Virtus-Partizan, Banchi: “E’ una notte speciale. Lundberg ci dà sicurezza.”

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Le parole di coach Luca Banchi in seguito alla vittoria della sua Segafredo contro il Partizan Belgrado per 88-84.

La Virtus supera il Partizan Belgrado davanti ai propri tifosi ed avvicina il numero di vittorie utile per accedere direttamente ai playoff. In seguito ad una partita calda, combattuta e dispendiosa per le due compagini, la Segafredo riesce ad imporsi, grazie, in particolare, all’estro dei suoi principali realizzatori e ad una difesa che stringe le proprie maglie in ogni zona del campo.

Non può che essere soddisfatto dei suoi Luca Banchi, sorridente in sala stampa, ma concentrato anche sulla buona prestazione degli avversari, mai veramente domi e capaci di guadagnare sette punti di vantaggio a tre minuti dalla sirena finale: “Dopo una partita come questa siamo abituati a fare i complimenti alla squadra vincente, ma voglio dire che stasera è stata una notte speciale. Entrambe le squadre hanno offerto ai propri tifosi e al pubblico che ha assistito alla partita in TV una gara incredibile ed emozionante. Ovviamente siamo contenti, ma vogliamo dare il dovuto rispetto al nostro avversario, che ha giocato una delle sue migliori partite di questa stagione, soprattutto in trasferta, con grande costanza e continuità, ma il modo in cui abbiamo risposto ha dimostrato che, anche se siamo lontani dalla nostra migliore partita in termini di forma e condizione, abbiamo avuto lo spirito di crederci e restare in partita fino all’ultimo possesso palla”. La Virtus non può considerarsi fuori dal proprio momento di flessione, ma, da grande squadra, ha dimostrato di poter vincere un match tosto, pieno di contatti, di carica emotiva e di alto livello tecnico, nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo. Grazie ai tanti assist di squadra, rispetto a quelli messi a referto dalla formazione serba, le Vu nere confermano quanto fatto vedere durante la maggior parte delle gare disputate in Eurolega: la circolazione di palla ed il gioco corale rappresentano la chiave per sopperire ad un roster corto e meno qualitativo di altri dal punto di vista individuale.

Dopo i complimenti al Partizan, arriva il momento dell’uomo partita, dell’Mvp, ossia Iffe Lundberg: “È un giocatore dalle indubbie qualità tecniche, stiamo scoprendo la sua capacità di restare lucido nei momenti chiave della partita. Questo ci dà la sicurezza di avere un punto di riferimento in campo, come lo sono anche gli altri suoi compagni”. La guardia danese, dopo una prima annata complicata in Eurolega con la canotta della Segafredo, sta riscoprendo le proprie doti di “baller”, “go to guy” e realizzatore, cambiando la storia delle partite nel finale: Lundberg crea dal palleggio, soprattutto quando la squadra non riesce a trovare il canestro con soluzioni collettive, e questa dote non la si può trovare in tanti altri singoli all’interno del roster bianconero. Importante, però, citare anche quanto fatto in difesa dalla Virtus, in particolare in area, tabù per Kaminsky e Koprivica negli ultimi tre minuti del match. Proprio riguardo a quanto accaduto all’interno del pitturato, una menzione d’onore la merita, senza dubbio, Bryant Dunston: “Posso fermarmi alle mie qualità da allenatore, non posso togliergli dieci anni di vita e di carriera. Lui è uno dei nostri punti di riferimento, uno dei pilastri su cui stiamo costruendo le basi per questa stagione. Spero che il suo esempio serva ai compagni, soprattutto di reparto, per alzare il livello della prestazione, della concentrazione e dell’impegno perché la squadra ha bisogno di mantenere questa efficienza difensiva per tutti i 40 minuti di una stagione molto lunga, fatta di tante partite. . Averlo in squadra è un privilegio, da giocatori come lui, Belinelli, Hackett e anche Shengelia che non voglio definire veterano ma per il suo percorso cestistico sono giocatori a cui chiediamo di lasciare in dote anche ciò che li caratterizza unicità. Parliamo di uno dei migliori difensori dell’Eurolega, e averlo a contatto ogni giorno ci fa apprezzare come allenatori e compagni la sua professionalità e concentrazione, perché molto è legato alle qualità mentali”. Il numero 42 ex Efes ha esperienza da vendere, riesce a contenere l’esuberanza offensiva di quasi qualsiasi centro in Eurolega e trascina i compagni emotivamente; in seguito ad una serie di prestazioni sottotono, Dunston torna ad incidere, questa vola per davvero, soprattutto negli istanti conclusivi della diatriba.

