Locura Abrines! Il Barça la spunta di misura sui taronja

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L’ala ex Thunder è autrice di una folle prodezza nel concitato finale che consegna la vittoria al Barça

Il Barça di Jasi ha la meglio sul Valencia, con una corposa reazione nel secondo tempo ad una prima metà largamente insufficiente. I taronja si illudono, ma vengono travolti dal moto d’orgoglio blaugrana e s’inchinano nel finale per 81-75.

Barça vince - Eurodevotion

La nostra analisi del matinée di ieri della Jornada 19 di Liga Endesa è risolta come al solito nei classici tre punti di Eurodevotion.

Un primo quarto perfetto

Versante taronja, s’intende. E il discorso volendo si può estendere all’intero primo tempo.

La gara giocata in quel versante dagli uomini di Mumbrú è davvero di alto, altissimo livello. Un impatto lodevole al Palau per il Valencia che gioca con grande vivacità e fluidità, imponendo il proprio ritmo alla gara, guidato da un Jones particolarmente in palla nei primi minuti.

E’ soprattutto la difesa dal mio punto di vista a sorprendere, con una grandissima attenzione di squadra, la capacità di non isolare mai i mismatch sui cambi e scoraggiarne lo sfruttamento, un’ottima applicazione su Mirotic. Il montenegrino è inseguito da Claver, con un diligente lavoro di uno come Radebaugh nei bump per rallentare il taglio senza palla della stella avversaria e consentire il recupero al compagno.

Il Barça è abulico, in attacco totalmente inerme, tant’è che nei 14 punti che miracolosamente produce a fine quarto, ben otto sono responsabilità del puro talento di Jokubaitis: una penetrazione caparbia e una tripla da fermo con la mano in faccia, entrambe impiccate sulla sirena dei 24”, ed un’ingenuità taronja che gli ha concesso tre tiri liberi sul disperato tentativo scagliato astutamente negli ultimi sospiri del primo atto di gioco.

I catalani chiuderanno i 10′ iniziali con 0 assist all’attivo, anche grazie all’opera dell’ottima retroguardia valenciana, molto efficiente nelle rotazioni, mentre Valencia è bravissima a rifornire i propri lunghi con grande frizzantezza di manovra, tant’è che i migliori realizzatori taronja saranno proprio Alexander e Rivero, rispettivamente con 16 e 18 punti.

Se del cubano non siamo certo stupiti, il lungo canadese-giamaicano ha giocato senza dubbio la sua migliore partita stagionale, garantendo un apporto sostanzioso tanto in attacco, quanto in difesa. Davvero una gara degna di nota, per un giocatore che chi scrive aveva sempre considerato piuttosto mediocre, chapeau!

La svolta blaugrana

Il Valencia dà ogni tanto qualche segno di diminuita fluidità, ma è anche molto capace a reagire in fretta e tenere le briglie della gara, come nel caso del break del secondo quarto (12-4). Ciò che il Barça riesce a cogliere per il suo attacco, lo racimola in contropiede, senza quindi riuscire a beneficiare di un corretto coinvolgimento di squadra.

Dall’intervallo in poi, però, la musica sembra cambiare. Sentore e sintomo di tutto questo è il ruolo offensivo di Nikola Mirotic, che nella fase precedente era del tutto marginale, diviene del tutto preponderante.

E’ chiaro anche che, citando pure Messina di qualche giorno fa in merito ad Howard, certi giocatori si devono fermare anche un po’ da soli, anche con tutto quello che gli puoi preparare contro. E Mirotic nel primo tempo l’aveva fatto.

Il suo atteggiamento nel secondo è un altro, così come le ricezioni in cui è coinvolto sono tutt’un’altra cosa. Sia per come vengono servite, con i tempi giusti, sia per come vengono create. Sono sempre accoppiamenti favorevoli, che l’ex Bulls provoca correndo il campo in transizione, con la squadra che lo cavalca presto nell’azione per impedire alla difesa taronja di schierarsi.

Quello di Mirotic sarà uno show di un unico quarto, eppure sarà grimaldello fondamentale da 13 punti in 10′, che riaprirà i rubinetti della siccità offensiva dei padroni di casa, unita ad una maggiormente incanalata leadership di Laprovittola (vedi punto successivo), unico capace di punire da lontano con costanza.

