Nicolò Melli, la curiosità viene dalle statistiche

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Nicolò Melli è stato il pezzo pregiato del mercato milanese. Convintosi a lasciare l’avventura NBA, il reggiano ha subito avuto un impatto determinante sulla stagione milanese.

Nicolò Melli è arrivato a Milano, dove in realtà è soltanto tornato, accompagnato dalle attese che un campione del suo calibro meritava. D’altro canto non poteva essere diversamente per un atleta capace di prove come uno dei migliori “losing effort” di sempre nella finale del 2018 a Belgrado contro il Real Madrid di Luka Doncic, nonchè di un rendimento costantemente ad alto livello nella massima competizione continentale.

Euroleague Man

Una crescita costante, lasciata la Milano di allora che colpevolmente non credette abbastanza in lui, tra Bamberg e Fenerbahçe, sotto la guida di due Coach come Trinchieri ed Obradovic, gente con cui se lavori sodo puoi raggiungere ogni traguardo possibile, individualmente e così come squadra.

Sgombriamo il campo da ogni tipo di dubbio che possa sorgere dai numeri che presenteremo: Melli è un campione ed è assolutamente insostituibile per intensità e qualità di rendimento all’interno del sistema costruito da Ettore Messina, principalmente sul lato difensivo del gioco.

Detto questo, si è fatto largo qualche dubbio sul rendimento offensivo del giocatore, a volte parso un po’ troppo timido, magari poco coinvolto a livello di responsabilità dirette offensive.

Ed allora abbiamo fatto un breve viaggio nei numeri, che non dicono tutto ma aiutano molto a capire, prendendo in considerazione le statistiche dei due anni al Fenerbahçe e quelle attuali a Milano, ovvero il triennio giocato con club dichiaratamente alla ricerca della vittoria finale.

Nella parte che segue proporremo rispettivamente i dati del 2017/18 (36 gare giocate), quelli del 2018/19 (36 gare) e quelli della stagione in corso 2021/22 (23 gare).

Sono evidenziati nel colore BLU i dati migliori, in ROSSO quelli peggiori considerando tutte le tre stagioni.

MINUTI : 26′ – 26′ – 24’18”

PERCENTUALE 2 PUNTI : 54,2%47,4% – 49%

PERCENTUALE 3 PUNTI : 43% – 38,5% – 28,2%

TENTATIVI 2 PUNTI PER GARA : 3,9 – 3,3 4,3

TENTATIVI 3 PUNTI PER GARA : 2,2 – 2,61,7

PUNTI : 8,97,3 7,3

RIMBALZI : 5,0 – 4,05,8

ASSIST : 1,7 – 1,6 – 1,1

PALLE PERSE : 1,0 1,01,1

RECUPERI : 0,90,91,3

STOPPATE : 0,30,5 0,4

FALLI FATTI : 2,52,9 – 2,7

FALLI SUBITI: 2,5 – 2,43,3

VALUTAZIONE : 12 – 9,2 – 11,4

La prima, nettissima impressione è che si tratti di “stats” molto molto simili e questa potrebbe considerarsi una sorpresa, soprattutto nell’ottica di quella domanda riguardo l’efficacia attuale offensiva del campione.

L’unico dato che emerge principalmente in negativo è la percentuale dall’arco di oggi, 28,2% contro 38,5% e 43%, ancor più se si considera il minor numero di tentativi. Significativi anche la media punti di 7,3, comunque uguale al 18/19 ma inferiore all’8,9 del primo anno di Istanbul, e gli assist scesi agli 1,1 milanesi rispetto agli 1,6 ed 1,7 precedenti.

In positivo certamente i rimbalzi, saliti agli odierni 5,8 (4 e 5 precedentemente), i recuperi, oggi 1,3 contro gli 0,9 delle due campagne turche, i falli subiti, che oggi sono 3,3 rispetto ai 2,4 e 2,5 precedenti ed anche la valutazione, notevole nel 2017/18 a quota 12, scesa nel 2018/19 (9,4) per tornare a livelli importanti oggi (11,4).

La tendenza è certamente quella di statistiche che rispetto ad Istanbul, sono migliorate maggiormente dal punto di vista difensivo, mentre sono peggiorate offensivamente. Tutto ciò era facilmente riscontrabile anche visivamente, senza il supporto dei numeri. Non a caso, va ripetuto, la qualità difensiva biancorossa è altissima, mentre nella offensiva lascia molto a desiderare.

Quindi, Melli migliore o Melli peggiore quello di Milano rispetto a quello di Istanbul? A parere di chi scrive il fatto è più complesso di un semplice “meglio o peggio”.

Nicolò Melli oggi gioca in un sistema completamente differente da quello di Obradovic nelle due annate di Istanbul. Milano è squadra che attualmente vince grazie ad un’organizzazione e ad una mentalità difensiva con pochissimi, forse nessuno, precedenti in Eurolega, mentre davanti fa una fatica del diavolo, con poco flusso e molto lasciato nelle mani di Rodriguez e Delaney, anche a causa della lunga assenza di Shields. Il Fenerbahce di Obradovic era molto più equilibrato come rendimento sui due lati del campo, probabilmente anche più talento complessivamente, soprattutto nelle vicinanze del ferro, nota dolente biancorossa. I turchi difendevano bene, senza dubbio, ma non a livello dell’Olimpia di oggi, mentre attaccano in maniera molto meglio organizzata ed efficace.

Totalmente inutile stare a a giudicare quale squadra sia migliore, anche perchè è il “momento” spesso a fare il risultato ed inoltre i giorni chiave di questa stagione sono ancora relativamente lontani. Nel 2019 i gialloblu arrivarono a Vitoria dopo una stagione straordinaria, ma furono colpiti da ogni disgrazia possibile a livello di infortuni (Datome, Vesely, Sloukas, Kalinic…) nel momento clou e furono spazzati dall’Efes in semifinale. La stagione precedente, più tranquilla, trovarono un Real reduce da ogni tipo di problema per mesi che si ricompattò per l’evento finale e non fece prigionieri. Come arriverà Milano alle gare decisive della stagione ovviamente non possiamo dirlo oggi, in un quadro dalle mille incertezze legate ad ogni squadra dopo stagioni così particolari.

Ciò che si può dire, per chiudere un poco il cerchio della discussione, è che sicuramente il miglioramento offensivo di Milano passa attraverso la crescita del rendimento offensivo di Melli, cosa che però può arrivare solo se il ritmo dell’attacco meneghino aumenta, grazie a transizioni più rapide e creazioni di vantaggi un po’ più immediati, senza lo spreco di troppi palleggi che portano a momenti prolungati di inefficacia. In quella situazione il campione reggiano avrebbe maggior mezzi per fare male alle difese avversarie, poiché si tratta del classico profilo che non ha esubero di talento offensivo per farlo in proprio ma che può divenire devastante grazie ad un quoziente intellettivo cestistico largamente sopra la norma in grado di leggere qualsiasi situazione di vantaggio nei tempi corretti.

In poche parole, Melli va coinvolto di più in una squadra che deve giocare meglio offensivamente, anche a costo di lasciare qualcosa dal punto di vista difensivo, dove lo sforzo richiesto, e messo in pratica dai giocatori di Messina, è straordinario.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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