Alba-Maccabi: gli israeliani solidamente oltre l’orgoglio tedesco

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Alba-Maccabi non regala sorprese dal punto di vista del risultato, con la squadra di coach Ioannis Sfairopoulos che prevale 73-85 dopo aver condotto il match per tutta la durata dell’incontro. Da ricordare che nelle fila tedesche le assenze erano diverse, nonché molto rilevanti da un punto di vista qualitativo. Erano infatti ancora ai box Peyton Siva, Marcus Eriksson, Niels Giffey e Luke Sikma. A questi si aggiungeva coach Aito, assente ancora per covid. Alba-Maccabi ha comunque visto i padroni di casa giocare con orgoglio, nonostante le evidenti difficoltà davanti a un Maccabi più corale ed efficace rispetto a quanto visto spesso in stagione. Nei nostri ormai famosi cinque punti entriamo nel merito del match.

Alba-Maccabi: per i tedeschi serve transizione

Le difficoltà della squadra berlinese questa sera si sono palesate soprattutto in fase offensiva, dove non è sempre stato facile trovare tiri ad alta percentuale. A metà campo, in particolare, era evidente che mancasse qualcosa a livello di letture, fatta eccezione per il veterano Jayson Granger. Spesso solo soluzioni individuali hanno risolto l’intricata questione. Tutt’altra cosa il gioco in transizione offensiva, fluido e molto ben organizzato. Così sono arrivate, come capita anche a organico completo, le soluzioni migliori. Non è un caso che i migliori momenti della partita per l’Alba siano stati quelli in cui la difesa ha permesso di correre il campo.

Il Maccabi oltre la (non) regia di Scottie Wilbekin

Non è un mistero che tra le criticità della fase offensiva del Maccabi ci sia spesso un’evidente mancanza di coralità. Una deficienza da imputare inevitabilmente a Scottie Wilbekin, ma anche al suo cambio Chris Jones. Entrambi sono infatti più bravi a creare tiri per se stessi che per gli altri. Oggi Wilbekin, tuttavia, non ha dovuto provare a vincere da solo, perché Alba-Maccabi ha portato al proscenio altri protagonisti del reparto guardie. Su tutti spiccano i 25 punti di Tyler Dorsey, senza dimenticare le buone prove offensive di Dragan Bender e Angelo Caloiaro. Se il Maccabi è coralità, tornerà in alto. Se Scottie Wilbekin, nelle difficoltà, sarà il Maccabi, sono a rischio i playoff.

A volte alcune assenze aiutano

Oggi l’assenza di Othello Hunter è stata un vantaggio per il Maccabi. Attenzione, non stiamo dicendo che Hunter non serva a coach Sfairopulos (anzi..). La sua mancanza ha però portato a un più frequente utilizzo di Dragan Bender nello spot di numero 5. Difensivamente questo ha cancellato per buona parte del match i problemi sui pick and roll giocati con il 4 avversario da bloccante. Questo perché banalmente c’é più mobilità, cosa che manca con Bender che agisce da ala forte. Hunter però rientrerà, e non tutte le partite sono Alba-Maccabi di stasera.

Alba con orgoglio nel segno di Simone Fontecchio e Jayson Granger

La prova di orgoglio dell’Alba Berlino è dettata indubbiamente anche da buone reazioni individuali. Tra queste non può che far piacere quella di Simone Fontecchio, autore di 15 punti, 9 dei quali segnati consecutivamente per ridurre il gap prima dell’intervallo. Spazio e fiducia stanno portando alla crescita dell’ala classe 1995. C’è poi Jayson Granger, guida per un gruppo giovane e con poca esperienza a un livello tanto alto. Letture e giocate da leader, utili a togliere pressione dal punto di vista della regia a Maodo Lo. Se Alba-Maccabi non finisce con un massacro è anche, e soprattutto, merito suo.

Alba-Maccabi si trascina dietro l’enigma Ante Zizic

Anche dopo una prova solida della squadra di Tel Aviv non ci si può non porre la questione Ante Zizic. Il centro croato è chiaramente giocatore più da post up che da pick and roll, sia per fisicità sia per caratteristiche tecniche. Il paradosso del Maccabi è che in tanti vanno a giocare spalle a canestro in attacco. Tra questi quasi mai c’è Zizic, spesso costretto a partecipare a valanghe di pick and roll. Alcuni di questi roll finiscono anche con sfondamenti dettati dalla fisiologica difficoltà a coordinarsi per ricevere in corsa. Se questo è l’utilizzo, Ante Zizic non serve a nulla.

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