Le Final Four
Tau, Barcellona, CSKA e Maccabi volano così alla Sazka Arena di Praga per una Final Four imbottita di fuoriclasse: il sorteggio mette di fronte ancora una volta Vitoria e il Maccabi, in quello che è il remake della finale della precedente stagione, vinta dagli israeliani. L’altra semifinale è dunque un inedito CSKA-Barcellona che da quel momento in poi diventerà una classica della pallacanestro continentale. La prima gara ha ben poco da dire; il Maccabi dopo poco più di un quarto liquida la pratica Tau chiudendo il primo tempo in vantaggio di per 51-32. Il trio dei senatori di Tel Aviv composto da Parker, Vujcic e Baston si erge nuovamente testa e spalle sopra al resto d’Europa, costringendo i baschi all’ennesimo stop a pochi passi dal sogno. Finisce 85-70, ma il risultato racconta poco o nulla del dominio di Pini Gershon e i suoi. Più combattuta è invece la gara fra i blaugrana e i russi, in cui Williams e Theo Papaloukas danno vita ad un testa a testa da sogno: il Barcellona nel primo tempo vola anche sul +11, ma il professore greco contiene le perdite alla fine del primo tempo, mandano i suoi al riposo solo di 4 lunghezze sul 38-34. Ancora Papaloukas e Holden nel terzo periodo confezionano un parziale di 13-0 da cui gli uomini di Ivanovic faticano a rientrare. Gli ultimi dieci minuti sono una guerra in cui i russi ritrovano 6 punti di vantaggio, nonostante le magie di un clamoroso giocatore come Bootsy Thornton. Nel finale è Smodis a mandare i titoli di coda con un gioco da tre punti; Langdon con la glacialità che lo contraddistingue ottiene la vendetta sua e di coach Messina dopo la delusione del 2003, quando gli uomini di Pesic ebbero la meglio in finale sulla Benetton Treviso.
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La finale rispecchia la tipica partita europea di fine anni ‘90/inizio anni duemila: fisica, giocata a pochi possessi, in cui le difese la fanno da padrone. Proprio il game plan difensivo di Messina è perfetto nell’imbavagliare il trio delle meraviglie israeliano, che metterà a referto solamente 20 punti. L’unico a tenere Gershon aggrappato alla gara è Will Solomon, autore di una stagione sensazionale e miglior marcatore della finale con 20 punti conditi da un ottimo 4/8 da tre punti. Lo statunitense sarebbe l’MVP della finale se il Maccabi ottenesse la vittoria, ma è in occasioni come queste che l’estro di Theo Papaloukas esplode definitivamente, regalando momenti di basket indimenticabili. Il greco mette a segno 18 punti e smazza 7, decisivi assist che gli valgono il premio di MVP delle Final Four e soprattutto regalano a coach Messina la terza gioia internazionale dopo i due successi con la Virtus. Finisce 73-69 per il CSKA: 35 anni dopo i russi sono di nuovo i padroni del vecchio continente.
La memoria di Alexander Gomelski è stata pienamente onorata.
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