Reggio Emilia, che cuore! Caotici, supponenti, imprecisi: la Virtus esce a testa bassa

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Arriva il primo grande upset della Coppa Italia 2024: Reggio Emilia gioca una gara folle e incosciente, e batte la Virtus Bologna 81-72.

Gara brutta, confusionaria e supponente degli uomini di Banchi che raccolgono la prima grande delusione della stagione. E’ paradiso per i reggiani che si regalano una semifinale impronosticabile.

L’andamento della partita

Inizio frenetico da entrambe le parti tra palle perse e attacchi non brillantissimi. Poi però la Virtus fa circolare bene la palla, trova tre triple consecutive e va avanti. Sulla seconda tripla, questa in sospensione, di Belinelli è 17-7 con primo allungo bolognese. Dopo 10 punti di Faye, Jamar Smith innesca un parziale di 8-0 per i reggiani che tornano vicini nel punteggio.

Reggio regge in difesa a differenza di un attacco farraginoso, poi la Virtus trova punti dal pick&roll Lundberg/Mickey e sulla tripla di Polonara si issa fino al 30-21, mantenendo un solido vantaggio. La Segafredo tira 8/15 dall’arco, costruendo bene, va avanti di 10, ma poi alcune ingenuità e peccati di presunzione permettono a Reggio di rientrare e trovare canestri facili. Bologna si distrae anche sull’ultima rimessa e va avanti all’intervallo solo 37-34.

Inizio di secondo tempo ancora confusionario, Belinelli si prende tutti i tiri che può, mentre la difesa Virtus contiene le scorribande avversarie. Poi la gara si accende di nuovo, la Virtus affretta troppo e Reggio nel caos generale trova punti. Faye domina, fa 14 punti e 44 pari incredibilmente. La partita diventa una bagarre fisica, con Reggio che prende coraggio e lotta senza paura. I biancorossi mancano alcune possibilità per andare avanti, le vu nere sono fuori fase, Mickey trema dalla lunetta e dopo 50′ è 54-53.

E il primo vantaggio reggiano arriva davvero e Bologna inizia ad aver paura. Uglietti segna due triple di fila, Mickey fa airball. Shengelia si prende la squadra e la fa risalire dal -6, mentre Faye commette cinque falli. Col punteggio in equilibrio sulla parità, la gara diventa una sfida di nervi con una fisicità altissima al limite del fallo. Nel finale Langston Galloway segna due triple clamorose, Cordinier butta via un pallone e Reggio Emilia si prende una vittoria straordinaria. Bologna cade a sorpresa e saluta la competizione.

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Reggio Emilia, il cuore oltre l’ostacolo

Partita preparata magistralmente da Reggio Emilia e da coach Priftis. I reggiani sono stati bravissimi a contenere le vu nere nei primi 15′, attutendo le difficoltà offensive con una difesa fisica e molto ben messa che ha praticamente tolto l’area a Bologna.

Infatti, quando le percentuali bianconere dall’arco sono calate (8 triple segnate nel primo tempo, solo 3 nel secondo), i reggiani hanno potuto pareggiare l’incontro, portarlo sui binari graditi e poi giocare un finale ad altissimo ritmo, sul terreno preferito, e quindi portare a casa una vittoria meritata, per quello che si è visto in campo.

Reggio è stata migliore a rimbalzo e ha giocato una pallacanestro migliore. 21/14 il rapporto assist/palle perse contro il 16/15 avversario. 12/14 ai liberi contro il 13/22 della Virtus. Ecco, proprio ai liberi la Virtus ha perso un pezzo importante di partita. Poi il grande tasso di fisicità in campo è stata una chiave essenziale per togliere ogni spiraglio in area a cui la Segafredo poteva aggrapparsi.

Nel primo tempo Faye (16+6), nel secondo il talento degli esterni con l’assolo di Langston Galloway (20 punti e quelle due triple nel finale da campione). Perfetto il piano partita biancorosso, unito all’incoscienza e al coraggio che questo gruppo ha dimostrato di avere sin dall’inizio della stagione.

Per la Reggiana è una vittoria bellissima e meritata. Gli uomini di Priftis provano così a sognare.

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Caotici, supponenti, imprecisi: ecco la prima vera delusione Virtus

Diciamolo subito senza giri di parole: per la Virtus è una sconfitta pesantissima. Che rovina, in parte, quanto di bello e buono fatto fino ad ora.

L’impressione è che la partita sia stata approcciata con supponenza, per poi finire dentro l’ingorgo fatto di ritmi frenetici e giocate esplosive che tanto piace a Reggio Emilia. L’impressione, però, è anche che la Virtus spesso non abbia nemmeno saputo cosa fare in campo. In attacco, finite le alte percentuali dall’arco, la fatica nel costruire vantaggi è stata incommensurabile.

Tanto è arrivato dal post-basso di Shengelia (solito timoniere da 20+10), ma dagli esterni non è arrivato praticamente nulla, con la fase offensiva che si è trovata appesa al georgiano e alle uscite dai blocchi di Belinelli, spesso ben complicate dagli avversari.

Poi il nulla. Unito a una difesa fisica, ma spesso non precisa, e ad una disattenzione generale che ha portato a perdere una valanga di palloni, la cui epitome è quel lancio di Cordinier nel finale raccolto dalle mani avversarie.

Ci sarà da fare riflessioni in casa Virtus, perché questa è la prima vera e grande delusione dell’anno. Ci sarà da riflettere sull’approccio sbagliato e su una pallacanestro che si è scontrata contro un muro. Uscire al primo turno della Coppa Italia, dopo esserci entrata da favorita nei pronostici, è una ferita che fa molto male.

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Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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