Euroleague story 2005/2006: da Gomelski a Messina, il ritorno del CSKA

L’Eurolega del 2006 vede il ritorno prepotente del CSKA sul trono europeo: 35 anni dopo l’ultima volta, Messina rende omaggio ad Alexander Gomelski

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Le Final Four

Tau, Barcellona, CSKA e Maccabi volano così alla Sazka Arena di Praga per una Final Four imbottita di fuoriclasse: il sorteggio mette di fronte ancora una volta Vitoria e il Maccabi, in quello che è il remake della finale della precedente stagione, vinta dagli israeliani. L’altra semifinale è dunque un inedito CSKA-Barcellona che da quel momento in poi diventerà una classica della pallacanestro continentale. La prima gara ha ben poco da dire; il Maccabi dopo poco più di un quarto liquida la pratica Tau chiudendo il primo tempo in vantaggio di per 51-32. Il trio dei senatori di Tel Aviv composto da Parker, Vujcic e Baston si erge nuovamente testa e spalle sopra al resto d’Europa, costringendo i baschi all’ennesimo stop a pochi passi dal sogno. Finisce 85-70, ma il risultato racconta poco o nulla del dominio di Pini Gershon e i suoi. Più combattuta è invece la gara fra i blaugrana e i russi, in cui Williams e Theo Papaloukas danno vita ad un testa a testa da sogno: il Barcellona nel primo tempo vola anche sul +11, ma il professore greco contiene le perdite alla fine del primo tempo, mandano i suoi al riposo solo di 4 lunghezze sul 38-34. Ancora Papaloukas e Holden nel terzo periodo confezionano un parziale di 13-0 da cui gli uomini di Ivanovic faticano a rientrare. Gli ultimi dieci minuti sono una guerra in cui i russi ritrovano 6 punti di vantaggio, nonostante le magie di un clamoroso giocatore come Bootsy Thornton. Nel finale è Smodis a mandare i titoli di coda con un gioco da tre punti; Langdon con la glacialità che lo contraddistingue ottiene la vendetta sua e di coach Messina dopo la delusione del 2003, quando gli uomini di Pesic ebbero la meglio in finale sulla Benetton Treviso.

Papaloukas in azione contro Shammond Williams

La finale rispecchia la tipica partita europea di fine anni ‘90/inizio anni duemila: fisica, giocata a pochi possessi, in cui le difese la fanno da padrone. Proprio il game plan difensivo di Messina è perfetto nell’imbavagliare il trio delle meraviglie israeliano, che metterà a referto solamente 20 punti. L’unico a tenere Gershon aggrappato alla gara è Will Solomon, autore di una stagione sensazionale e miglior marcatore della finale con 20 punti conditi da un ottimo 4/8 da tre punti. Lo statunitense sarebbe l’MVP della finale se il Maccabi ottenesse la vittoria, ma è in occasioni come queste che l’estro di Theo Papaloukas esplode definitivamente, regalando momenti di basket indimenticabili. Il greco mette a segno 18 punti e smazza 7, decisivi assist che gli valgono il premio di MVP delle Final Four e soprattutto regalano a coach Messina la terza gioia internazionale dopo i due successi con la Virtus. Finisce 73-69 per il CSKA: 35 anni dopo i russi sono di nuovo i padroni del vecchio continente.

La memoria di Alexander Gomelski è stata pienamente onorata.

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