L’Olimpia scivola nell’ultimo quarto, Sloukas trascina l’Olympiacos

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Il ritorno in Euroleague per l’Olimpia è amaro, un crollo nel quarto quarto è fatale e infligge la seconda sconfitta stagionale contro il team di Bartzokas

La missione del Pireo parte infatti con ottime avvisaglie, sulle ali di un vantaggio acquisito e protetto per gran parte della contesa, ma il finale non sorride. L’Olympiacos emerge con forza offensivamente grazie alle giocate di Sloukas e Vezenkov e si rilancia nella corsa al terzo posto, trionfando 67-58.

Olimpia - Eurodevotion

La serata di Atene è inquadrata nella consueta analisi di Eurodevotion.

Una partita “brutta da vedere”

Lo riconosce Ettore Messina a fine gara: quella del Peace and Friendship Stadium non è stata certo una partita per palati fini. Per 30′ il livello è stato similmente mediocre, con leggera propensione positiva verso l’Olimpia, finchè nel finale i reds si sono un po’ sciolti e si sono distinti con una maggiore fluidità di gioco.

Questa conclusione non cambia la sostanza, però. La gara di ieri sera non è altro che un ulteriore risvegliarsi di quell’amletico e iterato dubbio che contraddistingue da mesi la nostra travagliata analisi della stagione europea corrente. Dominio di grandi difese o profluvio di attacchi scadenti?

Come sempre, l’unica possibile chiave di lettura sta nel mezzo. Quelle di Messina e Bartzokas sono indubbiamente delle retroguardie incredibilmente efficaci e che, ognuna a suo modo, rappresentano eccellenza allo stato puro, non solo nel contesto tecnico di quest’anno.

C’è tanto di tutto questo sia nelle tante palle perse forzate, – 16 quelle sprecate da Milano, 14 dall’Olympiacos – trattandosi di due team che sono tra i migliori nella gestione della sfera, sia nelle agghiaccianti percentuali dall’arco prodotte – 15,8% per le scarpette rosse, 20% per i greci -, per esempio.

L’Olimpia ha per buona parte della gara limitato a zero o quasi il movimento di uomini dell’Oly, tema su cui Messina aveva posto attenzione alla vigilia, ed è riuscita a subire pochissimo in area (ultimo quarto escluso), nonostante Fall. I greci hanno limitato con forza la circolazione di palla milanese, l’hanno resa stagnante, hanno indotto tante perse non abituali per i ragazzi di Messina e hanno stretto la morsa con forza nei momenti decisivi.

Tuttavia, quegli stessi dati che abbiamo menzionato poco sopra, possono essere indicatori dall’altro lato della medaglia di una qualità di gioco tremendamente bassa. Di una gestione del pallone disattenta, di uno scarso dinamismo di uomini e di una traballante efficacia nella circolazione del pallone, che sono colpa dell’espressione modesta di pallacanestro dei rispettivi schieramenti. Tutte cose che non raro che ci offre questa stagione, anche in una gara di vertice di Euroleague.

Sloukas prende per mano i greci

Milano aveva guidato con merito 33′ di partita, mantenendo un livello difensivo costante e conservando sempre un vantaggio regolare sugli avversari, pur senza brillare offensivamente. Con l’andare dei minuti, però, la retroguardia meneghina ha iniziato ad accumulare qualche disattenzione di troppo.

Il Pireo ha quindi sbloccato la sua produzione offensiva, grazie a una maggiore libertà concessa agli esterni greci, che hanno di conseguenza, dopo aver fatto saltare la prima linea difensiva, cominciato a segnare e anche a permettere maggiore profitto ai lunghi dentro l’area.

Il catalizzatore della riscossa del Pireo è ancora una volta il suo lider maximo, Kostas Sloukas. Sono le sue due triple consecutive sul 50-50 a distanziare per la prima volta in modo significativo i padroni di casa dagli ospiti. Una distanza che man mano lieviterà in modo definitivo.

L’ex Fenerbahce ha aspettato la partita, ha macinato punti dalla lunetta nei momenti più difficili offensivamente per la sua squadra e ha morso la gara nel momento più propizio, con freddezza e cinismo. Un uno-due letale sugli errori di comunicazione e la confusione dei difensori dell’Olimpia è stato appunto il turning point della serata.

Lo accompagna il sempre stellare Vezenkov, che mette in difficoltà più di un difensore biancorosso, e il ciclopico Fall, che riesce finalmente in conclusione a imporre la sua stazza, servito in condizioni più favorevoli e con una difesa più vulnerabile grazie alle più frequenti penetrazioni concesse ai suoi compagni.

L’Olympiacos è così di nuovo poco distante dal terzo posto di Milano (a due vittorie, con una gara in meno), e possiede un vantaggio ormai netto nello scontro diretto. I greci fanno sul serio…

L’Olimpia e la volata finale

Quando concedi dei parziali netti in partite così bloccate e a basso punteggio, le probabilità di sconfitta schizzano alle stelle. L’Olimpia si è lasciata sfuggire il Pireo con un calo progressivo, ma netto, ed è di conseguenza crollata nel 28-15 della frazione di gioco conclusiva.

Un peccato questa sconfitta, dopo una prima parte di gara che sembrava dare buone possibilità di successo, per giunta in un match che avrebbe potuto inviare alla lega un segnale di definitivo distaccamento dalla più credibile inseguitrice e consegnare una situazione di più placido galleggiamento in quella terza posizione così duramente conquistata.

Comunque, niente drammi. La prestazione è stata bruttina, l’atteggiamento agonistico non si è rivelato sufficientemente feroce e sono tornati alla luce alcuni limiti della compagine biancorossa, in particolare la sua dipendenza dal rendimento difensivo, ma la situazione generale rimane ancora in linea con le aspettative.

Anche perchè, a prescindere da tutto, per l’Olimpia è giunto infatti post-Coppa Italia il momento di compattarsi in vista di una fase nuova della stagione, quella della volata finale. Un momento che impone una chiara consapevolezza di chi si vuole essere nell’entrare nei mesi più roventi dell’annata sportiva, che per questo implica un periodo di riflessione e assestamento che si possa rivelare definitivo.

Il ritorno di Mitoglou, peraltro positivo ed incoraggiante, e quello imminente di Shavon Shields, regaleranno nuova linfa, ma imporranno anche di riprendere di nuovo il filo di equilibri tecnici che si erano ordinati cercando di fare a meno dell’apporto della coppia di ali.

Il loro contributo ci impiegherà un po’ a tornare a piena incisività e ad amalgamarsi e integrarsi durante il percorso milanese dei prossimi mesi, che dovranno essere finalizzati ad giungere con il team al completo ai momenti caldi della stagione, nelle migliori condizioni dal punto di vista fisico e gestionale.

Mesi importantissimi che dovranno quindi essere caratterizzati da un lavoro mirato, che dovrà accompagnare al reinserimento dei lungodegenti una solidità mentale che confermi le posizioni finora conquistate e la ricerca di crescita ulteriore del livello tecnico, per aspirare alla vera eccellenza con cui l’Olimpia merita di sentirsi rapportata.

Se infatti abbiamo raccontato spesso delle ruggini offensive milanesi, siamo consapevoli che le alternative che potranno tornare ad offrire due talenti sublimi come quelli del danese e del greco saranno incisive e forse salvifiche, ma non basteranno se la manovra meneghina manifesterà ancora un ritmo insufficiente.

Milano sa bene come rispondere presente, il suo sogno europeo sta per entrare nel vivo.

Photo credit: euroleague.net e Olympiacos Facebook

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