Mickey ha giocato una partita solida, giocando infatti per tutta l’ultima parte di gara.

Zizic scompare nel confronto con Jaiteh (segnale preoccupante?), mentre Dunston non trova spazio in un secondo tempo in cui la difesa aveva bisogno di maggiore dinamismo nei cambi, anche se forse qualche rimbalzo in più avrebbe fatto comodo. Serata difficile anche per Hackett che entra sottopelle a James, ma non trova mai la via del canestro.

La gara era di quelle decisive. Vincere avrebbe voluto dire essere probabilmente dentro le prime sei; perdere ti mantiene lì in lotta con le big (Pana, Monaco e Fener), ma con un occhio di attenzione al piano di sotto. Ora ci sarà una lunga pausa, poi il calendario rimane impegnativo, ma non insormontabile, vista la maggioranza di partite casalinghe rimaste. Inoltre le cadute di Fener, Valencia, Partizan e Maccabi sono una grande mano. La lotta per le prime sei rimane un obiettivo tangibile.

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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