L’Olympiacos è cinico, la Virtus esce dal Pireo con diversi rimpianti

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Partita a due facce quella bianconera al Peace and Friendship Arena di Atene: la Virtus gioca un grande primo tempo, poi crolla nel secondo e cede all’Olympiacos 74-69.

Il parziale di 20-5 è letale, poi nel quarto periodo le vu nere tornano a lottare ma senza la brillantezza dei primi 20 minuti. Per la Segafredo, c’è dell’amaro in bocca per una gara che si era messa nei binari giusti, poi smarrita con quell’opaco rientro dagli spogliatoi.

Dentro la partita

Inizio piuttosto confusionario, mani fredde in attacco e tre palle perse reds in un amen. La Virtus inizia aggressiva in difesa e sfrutta i viaggi in lunetta. Tripla di Belinelli, gioco da 4 di Canaan: sono loro i principali pericoli offensivi. Dal -6 l’Oly prende ritmo e impatta sul 12 pari. Ma la Virtus è paziente e costruisce buoni tiri, mentre Mickey cancella Peters. Le vu nere forse mancano qualche occasione d’allungo, Canaan trascina i suoi, dopo 10′ è 22-23 ospite.

Dobric impatta la gara, con sfondamento preso e canestri importanti. Era mancato non poco. I problemi offensivi dell’Olympiacos proseguono; le vu nere giocano con pragmatismo, Zizic trova profondità ed è +8. La difesa Virtus è quasi perfetta e costringe i reds a numerose forzature; i bianconeri sembrano avere l’inerzia della gara e conducono un primo tempo quasi impeccabile, a partire da una difesa assai fisica. Bologna tocca il +12, ma comunque chiude il primo tempo meritatamente 37-46.

L’Oly riparte da Papanikolau, unico dei pochi in ritmo dei greci che, con furbizia, tornano subito a -1, con l’arena che ribolle e la Segafredo che non trova canestro: 8-0 di parziale. E allora è sorpasso Olympiacos. I primi punti bianconeri arrivano dalla lunetta dopo 5’30”, mentre la gara diventa oltremodo confusa: la Virtus non sa più attaccare e l’Oly non approfitta del blackout ospite. Primo canestro dal campo bianconero a 35″ dalla fine del quarto. 57-51 per i padroni di casa dopo un terzo quarto da 20-5.

Il quarto quarto riprende come il terzo: i greci non sono brillanti ma cinici, mentre le vu nere non riescono a trovare soluzioni in attacco. I reds toccano il +11 su una tripla estemporanea di McKissic e le vu nere non sembrano aver la forza di reagire. La Virtus poi invece trova una reazione, mette pressione, ma Petrusev controlla molto bene le plance. Le vu nere tornano fino al -4, prima che Peters trovi la prima tripla della gara e chiuda la gara. L’Olympiacos vince una gara decisiva.

L’Olympiacos vince con mestiere, senza strafare

Primo tempo oltremodo sottotono, secondo in cui i greci sono stati più bravi a sfruttare il passaggio a vuoto degli avversari, piuttosto che esprimere chissà quale livello di pallacanestro.

L’impressione è che la partita sia passata dalle mani della Virtus, nel bene e nel male. Nel secondo tempo gli uomini di Bartzokas hanno avuto il grande merito di alzare la qualità difensiva, chiudendo bene l’area e sfidando i bianconeri dall’arco. La sfida è stata vinta: Bologna non ha più avuto modo di segnare nei pressi del ferro (dove aveva trovato anche tanti viaggi extra in lunetta) e non ha trovato canestri dall’arco.

Di conseguenza, se la difesa funziona l’attacco non può che salire di tono. Anche la fase offensiva casalinga è quindi salita nella sua produzione, senza toccare chissà quale picco, lo ripetiamo. 15/15 nel rapporto assist/palle perse parla chiaro. Così come è eloquente il 16/29 ai liberi, sia per la bassa percentuale che per il consistente ammontare dei tentativi.

Nel primo tempo sono stati decisivi Canaan e Papanikolau (16+8) per fare restare i reds in linea di galleggiamento, nel secondo tutto il gruppo è salito ma grandi meriti vanno a Williams-Goss, vero metronomo della squadra, e Petrusev (7+7) che ha saputo mettere la propria impronta sul match.

E’ una vittoria che pesa tantissimo per i greci proprio perché permette loro di agganciare la Virtus in classifica e di ribaltare la differenza canestri. Questa W molto probabilmente vorrà dire stare sopra ai bianconeri nella classifica finale.

L’amarezza Virtus in una gara a due facce

Peccato. Peccato davvero per la Virtus che, probabilmente, si mangia le mani per quello che è stato l’andamento di una gara tanto difficile quanto delicata.

Il primo tempo è stato vicinissimo alla perfezione per durezza e lucidità difensiva unitamente a un attacco che ha saputo attaccare pazientemente pungendo le imperfezioni degli avversari. Poi blackout al rientro degli spogliatoi, in un modo simile a com’era successo a Valencia.

I problemi non sono tanto stati in difesa – era normale che l’Olympiacos facesse meglio di come aveva fatto nel primo tempo -, ma in attacco. L’attacco bianconero nel terzo periodo non ha saputo produrre quasi mai vantaggio e, dopo qualche errore, è incappato in frustrazione, confusione e palle perse.

Nonostante un parziale impietoso, la partita era ancora aperta e lo è stata fino ai secondi finali. Una constatazione che aumenta ancora di più i rimpianti per una partita che, a ben vedere, poteva essere portata a casa. Sarebbe bastato poco di più per battere un’Olympiacos spuntato, con assenze importanti e che non ha fatto nulla di speciale per aggiudicarsi la contesa. Semplicemente ha serrato i ranghi, giocato più duro e con astuzia.

46.2% da due e 29.2% da tre sono i dati al tiro virtussino. Nessuna individualità emerge dal gruppo che è stato unitariamente positivo nel primo tempo e negativo nel secondo. Shengelia (15+6+4) è stato con Pajola l’ultimo a mollare, mentre altri giocatori si sono lentamente allontanati dalla partita – altri, invece, non ci sono praticamente mai entrati (vedi Cordinier).

Non era una gara da must-win, ma per come si erano messe le cose era una partita che Bologna poteva pensare di vincere. Sicuramente c’è e ci sarà il rammarico per quel secondo tempo in cui non si è riusciti a fare le cose come si sarebbe voluto. L’aspetto più negativo è che tutte le competitor per i playoff hanno vinto, anche con scalpi importanti. La rincorsa al sesto posto si fa ripida.

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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