Shavon Shields è il mercante di Venezia, l’Olimpia prenota la finale

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L’Olimpia schiaccia anche la Reyer e approda in finale di Coppa Italia

L’Olimpia continua la sua cavalcata trionfale in queste Final Eight, dopo Trento ribalta Venezia e si apre la strada verso l’ultimo atto della Coppa Italia. Le scarpette rosse raggiungono la tripla cifra e sciolgono gli orogranata con il punteggio di 100-77.

Olimpia in finale di Coppa Italia 2024

Ancora meno

È ancora meno che con Trento il tempo che serve all’Olimpia per imporre un vantaggio chiaro e univoco.

Nelle prime battute del match Venezia riesce a punzecchiare la difesa biancorossa grazie a Tessitori, che colpisce sulle lacune di Voigtmann nel difendere il pick and roll e genera qualche pericolo nel pitturato a favore della Reyer.

Milano però lavora da subito molto bene in attacco, riesce a coinvolgere con frequenza i lunghi sui giochi a due e si galvanizza con le derapate offensive di Shavon Shields.

Dopo una breve fase di studio reciproco tra le due squadre infatti, l’Olimpia accelera, detta la linea della gara e lascia al palo i lagunari. Milano ringhia in difesa, lo fa controllando il ritmo di gioco con proprietà e attenzione.

Nel finale di quarto la produzione offensiva si sblocca per tutti. Brillano sia Milano, che, finalmente, Venezia, che trova qualche giocata per ravvivare il suo attacco. Ma l’Olimpia ormai non è da meno e conserva il vantaggio chiudendo con la focosa tripla sulla sirena a firma di Tonut.

Così, si arriva al passaggio chiave. La Reyer a inizio secondo tempo non segna per oltre 3′ filati, mentre Milano dilaga e segna a ripetizione, in particolare dall’arco. Risulterà in un 10/18 la portentosa riuscita dai 6,75 dei biancorossi nel primo tempo.

Un paio di guizzi di Heidegger smuovono il punteggio veneto dopo diversi giri di lancetta, ma l’Olimpia esegue, cuce il suo gioco e mette in mostra un’ottima circolazione di palla.

Così, un brano folle di Shields in chiusura di secondo quarto vanifica tutti gli sforzi di Tucker e Kabengele a favore di Venezia. Il danese è un’opera d’arte, suona la sua nota più alta sulla sirena del quarto, con l’ennesima tripla meravigliosa che decreta nei fatti una sorta di fine anticipata della gara.

Dilagare

Il garbage time diluito del secondo tempo non parte in realtà nel migliore dei modi per le scarpette rosse, anzi. Si verifica un netto 9-0 veneto all’inizio del secondo tempo, un parziale che sembra indicativo di un cambio di passo possibile per la Reyer.

In realtà, per l’Olimpia, è solo un timore momentaneo. La distanza è troppa perché il vantaggio possa essere messo in discussione ed è sufficiente ricompattarsi un po’ per tornare a produrre la prestazione al livello richiesto.

Le scarpette rosse hanno spesso costruito i propri primi tempi come i vetri di Murano: bellissimi, ma estremamente fragili. Non è questo il caso.

L’Olimpia non brilla per nulla offensivamente nel terzo quarto, segnando poco e trovando poco il canestro da fuori, ma la forbice è ormai già enorme e il proiettile di Flaccadori a fil di sirena rincuora i biancorossi.

Milano, così, nell’ultimo quarto deve solo custodire. Ma riesce anche a tornare ad aumentare il distacco e lo fa riprendendo a tripleggiare con autorità nella seconda metà dell’ultimo quarto. L’Olimpia va a mille e soverchia definitivamente Venezia.

Dati e protagonisti

Milano, se gioca al suo massimo, è capace di creare disavanzi del genere quasi con tutte in Lba, anche con squadre di vertice come Venezia. Questo non deve stupire.

Si è presa oggi la finale giocando minuti molto convincenti, nonostante le sbavature del terzo quarto.

C’è stata parità a rimbalzo (35-35), mentre si è vista una grande differenza di qualità offensiva. Le scarpette rosse hanno prodotto un rapporto assist/perse eccellente di 24/9, mentre Venezia ha perso più palloni di quelli che ha trasformato in passaggi vincenti (16/17). Così, l’Olimpia ha beneficiato, come quasi sempre nelle sue notti migliori, di un’ottima riuscita nel tiro da tre (45%).

Venezia si è appigliata all’attivismo di Tucker e Kabengele, così come di Spissu, che sono andati tutti in doppia cifra tutti e hanno costruito tutte le iniziative che hanno alimentato il bottino offensivo della Reyer. In pochi casi questi protagonisti si sono resi promotori di offensive di gruppo, quanto di slanci di buona volontà.

Aamir Simms si è preso i suoi 10 punti nel momento più favorevole alla Reyer, tanto da essere l’unico della squadra ad avere un plus/minus non negativo (0 in una gara persa di 23).

L’Olimpia raccoglie tanti contributi, tra cui quello di un Napier insolitamente molto brillante e un Flaccadori chirurgico, capace di interpretare brani fondamentali, ma il suo re è solo uno. Uno shakespeariano Shavon Shields: sono 28 i punti del mercante di Venezia.

Photo credit: Olimpia Milano e Reyer Venezia Facebook

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