Coppa Italia: cosa ci lascia la Final 8? Speciale Eurodevotion Weekly

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Coppa Italia, la Final 8 ci lascia in eredità tante cose, non soltanto positive. Speciale Eurodevotion Weekly sull’evento del Forum, con un occhio di invidia alla Copa del Rey.

I nostri 10 flash (+ 1) dopo la vittoria di Milano che ha chiuso la manifestazione milanese.

L’Olimpia poteva vincere, ed era abbastanza scontato. Poteva dominare, ed era prevedibile. Ma farlo in questo modo dà una dimensione molto importante alla squadra ed ancor più alla società di oggi. Sminuire il valore di quanto fatto da Coach Messina ed i suoi non ha alcun senso.

La Pesaro di Jasmin Repesa perde la finale ma non esce certamente sconfitta. Se vuoi far crescere gli atleti e giocare una pallacanestro di valore il numero di telefono del Coach di Capljina resta sempre uno dei primi da fare.

La Milano di oggi sta facendo a livello societario quello che avrebbe dovuto fare da 10 anni a questa parte. Serviva gente di basket, meglio tardi che mai! Ma che rammarico, soprattutto in Europa, per tutti quelle risorse gettate al vento.

Henri Drell è molto, molto intrigante. L’impressione positiva è legata ai tanti margini di crescita che si vedono.

L’evento del Forum è stato tecnicamente assai discutibile. Troppe prove insufficienti ed una pallacanestro lontanissima dai livelli di eccellenza. Nemmeno lontanamente paragonabile a quanto visto a Madrid.

La Lega si interroghi, cosa che avrebbe dovuto fare da anni, troppi. Può crescere un movimento in cui vi sono distanze così abissali tra una partecipante e le altre? Siena, seppur discutibile, non ha insegnato nulla?

Milano non ha certo colpe per quanto sopra, ma deve assolutamente diventare traino e non eccellenza isolata. Una Final 8 con questo risultato non ha nessun “appeal” sugli appassionati ed alla lunga nemmeno sulla tifoseria vincente.

Kyle Hines, Gigi Datome e Sergio Rodriguez: questa è l’eccellenza assoluta. E’ gente che ha vinto e stravinto per anni in Europa brillando in degli squadroni. Ma qualcuno pensava veramente che non continuassero a farlo anche in Italia?

Hines ed il Chacho in Italia, Cory Higgins in Spagna: un giorno valuteremo correttamente quel Cska campione a Vitoria come una delle migliori squadre del primo ventennio di Eurolega.

Bologna esce con le ossa rotte dal Forum, ma deve essere chiaro che oggi l’Italia ha bisogno di Bologna e di una Virtus forte, anzi fortissima. Per tradizione, per cultura, per passione e per competenza. Il Dott. Zanetti ha di fronte a sé l’esempio da non seguire e quello da seguire: la Milano di ieri e quella di oggi. “Basket City” non perda tempo.

La Copa del Rey rimane evento unico che dovrebbe essere preso ad esempio per quello che è oggi ed ancor più per come è stata costruita negli anni. Mentre a Milano si giocava un quarto di finale come quello tra i padroni di casa e Reggio, al Wizink Center si sfidavano Real e Valencia. 4 squadre di Eurolega, 2 di Eurocup, una di CL ed una recente vincitrice dell’Intercontinentale: tutte con la possibilità di andare in fondo alle competizioni. A questo non si arriva in un anno e neanche in due: se non si ragiona sulla base, sugli impianti e sulla solidità finanziaria delle piazze, diretta conseguenza dei primi due punti, non si va da nessuna parte. La differenza qualitativa della pallacanestro espressa è stata pazzesca. E non solo per Barça e Real. La base…

Real Madrid - Barcellona

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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