Barcellonissimo! Real annichilito al Palau

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Il clàsico è dominio catalano, ossa rotte Real a Barcellona

La partita regina della Liga Acb ha scritto un altro dei suoi innumerevoli capitoli, è uno scritto monografico e a chiare tinte blaugrana! Il Barcellona s’impone con forza su un Real che mai riesce a calarsi compiutamente nella sfida, se non grazie alle sfuriate dei singoli.

Parziale scusa può essere qualche assenza di troppo, vedasi Poirier e Deck, che sfuma se durante la sfida sono stati i catalani ad essere colpiti duramente dall’infortunio bruttissimo di Abrines, ai problemi occorsi a Vesely, Higgins e Mirotic (poi rientrato).

Barça beats Real - Eurodevotion

I padroni di casa festeggiano l’imperioso distacco di 97-82 e agganciano in vetta il Baskonia, caduto nell’anticipo della Jornada 27 in un pazzo finale con Tenerife.

Approccio Barça e illusione Real

I catalani cominciano subito all’arrembaggio, il corsaro è Satoransky che si prende il protagonismo dell’offensiva domestica, impegnando la difesa madrilena subito nei primi secondi dell’azione. Produce così scompiglio e coinvolgimento per i compagni sul perimetro, quindi la prima fuga blaugrana.

Il Real tenta di risolvere battezzando ciecamente il ceco e passando indiscriminatamente sotto. Operazione che ha effetto, ma è temperata da un gioco macchinoso e senza fantasia, oltre che un po’ confusionario (più di qualche persa di Hanga in regia).

Tuttavia, è l’accendersi del solito Hezonja a portare in partita la Casa Blanca, che nel blocco momentaneo dell’attacco Barça, trova lo spunto per sfogarsi. Al croato segue l’ingresso della Musa ispiratrice, che si unisce alla festa e allarga un parziale di 12-0 fulminante. Il solito immacolato talento della strana coppia balcanica, alfa ed omega dei momenti di furia cestistica madrilena.

Il bosniaco fa cose strepitose, di un bagliore sconfinato. Invasato, è immarcabile e diviene una calamita di falli. Bisogna stargli francobollati dato l’invidiabile range di tiro, ma è lì che lui è mortifero nel freddare il difensore in palleggio con grande proprietà e sfruttando le sue leve lunghissime.

Mentre il Barça si arrabatta – attacca bene, ma non riesce a convertire con costanza- il Real celebra il suo talento. E’ però solo illusione, alcuni indicatori strutturali ne segnalano già la natura effimera; senza Tavares, per altro in affanno, con Cornelie sotto le plance si annulla l’intimidazione e ci si espone a rimbalzo offensivo, ad esempio. In effetti, non appena i blaugrana divengono più concreti in attacco e la fiamma di Musa si affievolisce, il disavanzo è presto ridotto.

Attaccare ed esporre i vecchietti del backcourt delle merengues (Chacho e Llull in gran difficoltà) paga dividendi, poi le iniziative di Laprovittola, il pallone recapitato a Mirotic nel pitturato grazie alle ben calibrate speculazioni offensive catalane… Il Barça si riprende il vantaggio.

Un botta e risposta di giocate individuali eroiche vede il primo tempo chiudersi con il mancato libero di Musa per il pareggio.

Il terzo quarto

Il ritorno dall’intervallo per il Real è una vera doccia gelata. I ragazzi di Mateo tentano di appoggiare il gioco su Hezonja, ma i quelli di Jasi continuano ad attaccare nettamente meglio, distruggendo la prima linea della retroguardia madrilena, devastata da un fluire di penetrazioni.

Si creano occasioni molto buone, Sanli è un toccasana per le spaziature, così il Barça si esalta e pare volare sulle ali dell’entusiasmo, mentre gli ospiti battono decisamente in testa. Mirotic punisce da tre, Nnaji entra e dà scosse elettriche sotto canestro, posterizzando un Tavares gravato dai falli.

Qualche episodico canestro a poco serve nel contrastare lo tsunami catalano. E’ 31-17 il parziale dei primi 10′ del secondo tempo.

Il Real, nelle difficoltà del suo centro e nella mancanza di alternative nel ruolo, vive un buco d’intimidazione e a rimbalzo difensivo (16 carambole offensive blaugrana). Problemi che sono però più profondi, di scarsa unità d’intenti nel comparto difensivo in genere, negli aiuti e nella collaborazione a rimbalzo, di mollezza e attenzione nel non farsi battere sul perimetro, rendendo l’area terra di conquista.

I ragazzi di Mateo tenteranno la reazione nell’ultimo quarto, ritrovando un Hanga tignoso, che mette fisicità e agonismo nella prima linea della retroguardia e opera giocate di carattere nella metà campo offensiva. Yabusele prende poi in mano i suoi, giocando da 5, un poster barbaro in contropiede su Nnaji è manifesto della sua potenza taurina.

Sembra finalmente una quadratura del cerchio, che nutre il transalpino e riavvicina il punteggio, ma al nervosismo del Real si contrappone la serenità del Barcellona. I ragazzi di Jasi sembrano vivere la sfida con leggerezza e, passata la tormenta, si riprendono contro il quintetto XS di Mateo (Hanga da 4).

Laprovittola affonda poco dopo con l’ennesima penetrazione al ferro, sancendo il +13 e la definitiva chiusura del match, sigillata e celebrata poi dalla fuga per la vittoria con bimane di Satoransky. Il clàsico si tinge di blaugrana!

Real prigioniero del talento, Barça padrone di sè stesso

Sale quindi sul 3-2 per il Barça il computo stagionale delle sfide tra le due big di Spagna. Finale di Supercoppa al Real, 2-0 catalano in ACB, 1-1 in EL; i blancòs hanno vinto entrambe le volte al supplementare, mentre questa è stata sicuramente l’affermazione più netta, la prima oltre la doppia cifra.

Ci dipinge il quadro di due squadre che hanno tanto da giocarsi nella fase calda della stagione, che inevitabilmente vedrà i loro destini incrociarsi di nuovo.

I ragazzi di Mateo giocano una gara davvero insipida, su entrambi i lati del campo, e continuano a destare preoccupazione per quell’essere troppo spesso aggrappati alle sfuriate dei singoli, più che ad una trama di squadra efficace. Certo che, se può essere un’opzione catalizzare il proprio gioco verso i migliori interpreti, le merengues possono dire di cadere in piedi: Musa (24 punti, 7 falli subiti, 33 di val.) e Yabusele (19 punti) sono stati protagonisti di momenti di prorompente onnipotenza, consentendo partita laddove questa non c’era tra i rispettivi sforzi collettivi.

La truppa catalana invece ha fornito una manifestazione di grande consapevolezza, sapendo trovare buone cose da tutti i membri dell’organico ed eseguendo con proprietà e padronanza, senza disunirsi o cadere nei consueti atolli psicotici.

Non c’è da cantare vittoria, questa squadra ha ancora tanto da dimostrare. Quel che è certo è che i segnali sono stati decisamente rassicuranti.

Mirotic MVP di quantità con 23 punti, neanche efficientissimi, ma il vero valore aggiunto è stato rappresentato dal duo Laprovittola-Satoransky, che ha macinato in coppia 32 punti e 17 assist. Sarti, compositori pazienti di un attacco da 21 passaggi vincenti, che racconta condivisione e armonia d’esecuzione.

Photo credit: Barça Twitter e Facebook, Acb Facebook e Acb.com

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