Remuntada Olimpia ! Il bicchiere è mezzo pieno?

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Che fosse partita fondamentale dal punto di vista del risultato lo sapevamo benissimo da tempo, fin da quando il calendario aveva proposto quelle tre trasferte “impossibili” sull’asse Istanbul-Tel Aviv-Istanbul.

Che un successo avrebbe pressoché azzerato le minime chances Playoff del Bayern era altrettanto chiaro.

Che lo spauracchio Fenerbahçe fosse da tenere a distanza, finché possibile, era necessità che passava imperativamente da una W contro i tedeschi, assolutamente da replicare nel prossimo turno contro l’Alba.

Il canestro di TJ Bray con 4’21” da giocare nel terzo quarto sembrava aver cancellato tutto quanto pensato e programmato: -20, il disastro era ad un passo, la quarta L consecutiva si era materializzata in una serata di pallacanestro fin troppo brutta per essere vera in casa Olimpia.

Poi… basta quello che ha detto Messina: «C’è stata una reazione, speravo che ci fosse, ma non so esattamente perché è cambiato l’atteggiamento. Bisognerebbe chiederlo a loro».

La nostra analisi, nei classici 5 punti.

  • Le mani addosso, la chiave per emergere in questa lega

Quel minuto 4’21” del terzo quarto è la chiave della serata. Milano inizia a mettere le mani addosso in maniera decisa, probabilmente anche oltre i termini di regolamento, ma finalmente per i biancorossi è cosa che si impone e non si subisce. Invece di lamentarsi per quei contatti, si “mena” come si è sempre fatto ad alto livello. E guarda un po’… avviene il miracolo. Invece che dare la colpa agli arbitri, ci si dimostra più duri e decisi ed improvvisamente i fischi ti premiano, perché da sempre, nel gioco, chi si dimostra meno vittima e più carnefice, lascia spazio ad un’interpretazione di ogni contatto più spesso a suo favore.

  • Quanto vale il successo sul Bayern?

W pesantissima per la classifica, mai però quanto sarebbe stata disastrosa la sconfitta.

W che va tuttavia pesata, perché il Bayern è vero che veniva dal successo sul decimato Maccabi, ma non va dimenticato che nelle 6 precedenti sconfitte consecutive aveva una media di 17,33 punti di scarto, con punte agghiaccianti dal -25 (in casa con lo Zalgiris) al -30 (trasferta con la Stella Rossa). Non è ultima a caso, perché gioca proprio male,  e vedere Monroe intrappolato in un non sistema che ne ricorda la presenza saltuariamente e con pallone spesso senza senso fa male rispetto al valore altissimo del giocatore. Per il quale confermiamo interessamenti dai piani alti dell’Eurolega in ottica 2020/21.

  • Scola, tra LBA e Turkish Airlines Euroleague: c’è futuro per il progetto dei due lunghi?

E’ sempre più evidente, ormai da settimane. Il campione argentino, molto in là con l’età, fatica moltissimo contro i corpi ingombranti ed atletici che trova in Europa, mentre fa emergere tutta la sua straordinaria classe e completezza di movimenti nel campionato italiano, dove gli avversari sono di livello strutturale (fisico ed atletica) molto inferiore. Non era difficile immaginarlo, vista l’età e la normalissima usura, tuttavia il discorso si intreccia con quanto visto nelle prime giornate, quelle d’oro dell’Olimpia: c’è futuro per il progetto dei due lunghi, che tanto aveva ben impressionato?

Discorso complicato, che parte da quanto detto da Messina dopo la gara: «Siamo cresciuti offensivamente facendo più spazio con Micov da 4». Ecco, è tutto lì. Se prendi Crawford per aver a disposizione maggiormente questo schieramento, allora pare che quel quintetto con le due torri possa finire un attimo in soffitta.

Non lo darei per scontato, sulla base della qualità del lavoro dell’allenatore: ci vuole tempo, difficile trovarlo, ma ancor meno possibile che venga abbandonato.

  • Oliver Kostic, perché?

Ok, sono di parte, apprezzo moltissimo Radonjic ed ammetto di non conoscere professionalmente e tecnicamente l’allenatore serbo, tuttavia come è possibile quello che si è visto nei possessi finali?

Allenare è difficile, sebbene sia il più bel lavoro del mondo, implica scelte che richiedono crescente immediatezza nel momento in cui la gara entra nella fase chiave, ma così è difficile farsi capire…

20″ sul cronometro, 76 pari e palla a Milano: fallo immediato di Dedovic su chi? Nedovic, uno da 85% in stagione ed 81,4″ in carriera in Eurolega ai liberi. 2 su 2, vantaggio Milano e poi ancora parità dopo i due liberi di Zipser a 9″. Ancora fallo! A 6″ ed ancora su Nedovic! 1 su 2, rimbalzo milanese e sirena.

Ok, l’intento era di gestire il proprio destino in attacco, ma è una scelta quando vieni da 16 punti segnati in 13’39”?

Dove sei, Radonjic?

  • Impatto Nedovic

Sembra strano dirlo ancora dopo più di un anno, ma l’importanza del giocatore serbo è totale ed è il vero ago della bilancia della stagione Olimpia. Con lui in buona forma ed attivo c’è una squadra, assolutamente da Playoff. Senza c’è una squadra balbettante che quella postseason rischia seriamente di non farla.

Se è vero che bastano pochi attimi di “Chachismo” vero per cambiare una gara, cosa tipica dei campionissimi, è ancor più chiaro che il play-guardia serbo sia atleta in possesso di qualità determinanti nel gioco di oggi. La tripla alo scadere, la penetrazione aggressiva che crea, la serie di punti che gira uno score… Tutte cose a cui non si può rinunciare, bagaglio moderno che tutte le migliori interpreti di questa lega hanno.

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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