Frecciarossa Final Eight Preview: Olimpia, c’è un trofeo da difendere

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E’ tempo di Coppa Italia e qui su Eurodevotion in questa giornata di previsioni si scaldano i motori in vista di uno dei weekend più caldi per gli appassionati del basket nostrano. Una delle più prestigiose invitate al ballo non è altro che l’Olimpia Milano, la squadra si presenta infatti alla manifestazione di Pesaro da prima in classifica e da detentrice della coppa.

Un anno fa, proprio con il successo contro la squadra della città ospitante, le scarpette rosse si aggiudicavano il trofeo di metà stagione, in una competizione semplicemente dominata.

Olimpia, Coppa Italia - Eurodevotion

Il gruppo allenato da Ettore Messina chiaramente si presenta, anche questa stagione, come uno dei favoriti alla vittoria finale della cinque giorni di Pesaro, anzi, probabilmente come il principale indiziato per il successo conclusivo. In questo articolo cercheremo quindi di indagare con attenzione quali sono le condizioni in cui l’Armani Exchange arriva a questo importante appuntamento stagionale.

Lo stato di salute

Argomento salute che si può dividere in due diversi aspetti d’analisi.

Se per “salute” intendiamo lo stato fisico-atletico, la situazione per l’Olimpia non è sicuramente ottimale. I meneghini hanno giocato moltissimo nell’ultimo periodo, inoltre le assenze di un importantissimo leader tecnico, Shavon Shields, e di un atleta prezioso e peculiare, Dinos Mitoglou, si prolungheranno oltre la manifestazione di Pesaro, come già noto. Un peccato che manchino tali protagonisti, oltre che notevole vulnus la loro preclusa partecipazione in uno dei momenti più caldi della stagione.

Da aggiungere un Datome reduce dal Covid di cui bisognerà saggiare la condizione. Sappiamo bene che l’ex Fener può essere per Messina un fenomenale asso nella manica: l’anno scorso fu MVP e in carriera è sempre stato molto efficace nelle coppe nazionali (prima di Milano, due volte in fila miglior giocatore della Coppa di Turchia).

Se invece spostiamo il mirino dell’indagine sulla “salute” nei riguardi del termometro della forma di squadra, l’Olimpia arriva alle Final Eight in un periodo decisamente positivo.

Nel 2022 per Milano sono arrivati soltanto due k.o., nel contesto di un record complessivo nel nuovo anno di 12-2. I biancorossi infatti sono riusciti a suon di solide prestazioni a conservare senza particolari difficoltà il primato nel campionato italiano e ad appropriarsi con forza del terzo posto solitario in Eurolega.

In questo senso è tutto molto simile alla situazione dell’anno scorso, nel quale la truppa di Messina approcciò la competizione celebrata al Forum con un bilancio di 10-2 prodotto nell’inizio del 2021. A differenza di quel momento, però, il trend positivo non è coinciso con uno dei momenti di miglior basket espresso nella stagione, per una serie di motivi legati anche agli infortuni. Sottile distinzione che però non dovrebbe intaccare le prospettive con cui l’AX affronta le Final Eight.

Obiettivi ed aspettative

L’obiettivo, per status, organico e rendimento finora offerto, non può che essere per Milano quello di sollevare al cielo la coppa.

Tralasciando infatti una concorrenza media che è diversi gradini sotto la caratura e il livello dell’Olimpia, la stessa Virtus, principale antagonista, arriva da una prima metà di stagione travagliata e con molti atleti chiave la cui condizione rappresenta tutt’ora un punto di domanda importante.

La conseguenza di tutto questo è che le scarpette rosse sono senza dubbio il team con maggiori probabilità di vittoria, sebbene lo sgambetto possa sempre celarsi dietro l’angolo in competizioni di questo genere, soprattutto se la concentrazione messa in campo non è quella giusta. La squadra del patron Armani dovrà per questo essere brava nel mettersi addosso la giusta pressione, per alimentare la bacheca come è dovuto e anche per rispondere ai rivali bolognesi, interrompendo la striscia che ha visto andare a Castelmaggiore entrambi gli ultimi due trofei nazionali assegnati.

Delaney in azione nella finale contro Pesaro dell’anno scorso

Se Milano farà Milano, non c’è motivo per cui non possa raggiungere la vittoria. Nei momenti topici di queste ultime due stagioni, in Italia soltanto la Virtus è stata in grado di mettere i bastoni tra le ruote ai biancorossi, quando schierati nella formazione migliore e motivati dall’importanza dei trofei in palio.

L’AX ha infatti la miglior difesa della storia recente della Lba, con meno di 70 punti medi subiti, un’esperienza e una mentalità vincente unica in molti contesti a queste latitudini e anche uno degli all-time coach del campionato italiano in panchina. A questo si aggiunge una fisicità decisamente sproporzionata in quasi tutti i confronti con i rivali di Lba. Tutti elementi che non possono che richiedere all’Olimpia una prestazione all’altezza del suo nome.

La rotazione

Capitolo finale, quali saranno gli interpreti e quale apporto ci si può aspettare da ciascuno?

Partiamo dagli stranieri, i più spinosi data la questione turnover. Messina ha dato ampia prova di essere propenso a battezzare una formazione da utilizzare per tutto il corso di una manifestazione, dai playoff alla scorsa Coppa Italia. Per questo difficilmente mi aspetto un cambiamento nelle convocazioni tra le eventuali diverse partite da affrontare nel corso del weekend.

A completare la truppa assieme al trio di veterani Rodriguez-Delaney-Hines, certi di un posto e dei quali conosciamo bene la capacità di esaltarsi nei contesti più importanti, saranno plausibilmente Bentil, Hall e Daniels, con Grant, Tarczewski e Kell a guardare dalla tribuna.

Il ghanese dovrà imporre fisicità e favorire alternative di gioco, da stretch four come dal post basso, e continuare ad essere rimpiazzo ideale per l’omologo greco, mentre la coppia di guardie americane è chiamata ad essere efficace nella produzione offensiva e prendersi la scena con coraggio, facendo sì che l’assenza di Shields si possa notare il meno possibile.

Altrettanto importante rispetto all’apporto degli stranieri – se non di più, perchè non sempre scontato – sarà il contributo della compagine italiana. Laddove Melli è una certezza, Ricci e Datome dovranno assolutamente rispondere presente, cancellando i dubbi rispetto a qualche recente gara non scintillante per l’ala romana e allo stato forma incognito per il tiratore sardo.

Ottimi segnali hanno rappresentato inoltre le ultime prove in Serie A di Alviti e Baldasso, specialmente quelle dell’ex Trieste, e chissà che non si possano rivelare risorse preziose se chiamate in causa dal coach catanese. Una loro convinta risposta anche in partite di maggiore livello competitivo rappresenterebbe un importante successo di gestione e un mattoncino in più nella crescita di squadra.

Per concludere è inutile spendere ulteriori parole. Le nostre chiacchiere le porterà via il vento, il campo come al solito sarà giudice supremo. L’appuntamento è domani, ore 18: Sassari aspetta.

Photo credit: olimpiamilano.com

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