Barça v Real: il “clàsico” ha le tinte blaugrana ed il volto di Mirotic

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Barça v Real, il “clàsico”, la partita più speciale che ci sia, la sfida che si porta dietro centinaia di significati che vanno oltre lo sport. Il Palau celebra un Barça ora leader solitario.

«Una partita che provoca grande eccitazione» (Mundo Deportivo)

«Un “clásico in tutto e per tutto» (Marca)

«Un “clásico” in cima all’Europa» (AS)

«Il “clásico si prende le luci della ribalta» (Euroleague.net)

Non c’è nulla da aggiungere ai titoli dei maggior media spagnoli ed europei: il mondo del basket europeo guardava al Palau per la sfida delle sfide: è solo dicembre, non ci sono titoli in palio, ma la leadership di Eurolega in coppia era di per sé ulteriore premessa di eccezionalità per una gara che non può essere mai normale.

Il verdetto del campo dice Barcellona: più precisa, più attenta e più continua, la squadra di Jasi si prende la W con il punteggio di 93-80. E’ più forte? Iil dubbio ci resta. Di sicuro è stata migliore ieri sera.

La sensazione globale è che è vero che si tratti delle due migliori squadre di Eurolega oggi. La classifica non mente, il campo nemmeno. Ciò che deve far paura è che ci sono amplissimi margini di miglioramento per entrambe.

LE MANI SULLA GARA

Si parte con un Barça nervoso che non trova il canestro: 0-6 Real esteso sino al 4-11, massimo vantaggio ospite. Mirotic segna i primi 4 punti dei suoi e la tripla che pareggia le cose a quota 14: non è un caso, sono i primi segnali di dominio e di mani sulla partita.

L’effimero 16-17 è ancora una volta ribaltato dal montenegrino e di lì in poi la squadra di Laso non metterà più la testa avanti.

Non sarà un monologo, ma semplicemente la dimostrazione di maggior prontezza, continuità e lucidità anche nei momenti più complicati, come avverrà dopo il 64-50 nel terzo quarto, fissato ancora da Mirotic. Il tabellone dirà 5’03” del terzo quarto e per vedere un canestro dal campo si dovrà attendere più di due minuti, a firma Heurtel, addirittura più di 3’30” perchè la tripla di Jokubaitis dica 67-53. L’assist da terra ancora una volta di Mirotic rappresenta l’immagine più chiara della sfida. Il Barça gioca meglio ed è più reattivo in qualunque situazione.

Se in quel momento gli errori di Yabusele in lunetta, di Heurtel da tre, di Causeur autore di un inusuale 0/2 ai liberi, ancora di Heurtel (persa e mancano due punti) ed infine di Yabusele, che lancia un piccione sotto forma di tripla, avessero portato a qualcosa di differente, forse parleremmo di un “clàsico” a tinte meno intense di quelle blaugrana.

SCELTE, NUMERI E… MIROTIC

Jasi è bravissimo a togliere sostanzialmente dalla gara Tavares, Poirier e Yabusele molto a lungo. Si prende il rischio di lasciare più spazio sull’arco, ma concede poco se non zero dove il Real ha fatto male sinora a quasi tutti. 9/21 da due e solo 11 rimbalzi sono un prodotto minimo per il trio merengue. Vincere la battaglia a rimbalzo è poi fondamentale ed anche abbastanza inatteso per il Barça.

52 falli sono un dato di un certo peso, ma è vero che sono volate botte da orbi in una contesa di altissima intensità. Non poteva essere diversamente, di fronte due squadre che sinora hanno brillato maggiormente in difesa rispetto all’attacco.

Appunto… Il Real subisce 72,71 punti a gara: i 93 di ieri stridono decisamente. 132,4 di Defensive Rating ieri contro 102,6 stagionale: il dato la dice lunga su dove ha sofferto la squadra di Laso.

Il Barça conferma un rating offensivo di spessore, che migliora la media stagionale: 119,8 di abitudine ed appunto 132,4 ieri. Qualità.

Ed è qualità in cui ci mette uno zampino di un certo peso Nikola Mirotic, alla miglior gara in carriera nel torneo. 28’59” in campo, 31 punti, 4/4 da due, 3/6 da tre e 14/15 in lunetta con 10 rimbalzi. Dominante!

Ma il successo catalano ci regala anche una certezza ed un possibile scenario importante.

Il duo Laprovittola-Jokubaitis prosegue il suo percorso netto in assenza di Calathes: partita perfetta di entrambi con una sola persa in due.

L’esordio di Dante Exum ha già lasciato un impressione tecnica di possibile dominio soprattutto sul lato difensivo del campo. L’australiano è impressionate sui pari ruolo, che poi vuol dire difendere su 1, 2 ed anche 3, ma si dimostra perfettamente in grado di stare sui mismatch con corpi più imponenti. Potrebbe veramente essere un colpo devastante che oggi viene troppo sottovalutato.

Infine i liberi, croce assoluta dei blancos. 11/21 in una partita di questo peso, rende le cose impossibili. E la cosa che stupisce di più è che gli errori siano arrivati principalmente da Causeur, Rudy e Llull, gente che non dovrebbe tradire ma che in realtà in stagione non sta brillando (rispettivamente 15/23, 10/19 e 7/9).

COACH TO COACH

«Abbiamo risposto nella maniera giusta, ci sono vittorie che costruiscono il carattere. Alcuni dettagli ci hanno impedito di rendere il tutto più facile, ma era previsto. La classifica è bella da vedere ma conta poco oggi, rispetto al mostrare un carattere in crescita».

Le parole di Jasi ci paiono molto corrette e realistiche. A metà gara aveva lanciato l’allarme: «Le palle perse ci stanno uccidendo». In effetti un Real solo a meno 9, dopo la grandinata Barça del primo tempo, faceva pensare ad un più che possibile rientro delle merengue.

«Non abbiamo mai trovato il ritmo per prendere il controllo della gara. Quando ci sono state alcune occasioni, un tiro sbagliato od una persa non ci hanno permesso di rientrare. Complessivamente non abbiamo giocato bene e se guardo poi alle percentuali da due ed ai liberi, ne ricavo una brutta sensazione».

Laso è chiarissimo e condivisibilissimo.

Attendiamo il prossimo duello, fissato in Liga per il 2 gennaio, sperando che possano essere della gara quanti più protagonisti possibili tra i sei illustri assenti.

Jasikevicius v Laso

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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