Il Real è troppo forte: Olympiacos battuto e finale conquistata

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Non c’è storia nella seconda semifinale delle Final Four di Berlino. Il Real Madrid domina il primo tempo con una prestazione di squadra quasi perfetta, poi, grazie al talento dei suoi campioni, resiste al tentativo di rimonta dell’Olympiacos e conquista la sua terza finale consecutiva.

Alla Uber Arena finisce 87-76.

Assolo “Blanco” nel primo tempo

L’inizio è scoppiettante e l’intensità è degna di una semifinale di Eurolega. I Blancos segnano tutti i primi cinque tiri dal campo, guidati da uno scatenato Hezonja, che infila tre triple in un amen. L’Olympiacos prova a rispondere con Peters e Canaan, ma il Real è perfetto in ogni aspetto del gioco, anche nella metà campo difensiva, e Bartzokas è costretto a fermare la partita sul 16-8. Le cose non migliorano per i Reds, anzi, l’Olympiacos continua a fare una fatica tremenda. Il Real infatti è in versione carro armato e segna con una facilità disarmante. Si iscrivono alla partita anche Yabusele e Musa e i Blancos volano via. Dopo 10′ è già 28-10.

La qualità del Madrid è impressionante, tanto da far sembrare l’Olympiacos una squadra capitata alle Final Four per caso, anche se chiaramente non è così. I greci sono completamente inermi e incapaci di reagire di fronte allo sconfinato talento del Real, che continua a divertire e a divertirsi. La squadra di Mateo costruisce magistralmente i propri tiri e le percentuali altissime non sono altro che una conseguenza. Come se non bastasse, a metà secondo quarto, sale in cattedra anche il Chacho Rodriguez che con un paio di triple e due alley-oop al bacio per Poirier porta i suoi sul +23.

L’Olympiacos prova a reagire, ma deve di nuovo arrendersi

Al rientro dagli spogliatoi, l’Olympiacos prova a cambiare la storia della partita e piazza un parziale di 9-0 che dà fiducia anche ai tanti tifosi greci presenti a Berlino. Adesso è il Real a sembrare un po’ in confusione, ma Musa, da campione quale è, si prende la squadra sulle spalle e segna otto punti consecutivi. I canestri del bosniaco non bastano a spegnere l’entusiasmo dei Reds, la cui difesa è decisamente salita di livello. Questo permette ai greci di essere più efficaci anche in attacco e di tornare a soli 10 punti di svantaggio.

L’inerzia della partita ora è cambiata, ma il Real Madrid rimane sempre il Real Madrid, ovvero una squadra con il talento e l’esperienza necessari per gestire anche questi momenti. Nonostante le difficoltà, infatti, gli spagnoli riescono a trovare le giocate giuste per tenere gli avversari a distanza di sicurezza. L’Olympiacos, con i canestri di Peters, il talento di Williams-Goss e l’energia di McKissic, le prova tutte per rientrare, ma non va mai oltre il -8 e alla fine è costretto ad alzare bandiera bianca.

olympiacos

Nessuna rivincita, quindi, per la squadra di Bartzokas, sconfitta ancora dal Real Madrid proprio come nella finale della passata stagione. Questa volta il divario tra le due squadre è stato decisamente più ampio, a conferma di quanto visto durante tutta la stagione regolare. L’Olympiacos ha dimostrato comunque di essere una grande squadra reagendo nel secondo tempo, cosa che non era assolutamente scontata. Nonostante le mille difficoltà, infatti, i greci sono stati capaci di ritrovare la loro identità difensiva e di cavalcare i giocatori giusti per tentare una rimonta disperata. Venti minuti di buon basket, però, non bastano per battere questo Real, contro cui serve essere perfetti.

Real Madrid in missione

È un Real Madrid in missione quello arrivato a Berlino. I Blancos sanno di essere la squadra più forte e questa sera lo hanno dimostrato. Quando giocano come hanno fatto nel primo tempo, non c’è nessuno in Eurolega in grado di competere con loro. E non si tratta solo di talento individuale, ma anche di un’organizzazione di squadra di altissimo livello.

Il Real, soprattutto nei primi venti minuti, si è mosso benissimo in campo, trovando quasi sempre tiri puliti e costruiti con intelligenza. È stato fatto anche un lavoro straordinario nella metà campo difensiva, soprattutto sui lunghi avversari, che non hanno mai inciso in tutta la partita. E stiamo parlando di Fall, Petrusev e Milutinov, non proprio gli ultimi arrivati.

Insomma, il Real ha le idee ben chiare su quello che deve fare per vincere il dodicesimo titolo della sua storia nella massima competizione europea. L’appuntamento è fissato per domenica alle ore 20:00, quando i Blancos sfideranno il Panathinaikos di Ergin Ataman, un altro che sa molto bene come si vince una finale di Eurolega.

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