L’Olimpia è meno brillante, ma è un segno ancor più positivo

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Lo abbiamo premesso tante volte: sono gare ufficiali ma in realtà è solo ed unicamente preseason, mai dimenticarlo, soprattutto considerando lo stato di forma e di preparazione di ogni singola squadra. Tutti sono alle prese con una stagione assai anomala, che difficilmente si normalizzerà, sicuramente almeno nel breve.

E’ assai difficile analizzare ed ancor meno dare valore alle prove dei singoli attraverso pagelle che giudicano sempre e comunque senza tenere conto di tanti elementi fondamentali quali i carichi di lavoro, la tendenza del giocatore ad andare in forma più o meno rapidamente e gli acciacchi tipici di una fase di preparazione. Ancor più dopo mesi in cui ci si è allenati tra le mura domestiche, quasi come casalinghe alle prese coi video dell’influencer di turno.

Qualche indicazione però si può raccogliere, soprattutto dal punto di vista della struttura tecnica della squadra e del potenziale, nonché dell’attitudine, dei singoli atleti.

4 le gare disputate sinora dall’Olimpia di Messina (oltre al torneo di Cagliari): percorso netto e qualificazione alla Final 4 di Supercoppa in ghiaccio.

5 i nostri punti, come sempre, ma veramente flash.

  • Non c’è stata, contro Brescia, la “goleada” in stile Cantù e Varese, ma questo forse dà ancora più forza al gruppo milanese. Giocando così così, contro un’avversaria di discreto valore (con due assenze importanti), la gara non è mai stata in dubbio. Se non è prova di forza questa…
  • Malcolm Delaney è un grande giocatore. Non serviva certo una partita di preseason per saperlo, poiché ne ha dominate così anche a livello di Playoff in Eurolega, ma le conferme sono sempre gradite. Malcolm Delaney, però, diventa devastante se sta al centro del villaggio, come tanti pari ruolo, anche di caratteristiche diverse.
  • Hines, Datome e Rodriguez. Non finiremo mai di ripeterlo, sono un tesoro che può trasformare in oro qualunque cosa gli stia accanto. Ogni loro scelta, ogni loro movimento, è tipica del “facilitatore”. Sanno chiudere in proprio se devono, sanno metter in ritmo gli altri se è meglio far così.
  • Playmaking. Le gerarchie sono chiarissime: due assi pigliatutto, Delaney e Rodriguez, una soluzione alternativa ma lontana, Moraschini, niente altro. La domanda riguarda Moretti: è progetto anche per quel ruolo oppure sarà solo e soltanto guardia tiratrice?
  • Il secondo lungo. La tendenza ad usare Leday come centro probabilmente in Italia pare già abbastanza solida. Rivedremo in Europa il doppio lungo che fece tanto bene nelle prime 8 gare della scorsa stagione? Serve un QI altissimo per sopravvivere con quella struttura nel gioco di oggi, quello che aveva Scola, che mancava però di atletismo. Ovvio che Hines abbia tutto ciò a bizzeffe, ma chi può stargli accanto per letture? E’ un passo determinante nella crescita della squadra di Messina.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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One thought on “L’Olimpia è meno brillante, ma è un segno ancor più positivo

  1. Io non mi ricordo dell’Olimpia era Armani imporsi con tanta sicurezza e superiorità oggettiva, e per tante partite di seguito. Un fatto nuovo.
    Per un attimo, quando Brescia è tornata a -2, ho temuto i soliti cali di concentrazione e il perdere la testa di tante partite passate, che ci toccava soffrire fino alla fine anche con squadre meno competitive.
    Invece in un attimo siamo tornati ad essere quello che potremmo e che dovremmo essere, almeno in Italia.
    Tutto ciò dà un tono ben diverso alla squadra di quest’anno, come dici giustamente tu.

    Mi ricordo anche di tanti campioni dai nomi importanti arrivare a Milano e sembrare le controfigure di loro stessi, delusioni, delusioni, delusioni, mentre quest’anno sembra che oltre ai nomi siano arrivati anche i protagonisti veri – e vederli giocare è un piacere.

    Certo questo è solo l’inizio, e gli avversari sono stati ancora poco preoccupanti, per preparazione e per roster, ma di certo almeno stavolta siamo stati in grado di mostrare tutte le loro debolezze e la nostra forza in modo continuo e omogeneo.
    Tant’è vero che la nostra sembra già una squadra che gioca insieme da anni, mentre invece sappiamo benissimo che tanti meccanismi devono essere ancora creati e messi a punto.
    Non oso immaginare il livello raggiungibile.

    Certo l’EL è un altro mondo, e francamente le prime quattro mi sembrano ancora di un’altra categoria, ma le prime uscite lasciano una certa confidenza che potremo dire la nostra per stare tra le prime otto.

    A me sembra che proprio il reparto lunghi abbia quella duttilità che possa generare delle sorprese.
    Datome, Leday, Brooks e perfino Hines possono giocare da 4, offrendo ciascuno possibilità diverse, con Tarczewski da centro puro che sembra continuare la sua crescita.
    Hines e Leday possono giocare da 5, cambiando assetti.

    Insomma il cambio di gestione sembra netto e percepibile, la guida del progetto ha quello che serve, soprattutto la solidità.

    Spesso siamo partiti dicendo queste cose della squadra, ma francamente quest’anno non mi aspetto di vederla sciogliersi come è successo altre volte.

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