L’Olimpia al Pireo, tra dolci ricordi e necessità di oggi

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C’è una storia recente dal peso notevole in questa sfida, soprattutto per i milanesi.

Il 19 ottobre 2018, al Pireo, la squadra allora guidata da Simone Pianigiani mise in scena uno spettacolo difficilmente ripetibile: 75-99 il punteggio finale ed asfaltata clamorosa ai “reds”, tramortiti dallo show di Mike James, Nemanja Nedovic e Vlado Micov. 22, 20 e 19 rispettivamente con un secondo tempo da 55-34 di parziale e momenti di pallacanestro memorabile con tanto di “trash talking” di un certo peso nel finale.

Al ritorno, il 14 marzo 2019, fu 66-57, con i 10096 del Forum a cantare MVP ! MVP ! ad un James stratosferico da 27 ed alcune giocate che non si vedevano a Milano da decenni. Ma fu l’ultimo acuto dello stesso giocatore e, di conseguenza, della Milano di Pianigiani che chiuse formalmente i battenti di un biennio che pochi vogliono ricordare da ogni punto di vista. Nelle 4 L che seguirono il lato oscuro della forza si impossessò in primis di Mike James, sino a allora indiscusso Jedi biancorosso, ed a pioggia dell’intera galassia meneghina, che non vide più la luce. E’ cambiato tutto, o quasi, perché il lavoro necessita fisiologicamente di alcune ulteriori correzioni, e la stagione 2019/20 vede la nuova Olimpia tra i protagonisti, su basi tecniche e societarie ben più solide.

Domani sera (2030 al Pace ed Amicizia) si gioca una gara di importanza notevole per entrambe le squadre: padroni di casa che provano a vincerne  due di fila per la prima volta in stagione, per riavvicinarsi a quella quota Playoff che oggi pare una chimera, ed ospiti chiamati a dare e darsi certezza di rendimento nella prima di tre gare sulla carta più semplici dei recenti impegni con Khimki, Maccabi ed Efes.

 

  • DUELLO TRA MVP

Il “dio” Vassilis contro il Chacho. Raramente si scontrano due MVP passati, quindi prelibatezza tutta da gustare sebbene si tratti, oggi, di livelli ben diversi. Parabola discendente quella del play dell’Oly, standard altissimi per il gestore delle fortune degli uomini di Messina.

Sulla carta duello senza storia, anche se le volte in cui abbiamo dato per morto “Kill Bill” sono state troppe, per essere poi regolarmente smentiti.

E Nemanja Nedovic, insieme ad un Mack atteso alla conferma dei recenti leggeri progressi, dovrà dare corpo alla superiorità milanese nel settore guardie.

 

  • L’ARCO DEI DESIDERI

Milano domina dai 6,75, al 43,8% che garantisce leadership nel settore e nello sviluppo globale della manovra. Non è una cifra a caso perché deriva da una precisa ed efficace ricerca di un buon tiro. Ben altro discorso per gli ateniesi, 17mi con un misero 32,6% che è poi causa principale dei pochi punti segnati (76,6) mediamente.

Singolare come appaia chiarissima la resa offensiva valutando il “pace” (possessi su 40 minuti): Milano produce 80,7 da 81,8 possessi, l’Olympiacos quei suddetti 76,6 da 81,6 possessi. La differenza, notevole, viene proprio dall’arco, utilizzato praticamente allo stesso modo: 39% dei tiri scagliati da tre per Messina, 38,6% per Kemzura. E’ evidente come l’11,2% di differenza nella percentuale da oltre i 6,75 crei un notevole divario tra le due squadre.

Se Milano confermerà questa tendenza a colpire con efficacia, allora potrà passare inosservata anche la sofferenza da due punti, dove il 46,5% è veramente poca roba e deriva sostanzialmente da un limitatissima pericolosità al ferro, fatta eccezione per Scola, dove le percentuali normalmente crescono.

 

  • BEST POWER FORWARD IN THE BUSINESS

Georgios Printezis e Luis Scola. La storia di questa lega, nel ruolo, passa da loro. Anni di dominio tecnico ed emozionale, che paiono non voler vedere la fine. Così simili per la posizione da cui colpiscono, così differenti per il modo in cui lo fanno. Senza dimenticare che dar loro palla oltre la linea dei tre punti non è certo un brutto affare per l’attacco: 37,5% su 16 tentativi per il greco, 42,9% su 28 tiri per l’argentino. Tra i 4 puri, veramente dura trovare di meglio.

 

  • NIKOLA MILUTINOV E LA PRODUZIONE IN POST

Fondamentale il serbo, dominante nel ruolo in questa come in altre competizioni. Della pochezza ateniese dall’arco abbiamo parlato, ed allora bisogna andare in post se si vuole vincere per i “reds”.

Se guardiamo ai centri più puri, il solo Milutinov produce più della coppia milanese Tarczewski-Biligha: 26’36” in campo con 39/59 da due (66,1%) e 9,7 rimbalzi il suo fatturato. Per l’americano siamo a 18’17” di utilizzo media, 24/39 da due (61,5%), 5,4 rimbalzi e 6,2 punti, mentre Biligha sta sul terreno 11’45” col 34,8% dal campo entro l’arco (8/23), 2,6 rimbalzi e 3,3 punti. Il cambio naturale del centro di Kemzura sarebbe Willie Reed, con una relativamente discreta produzione in 8’33”: 6/11 (54,5%), 2 rimbalzi e 3,3 punti.

Vantaggio netto greco, quindi, che Milano dovrà neutralizzare coinvolgendo l’atipicità nel ruolo di Luis Scola. Perché è chiaro che se ai numeri appena visti andiamo ad aggiungere quelle dell’argentino e del potenziale avversario Augustine Rubit, le cose cambiano assai e si livellano. 22’10” con 34/66 da due (51,5%), 6,1 rimbalzi e 12,4 punti per l’eterno campione, mentre l’ex Bamberg produce 20/35 da due (57,1%, 3,4 rimbalzi e 5,8 punti in 15’00”. Poi però c’è quel 12/28 dall’arco proprio di Scola che è una delle chiavi che può cambiare lo svolgimento tecnico della gara in modo significativo.

 

  • PRONOSTICO

Tiratissimo. Milano si fa preferire leggermente poiché migliore, ma il Pireo è sempre… il Pireo, sebbene recentemente ben diverso dal passato. Ed allora vado con gara tra 150 ed i 157 punti, con favori per MIlano verso l’alto e per Spanoulis e soci verso il basso di questa quota. Scarto? Entro i 5 punti.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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