Tokyo 2020, il “ranking” olimpico dopo due turni dei gironi

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Tokyo 2020 ha completato nella giornata di ieri il secondo turno dei gironi di qualificazione e si può già dare una parziale valutazione dei valori in campo.

Manca un solo turno per completare i gironi che daranno accesso alla fase ad eliminazione diretta del torneo ed alcuni rapporti di forza sono già abbastanza visibili.

Fare un vero e proprio “ranking” è forse operazione azzardata in vista di una seconda settimana in cui basterà sbagliare una gara o parte di essa per far crollare ogni certezza, tuttavia un breve giudizio sulla pallacanestro vista si può anche dare.

FRANCIA, IL MEGLIO

Profonda, talentosa, fisica ed atletica.

La squadra di Vincent Collet ha sinora destato la miglior impressione da ogni punto di vista.
La vittoria sugli USA è solo il fiore all’occhiello di un gruppo che pare veramente completo in ogni parte del campo. Anche il netto successo su una buona squadra come la Repubblica Ceca ha confermato che chi vuole arrivare in fondo a questo torneo dovrà fare i conti coi transalpini.

Il più grande “upgrade” rispetto al passato? Un allenatore finalmente molto chiaro nelle sue scelte, cosa che in passato non è sempre stata così.

USA E SPAGNA, LE SFIDANTI

Se parliamo di talento e di possibilità nessuno è come la squadra di Popovich e questo è molto chiaro. Tuttavia la negatività emersa già coi mondiali cinesi, dove comunque il talento a disposizione era minore rispetto al roster odierno, è sembrata accompagnare anche questa spedizione americana, almeno inizialmente.

Se non si riesce ad imporre uno stile di gioco prettamente “NBA” si fa durissima. Popovich vorrà percorrere quella strada o cercherà quella del difficile adeguamento a ritmi e situazioni prettamente “FIBA”, ormai palesemente indigeste ai suoi campioni?

La gara con l’Iran conta poco o nulla, i cechi saranno un miglior banco di prova anche se non ancora sufficiente. Il secondo posto nel girone, che potrebbe voler dire accoppiamento con un’avversario molto complicato nei quarti, ci dirà tutta la verità.

La Spagna resta una grande squadra che ha tutto per fare benissimo anche in questa occasione.

L’unico dubbio che riguarda gli uomini di Scariolo è la presenza di diversi profili che, seppur assoluti campioni, hanno parecchie primavere sulle spalle, cosa che non li rende automaticamente i più adatti per una competizione che in meno di una settimana assegnerà il titolo.

Ma proprio Sergio Scariolo è punto di forza assoluto, abilissimo in questa gestione.

LA SLOVENIA DI DONCIC: FINO IN FONDO?

Doncic, sempre Doncic, ma “non solo” Doncic. Perchè la squadra di Sekulic sta mostrando un perfetto equilibrio tra la propria superstar ed il coinvolgimento di tutti gli altri.

Se guardiamo ai numeri, oltre a quelli senza alcun senso umano del fenomeno assoluto, troviamo una squadra più che eccellente.

Se ci basiamo sul linguaggio del corpo dell’intero roster riscontriamo i classici tratti di chi è in missione.

Quindi, Slovenia in grado di arrivare sino in fondo? La possibilità c’è ed è anche abbastanza alta, ma tutto dipende da quanto potrà essere così devastante Luka Doncic dai quarti in poi.

La sfida con la Spagna, importante perchè molto probabilmente permetterà di evitare Francia ed USA nei quarti, ci dirà già parecchio. E’ sicuro che, a partire da Scariolo domenica, sull’extraterrestre sloveno verranno fatte scelte ed adeguamenti di un certo calibro.

AUSTRALIA, INTRIGANTE MA CON LA TEGOLA BAYNES

Squadra completa sotto la guida di un leader vero e coinvolgente come Patty Mills.

Efficiente sui due lati del campo, possiede ogni tipo di arma per poter sorprendere a qualsiasi livello.

Tra queste armi vi era la presenza di due centri come Aron Baynes e Jock Landale che davano profondità e versatilità nel ruolo ed all’intero gruppo. Oggi purtroppo, uno dei due, ovvero Baynes, ha terminato la sua avventura olimpica anzitempo, a causa di un infortunio al collo occorso durante la gara con l’Italia, come ha riportato ESPN. Tegola vera. I suoi 9 punti e 6 rimbalzi, ma ancor di più la sua presenza, mancheranno. Ora gli 11+5 di Landale dovranno moltiplicarsi insieme ai minuti sul campo, a oggi 18,6. E l’apporto di Duop Reath, l’ex Stella Rossa utilizzato sinora 1 solo minuto in due gare, diverrà necessario.