Il Valencia inizia a faticare nell’offendere, con tutt’altra pressione sulla palla del Barça, che riesce ad aumentare il numero dei palleggi e diminuire quello dei passaggi nel bilancio della manovra valenciana, oltre a ritardare l’entrata nei giochi degli ospiti.

I taronja rispondono ancora una volta, grazie in particolare alla grandissima personalità di Webb, di ghiaccio in più di una situazione, ed appigliandosi al solito riferimento del brillantinato papito, di ritorno sul parquet dopo qualche tempo.

Mumbrù tenta di giocare con Evans, Jones e Prepelic, tre creatori insieme per superare una pressione sul perimetro sempre più asfissiante, senza grande successo però, con il primo che sembra ancora giocare con il freno a mano tirato, senza aver ancora la confidenza e l’integrazione giusta nel contesto per potersi prendere il dovuto protagonismo, il secondo che si è spento un pochettino dopo l’inizio dirompente.

Sdoganato il primo vantaggio catalano nel match, per mano di Satoransky in chiusura di terzo quarto, il punteggio rimane molto conteso, con il Barça non in grado di consolidare un vantaggio e il Valencia ormai recuperato e nel pieno della lotta per la sopravvivenza. Così, il finale richiama ed evoca eroismi.

Si comincia con la stoppata di Alexander, si passa per la penetrazione da veterano di Jokubaitis, si continua con il canastòn di Jones dal palleggio per il -1, e, infine, si conclude con la follia di Abrines, che ricicla un pallone da terra, scagliato disperatamente in avanti da Webb, placcato a rimbalzo dopo una ottima difesa, e lo trasforma con una scelta sconsiderata nella bomba del massimo vantaggio catalano fino a quel momento, +4. Locura al Palau!

Così parlo Jasikevicius

Uno dei grandi momenti del match è stato in un momento citato anche sopra, quel 12-4 che aveva ancora una volta ammaccato il Barça nel primo tempo. La reazione di Jasi agli errori dei suoi, in particolare alla persa di Laprovittola, è più dura che mai.

You cannot play by yourself!” strepita Jasi, accusando i suoi giocatori di tentare di essere salvatori della patria e di peccare di egoismo.

Giocare di squadra è l’unica possibilità nella vita, dice l’allenatore del Barça, con un richiamo alla responsabilità che scuoterà effettivamente i suoi giocatori. 18 assist finali sono buon dato, sempre se teniamo a mente gli 0 del primo quarto, e il tecnico è riuscito a ritrovare il meglio dei suoi uomini, a partire dallo stesso Lapro, nel resto della gara.

Tuttavia, il fatto che tante volte Jasikevicius sia stato portato, nel corso degli ultimi anni, a fare strigliate plateali alla squadra, mi sembra un elemento così sano. Ricordare ad una squadra di giocare come tale in un match di vertice di Liga non mi pare insomma rassicurante per quello che i catalani dovrebbero ambire a fare durante questa stagione, soprattutto se ricollocato nel lungo filone storico delle parole che abbiamo sentito da Jasi in questi anni…

Vigoroso ed efficace nella partita, nel grande schema delle cose sembra sintomo di un ambiente che ha troppo spesso bisogno di essere scosso.

Al di là di questo, qualche problemino tecnico si è visto, nonostante la vittoria e il carattere dimostrato, uno su tutti l’aver dovuto pescare l’ottimo Nnaji negli scampoli finali, dopo aver avuto pochino da Vesely e Sanli, che dovrebbero essere perni del ruolo di 5 di questa squadra. E’ raro che questo Barça visto giocare quest’anno abbia lasciato vere e proprie sensazioni di totale convinzione negli occhi di chi guardava.

D’altro canto Valencia, sebbene si sia un po’ persa nel finale, ha destato in me, ancora una volta nell’ultimo periodo, buone sensazioni, di una qualche concretezza di prestazione nel tempo in più rispetto alla prima parte di stagione.

Ci sarà tempo per valutare queste impressioni, lo spettacolo della Liga continua!

Photo credit: ACB Facebook, Barça Basket Twitter and Facebook, Valencia Facebook

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