Tenerife sulle ali di Marcelinho, Howard non basta al Baskonia

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Tenerife vince la sfida tra prima e quarta della classifica. Marcelinho e Howard da urlo.

Tenerife v Baskonia è sfida tra prima e quarta della classifica nel torneo nazionale più importante del mondo.

La settimana europea ha detto che gli isolani avranno bisogno della bella, il 19 aprile sempre su questo parquet, per accedere alle Final 4 di Basketball Champions League, dopo la tiratissima sconfitta subita da parte dei rivali iberici di Manresa al Nou Congost, mentre i baschi, dopo 33 gare in zona Playoff, sono stati eliminati dalla postseason di Eurolega con la sconfitta del Pireo.

Il Baskonia capolista arriva al Santiago Martin forte di 9 successi consecutivi, con l’Obradoiro ultima squadra in grado di superare gli uomini di Penarroya nell’ormai lontano 91-86 del 22 gennaio. E se andiamo oltre il cammino dice 17 vittorie nelle ultime 18 e 21 nelle ultime 23. Proprio prima dell’inizio della lunghissima serie quasi perfetta era arrivata la caduta interna contro la rivale di oggi, quella Tenerife che passò alla Buesa 79-85 il 9 di ottobre, unica squadra sinora capace di violare il parquet vitoriano in Liga.

I padroni di casa si presentano reduci da 2 sconfitte “liguere”, tra Barça e Betis, non nel momento più brillante se pensiamo che sono state anche 4 nelle ultime otto gare le cadute. I mille impegni stagionali, per un roster con diversi giocatori non proprio giovanissimi, lasciano inevitabilmente il segno.

Le 7 scollinate basche, tutte casalinghe, oltre quota 100 punti hanno dato vita a 7 successi: a quei livelli di ritmo e di punteggio il Baskonia non si batte e questa è cosa ben chiara nel piano partita degli uomini di Txus Vidorreta.

A San Cristobal de la Laguna finisce 83-81 per Tenerife ed oggi le due squadre sono un po’ più vicine in classifica. Ed in quella graduatoria il Baskonia attende di sapere dal “clàsico” del tardo pomeriggio chi lo affiancherà tra Barça e Real.

LA GARA

L’inizio è firmato Shermadini, assolutamente dominante ed imprendibile per la difesa basca ed un Kotsar spaesato. 12-2 sembra già qualcosa di chiaro ma Markus Howard ha altre idee e riporta sotto il Baskonia sino al sorpasso del 23-24, quando due triple di Abromaitis fissano il punteggio sul 29-24.

La squadra di Penarroya non molla e termina sotto 44-40 i primi 20′ soltanto a causa di quell’eterno campione che è Marcelinho Huertas, che la spiega dalla sua mattonella, quel “mid range” dove non ha rivali. E’ 16 pari tra Shermadini ed Howard.

Balletto tra i 4 ed i 2 punti di vantaggio locale nel terzo periodo, fino ai secondi finali quando gli isolani allungano sul +6. Qui Bolmaro ha tre occasioni consecutive per ampliare lo scarto ma le manca tutte. Potrebbe contare molto, anche se gli ospiti sono carichi di falli ed Howard si è fermato.

Ecco, Howard riparte (eufemismo…) ed il nuovo allungo “tinerfeno” viene intercettato sino agli ultimi possessi. La tripla con cui il fenomenale “scorer” pareggia la gara a 3″ e due dalla sirena è qualcosa di irreale. Ad 1″ e 6 decimi dalla fine Abromaitis segna il primo libero e vorrebbe sbagliare, giustamente, il secondo, che tuttavia scuote il fondo della retina.

I baschi non trovano Howard e Costello muore con la palla in mano.

Il finale della gara resta indimenticabile.

LE CHIAVI

Tenerife non ama correre, Baskonia sì.

Si potrebbe riassumere tutto in queste due certezze, tanto che quando i padroni di casa impongono il loro ritmo più controllato paiono avere in mano la gara, mentre quando la faccenda diventa più rapida il Baskonia torna regolarmente in gioco.

Pesa notevolmente l’8/33 da tre dei baschi, con diversi errori abbastanza inusuali poiché figli di quel ritmo tanto cercato.

41/35 a rimbalzo è una bella differenza in una gara giocata su un possesso, mentre se si guarda alla valutazione globale siamo addirittura 100/84 a favore degli sconfitti. A volte le statistiche mentono, si sa.

Globalmente l’impressione è quella di due squadre che possono andare lontano, tuttavia difficilmente potranno essere ostacolo insormontabile per Barça o Real, coi baschi che nel caso si fanno preferire.

MVP

Marcelinhooooooooooo !!! 21, 8/15 da due, 6 rimbalzi e 2 assist.

Alla soglia dei 40 che compirà il 25 maggio in pieno clima Playoff, il “paulista” la spiega in maniera clamorosa, facendo vedere cose che la maggior parte delle PG di oggi si sogna.

Torniamo a quel “mid range”, marchio di fabbrica che le abitudini odierne del gioco vedono ben poco utilizzato ed ancor meno trovano difese in grado di intercettarlo. Semplicemente una libidine.

Markus Howard meriterebbe di essere citato come MVP, con l’ennesima prestazione di onnipotenza offensiva (33). Ora serve sapersi gestire anche dietro perchè vederlo relegato in panchina in alcune situazioni difensive delicate non fa piacere né a noi né al gioco.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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