La morsa della Stella Rossa strozza l’Olimpia

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L’Olimpia viene travolta dalla fisicità della Stella Rossa

Un’aggressione fisica determinata, agonistica e spregiudicata della squadra di Sfairopoulos sgretola l’Olimpia, che si inchina e interrompe il percorso virtuoso dei più recenti impegni.

La Stella Rossa gioisce per 76-62 e aggancia Milano in graduatoria.

Olimpia loss againt Crvena Zvezda - Eurodevotion

La morsa serba e “la migliore gara difensiva dell’anno”

Le due squadre a inizio gara si equivalgono. Hall è fonte di gioco primaria per l’Olimpia, lavora su Nedovic, lo attacca, penetra e realizza per i suoi. Napier, pur partendo come play titolare, già non inizia quasi mai palla in mano.

La Stella Rossa è ruvida, Nedovic è guizzante in attacco e la partita procede senza troppe realizzazioni e con i punteggi delle due squadre molto vicini.

Gli ospiti, però, sul finale del primo quarto staccano Milano. Giedraitis in particolare, dall’arco in transizione prima, dall’angolo poi, è mattatore e l’Olimpia subisce a fine primo quarto il 23-15 serbo.

La squadra di Sfairopoulos inizia così a stritolare l’avversario in una morsa infernale. L’approccio a rimbalzo è di quelli dominanti sin dalle prime battute (8-3 il parziale nel primo quarto), gioca carte come Hanga su Napier e in generale schiera un backcourt che prevede contemporaneamente in campo Hanga, Teodosic e Giedraitis.

Una lineup nel backcourt letale per l’Olimpia tanto difensivamente, quanto offensivamente. Capace di soffocare l’esile parco esterni a disposizione di Milano e di esporlo su vari mismatch quando si tratta di attaccarlo.

L’Olimpia si trova di fronte a questo completamente impreparata e sforna un quarto da encefalogramma offensivo di una piattezza spaventosa. Il solo Bortolani sembra tentare un po’ di brio in una fase di gara che vedrà Milano a secco per 6′ consecutivi: in queste condizioni non puoi vincere una partita di Eurolega.

Un mutismo cestistico che segnala un’incapacità di scendere a patti con la fisicità della partita, che con i minuti è sempre più intensa. La Stella è minaccia costante sui portatori milanesi a metà campo e anche molto prima, contesta ogni rimbalzo offensivo, strozza sul nascere ogni transizione, facendo fallo quando il braccaggio fallisce o non è possibile.

Quando chiederemo i segreti di questo approccio a Sfairopoulos, così vigoroso dopo l’imprevista sconfitta contro l’Asvel, ci risponderà con il sorriso: Sono segreti del mestiere. Ma parlerà anche della “migliore gara difensiva dell’anno” per i suoi, che proprio in questa fase della gara aveva avuto uno dei suoi momenti più dirompenti.

La Stella si consolida, l’Olimpia reagisce

Il vantaggio cresce e la gara è illuminata da qualche magia di Teodosic, la prima una visione frutto d’invasamento soprannaturale per imbeccare il compagno in angolo, la seconda un suggerimento sublime a servire il roll del lungo.

La nemesi del Forum strappa in queste sparute occasioni addirittura qualche applauso nella casa dei suoi ex rivali.

La Stella Rossa scavalla la doppia cifra di vantaggio, ma potrebbe stare ancora più su dato il dramma offensivo dell’Olimpia. Bortolani è unica scintilla, ancora una volta, ma le lineup alte di Belgrado mettono in difficoltà anche lui e stremano l’Olimpia.

Lazic è un motorino di fisicità, anche Davidovac gioca da guardia alcuni minuti, ma è soprattutto Giedraitis a far pagare i due avversari, con quella sua capacità di tagliare il fronte avversario e di “ricciolare” veramente sublime.

C’è però Tonut per l’Olimpia, che prova a mettere un po’ di voglia per tentare un po’ di presa sulla gara. La Stella si appanna un po’, ma gli basta abbracciare l’attivismo di Bolomboy nel pitturato, capace di manovrare a suo piacimento e addirittura di posterizzare il primo tempo, metaforicamente e letteralmente. È sua la firma sul 47-31 della metà.

Quel punteggio è definitivo, forse non così tanto come si pensava in quel momento, ma già lo è.

Nonostante questo, al rientro dagli spogliatoi il volto dell’Olimpia è un altro, l’aggressività difensiva è vorace. Melli apre dall’arco e conduce i cuori biancorossi nelle tenebre.

Milano si scuote e arriva molto a ridosso della Stella Rossa. Perde un’occasione, quindi continua, cerca di esporre Teodosic e la sua difesa, ma non trova soluzioni ottimali, finisce ad attaccare senza nerbo improbabili mismatch piccolo-lungo e non quelli forse più netti lungo-piccolo. Sbatte contro il muro, torna a confondersi in attacco e piomba di nuovo sotto in doppia cifra.

La caduta, gli esterni e il filotto

Bortolani è di nuovo avanguardia biancorossa, spara da tre e riscuote i suoi. Hines si unisce, stoppa da un lato e appoggia dall’altro, quindi Napier si introduce nel pitturato serbo per la prima volta nel match.

Ma l’Olimpia si ferma ancora a pochi centimetri, con il contropiede buttato da Voigtmann e l’errore da tre di Tonut. Milano abortisce rimonte e l’autorevole tripla di Teodosic a 5′ dalla fine sembra già chiudere i conti. E di fatto li chiude.

E così Milano cosa si trova a stringere in mano ad oggi? Un’altra sconfitta e diversi interrogativi. L’ultimo inciampo biancorosso deriva da un reparto esterni che ha dei limiti al momento, per infortuni, per composizione e per stato di forma. Limiti esposti dall’atteggiamento e dall’organico della Stella Rossa.

Napier, che da chi scrive era considerato un salvatore, per quanto i salvatori della patria mai esistano, non sta ingranando. Ha migliorato Milano per il solo fatto di essere una point-guard, ma si è dimostrato sempre troppo poco lucido, tanto da spingere Messina a farlo giocare quasi da 2, visto la frequenza sempre più alta con cui inizia gli capita di iniziare i possessi senza palla in mano.

Abbiamo infatti chiesto al coach della gara e del momento dello statunitense e lui ha messo in evidenza la sua fatica a controbattere la fisicità che tanto spesso gli viene messa addosso, individuata come sua kriptonite.

In questo contesto, l’arrivo di un tiratore puro come McGruder non porterà cerco un pericolo in più palla in mano, quindi la dipendenza dalla resa di giocatori come Flaccadori e Bortolani continuerà a essere determinante.

In ogni caso, Milano non ha più alternative al filotto di vittorie e nelle prossime cinque ha Real, Pana e Barça, tre delle squadre più pericolose della lega. Con il giusto riguardo per Virtus e Fener, anche le tre più forti. Per Milano, è o elmetto o morte.

Photo credit: Olimpia Milano Facebook, Crvena Zvezda Facebook

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