ITALBASKET, LA FACCIA TOSTA PER SORPRENDERE

La fiducia è tutto nello sport (non solo…) e Belgrado appare sempre più come un momento di svolta nella recente storia della nazionale italiana.

Quella gara contro la Serbia ha dato consapevolezza e forza mentale ad un gruppo che arrivava, anche se con uomini diversi, da anni di delusioni pazzesche.

La nuova Italia di Sacchetti, cresciuta anche durante le maledette “finestre”, oggi sa cosa vuole ed è pronta a giocarsi le sue carte con una faccia tosta che è sempre mancata nelle ultime manifestazioni.

Sono tanti i volti rappresentativi di questo gruppo e di questo spirito, su tutti probabilmente Simone Fontecchio ed Alessandro Pajola, ma non sarebbe giusto fare solo due nomi perchè i tasselli del mosaico sono tanti.

Nessun eccesso d’entusiasmo, si è vinta una grande da vincere, sebbene per nulla scontata, e si è persa quella che si poteva perdere, giocandosela, tuttavia solo un mese fa non avremmo minimamente pensato ad uno scenario simile.

La qualificazione è ad un passo: certa col successo sulla Nigeria, probabile anche in caso di L, seppur basandosi su conti un po’ complicati e figli di mille possibili esiti.

Se poi Melli e Gallinari crescessero ulteriormente, allora ci sarebbe da divertirsi molto.

ARGENTINA: AD UN PASSO DAL FLOP, MA…

Che dire? Meno 18 con la Slovenia, meno 10 con la Spagna, ma soprattutto una leggerezza difensiva che non ha mai dato l’impressione di poter essere risolta, se non individualmente, col solo Deck che ci ha provato.

La gestione tecnica contro Doncic ha fatto rabbrividire, mentre con la Spagna è sembrato mancare quel momento in cui si impone qualcosa.

Ha tanto, forse tutto, e se dovesse per caso riuscire in una qualificazione miracolosa, che passa ovviamente da un successo larghissimo col Giappone, potrebbe esser la mina vagante dei quarti.

Se è quella vista sinora siamo in alto mare, tuttavia c’è un uomo solo che può far svoltare ed il suo nome è Facu.

REPUBBLICA CECA, SQUADRA SERIA

Satoransky, Vesely, poi lo stesso Balvin. Gioca una buonissima pallacanestro grazie soprattutto ai primi due, che sono garanzia a qualunque livello.

Il miracolo l’ha forse già fatto nel preolimpico, in ogni caso da elogiare.

GERMANIA, UN PO’ POCHINO

Niente di che. Francamente ci aspettavamo qualcosa di più dal punto di vista tecnico.

Non è una brutta squadra sulla carta, ma il modo in cui si è spenta contro l’Italia racconta della mancanza di qualcosa che permetta di aver un’identità precisa.

Ovviamente con Schroeder sarebbe stata altro, ma le assenze sono tante e per tante squadre, quindi la scusa regge sino ad un certo punto.

GIAPPONE, UNA BELLA ESPERIENZA SULLE SPALLE DI HACHIMURA

Squadra che non molla ma che non ha nulla per poter competere a questi livelli.

Certo, Rui Hachimura è una libidine ed allora ci godiamo la nazionale del sol levante solo per la sua presenza.

NIGERIA, LA DELUSIONE TECNICA

Gioca male e non riesce ad imporre quelle qualità fisiche ed atletiche che aveva dimostrato durante la preparazione. Ha caratteristiche che permetterebbero di fare molto meglio e Mike Brown è grande delusione in questo contesto.

Ha un’ultima chance di redenzione contro l’Italia.

IRAN, SEMPLICE COMPARSA

Nulla da dire, se non che partecipa a questo torneo solo grazie ad un regolamento che premia zone del mondo in cui la pallacanestro non è certo di buon livello.

Saranno pure Olimpiadi, l’importante è partecipare, ma pensare che Lituania, canada, Grecia, Brasile, Croazia, Lettonia e Serbia siano a casa mentre vediamo Haddadi e compagni risulta un poco in conflitto col termine di “competizione”.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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