“Siamo stati un po’ ingenui, fatti salvi i meriti dei nostri avversari che sono stati molto attivi e determinati.” – prosegue coach Banchi “Parliamo di una squadra che un anno fa era ad un passo dalla Final Four, e noi siamo qui a cercare di difenderci dall’attacco di queste superpotenze. Hanno giocato una partita di grande concentrazione, nel primo tempo hanno avuto una prontezza incredibile, ogni volta che c’era un passaggio di troppo o una palla morbida erano sempre pronti a intervenire e intercettare. Nella ripresa credo che l’intensità sia scesa, loro si sono affidati, dopo una serie di canestri di Belinelli, che hanno destabilizzato la loro difesa, a cambi sistematici. In quelle situazioni la palla è finita nelle mani dei nostri play maker che sono stati molto bravi e precisi. Abbiamo sempre trovato buone conclusioni anche quando errori molto gravi sotto canestro hanno aiutato il Partizan. Hanno fatto una bella gara, ma fino a quel momento sembrava che noi la controllassimo. Abbiamo iniziato a sbagliare canestri semplici, la paura di sprecare un’occasione ha preso il sopravvento, eppure siamo riusciti almeno in attacco a costruire buoni tiri. Il cambio sistematico era avvenuto anche a Belgrado, poteva diventare stagnante ma siamo stati bravi a muovere palla e ad andare a trovare i punti deboli della loro difesa. Il finale ci ha premiato, non sembra la migliore difesa nel secondo tempo ma questa è una partita di altissimo livello, di grande intensità con due squadre che avevano una feroce voglia di vincere questa partita e lo hanno dimostrato fino alla fine. Ciò non significa che non dobbiamo dare credito ai nostri avversari perché così amplifica la grandezza dell’impresa che abbiamo compiuto stasera”. I cambi sistematici a cui fa riferimento la guida tecnica toscana, ordinati, ovviamente, da Obradovic, hanno rappresentato, senza alcun dubbio, il problema principale per i serbi nell’ultimo quarto: i lunghi della formazione ospite venivano lasciati quasi in single coverage sui costruttori di gioco virtussini, abili, a quel punto, nel bruciare il proprio difensore sul primo passo e, di conseguenza, nel penetrare o creare vantaggi dal palleggio. Obradovic ha voluto ovviare alla scarica di triple con cui Belinelli si è messo in mostra nel terzo periodo, ma si è ritrovato, alla fine, a dover fare i conti con parecchie difficoltà difensive nel momento decisivo del match. La Segafredo è stata calma e matura anche nel leggere il lavoro nella propria metà campo del Partizan, costruendosi, senza fretta, buone conclusioni ed opportunità, anche a costo di attendere il termine dei ventiquattro secondi a disposizione per l’azione offensiva.

Bologna torna, quindi, al terzo posto in classifica, sfruttando le sconfitte di Panathinaikos e Fenerbahce. La quota playoff non è lontana, ma nemmeno così vicina, dunque sarà di vitale importanza affrontare ogni sfida (almeno quelle contro pari grado o squadre dal rendimento peggiore) con attenzione, cattiveria agonistica e lucidità.

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