Olimpia, brivido e gioia contro gli imbattibili del Real

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Un’Olimpia in versione Barcellona si regala la gioia casalinga contro i primi della classe

Le scarpette rosse surclassano nel primo tempo la squadra di Mateo, che appare inerme per lungo tempo. La ripresa velenosa del Real prova a mettere in discussione il risultato, ma l’Olimpia ha saputo da chi andare e l’ha fatto bene, così ha messo il suggello a una vittoria che quantomeno rimarrà un buon ricordo per i tifosi.

Gli ospiti vedono servita la sconfitta per 81-76.

Olimpia Milano beats Real - Eurodvotion

Arrembaggio

L’Olimpia parte concedendo l’iniziativa alle merengues, che impongono i propri leader ed espongono le difficoltà difensive milanesi. Il quintetto iniziale biancorosso fatica, attaccare sul pick and roll l’asse Napier-Voigtmann è impresa per nulla ardua e il Real non si fa problemi a esporre platealmente le difficoltà in difesa del folletto ex Wizards.

La gara a metà primo quarto ha una direzione chiara, quella del Real. Milano trova qualche guizzo, ma anche molti attacchi che finiscono in modo statico e inconcludente.

Le offensive milanesi hanno un nome e un cognome: Shavon Shields. Il fenomeno danese si rende protagonista di un brano offensivo di sinfonica qualità, ma che appare sforzo solitario.

Quasi senza che ce ne si accorga, Milano passa da Shields e passa da Mirotić, in una serata in cui brilla tutto il cristallino del loro talento, tampona in difesa il Real e riesce a trovare il vantaggio e portare i partita il pubblico. Il Real è un po’ più incerto nelle strada da percorre nei suoi attacchi, macchinoso e meno determinato.

Mirotic con la sua tripla dalla punta diventa la versione biancorossa della goccia cinese.

Il Real perde ritmo e fantasia nella capacità felina di migrare da una parte all’altra del campo che lo contraddistingue, lo fa anche grazie alla riuscita offensiva di Milano, che ha il merito di saper indagare i suoi migliori e i contesti in cui di più possono fare male.

Milano scatena un’ondata irresistibile sugli ospiti sempre più tramortiti, è una raffica di fendenti del pugile biancorosso.

L’Olimpia domina a rimbalzo (12-4 nel primo quarto), nella percentuale da due e nel pitturato. È questo è il dato più inaspettato. Il parziale complessivo da metà primo quarto di 43-17 sarà base fondamentale.

Alla ricerca della remuntada

Il Real rientra più avvelenato, cinico in attacco, ostico in difesa. Milano tiene lì con i guizzi ripetuti dei suoi, il Real ci prova in modo svagato: è impressionante come in un attimo basti una penetrazione di Milano per coglierlo di sorpresa.

La gara procede senza variazioni cruciali, finché McGruder scocca una tripla dall’angolo più fresca della sua acconciatura, con cui l’ex Pistons sigilla il + 19 e con quello, il match. Sembra.

Così, l’avvicinamento all’ultima frazione di gioco è una partita giochicchiata pigramente.

L’Olimpia inizia a peccare di superficialità in modo troppo evidente, mentre il Chacho Rodriguez è l’unico soldato di Mateo in missione. L’uomo di San Cristobal fa quelle cose per cui è stato una magia ammirarlo su questo parquet, fa brillare due triple in transizione che accendono il Real.

Le merengues si fanno sotto, l’Olimpia ci impiega secoli a circumnavigare le difese avversarie, spesso senza successo e i madrileni iniziano a usare la transizione con veleno e ingordigia, sanno di poter mordere e si avvicinano al -3.

A questo punto Milano torna da Mirotic, che serve un fly by e un biglietto per il Montenegro per Yabusele. In questa fase, l’ex Barça è la differenza tra l’oblio e la gloria per i padroni di casa e il cristianesimo ortodosso al sapore balcanico diventa improvvisamente la religione del Forum.

Musa dipinge una tripla incredibile, il Real la sente sui nervi e il match diventa una bagarre di tensione, di colpi e contraccolpi, di momenti assurdi e dissonanti. È Il filo del rasoio del -3, quando Llull sbaglia il pareggio e Shields mette tutto nel sacco, il Real e la vittoria.

Elefanti, fame, attacco e difesa

Brevi considerazioni dalla sala stampa del Forum. Messina parla di troppo ottimismo sugli elefanti dalla stanza scomparsi, in riferimento alle sue dichiarazioni dell’ultima partita.

La squadra si blocca in attacco, come sempre, contro la fisicità e contro le avversità. È successo anche oggi, meno grave delle altre volte contro la migliore della lega.

Il lavoro può aiutare, certo c’è poco da sperare data la classifica e la vittoria ha solo il valore in sè di una buona prestazione, come Messina sa e conferma.

Mateo è invitato a parlare della fame dei suoi e della sua difesa. La fame blanca non può che scarseggiare data la classifica e le classifiche, ma l’allenatore della Casa Blanca evidenzia che il Real Madrid deve sempre voler vincere tutto. Una bella sveglia, di norma, non farà mai male.

La mancata difesa per il coach madrileno è stata la chiave dell’insuccesso, nel primo tempo. Non puoi pensare di vincere solo segnando, così Mateo ha condannato l’atteggiamento dei suoi. Salvo poi sottolineare la soddisfazione per la difesa merengue nel corso dell’anno, quando la sempre puntigliosa stampa di Madrid ha provato a stuzzicarlo.

Photo credit: Olimpia Milano Facebook

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