La Supercopa è del Real: la decima arriva superando un’ottima Malaga

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Real campione di Supercopa 2023 dopo una finale gradevolissima. E’ il decimo titolo nella competizione per la “casa blanca”.

Il Real vince la Supercopa Endesa dopo una finale gradevolissima contro Malaga, superata 88-81 dopo che il primo tempo aveva fatto pensare ad un successo più semplice.

E’ il dodicesimo successo consecutivo in una gara della competizione, che vuol dire sesto titolo in un dominio impressionate che dura dal 2018.

LA GARA

Real senza Deck, che ha subito una botta nella vittoria di ieri col Barça, mentre è più pesante la situazione in casa andalusa, dove mancano Kravish, Lima e Sima.

Malaga parte forte, Madrid pare un poco pigra in difesa dove in fondo si fa rispettare soprattutto Eli Ndiaye. Il giovane che cancellò Nikola Mirotic a Kaunas riserva un trattamento notevole anche ad una vecchia volpe come Will Thomas.

Musa prosegue alla grande in attacco, oggi c’è anche Hezonja, non pervenuto ieri, mentre Yabusele, la cui forma fisica lascia qualche dubbio, vaga per il campo con pochissimo ordine prima di un cenno di risveglio sotto forma di schiacciata devastante.

Kendrick Perry è partito forte suonando la carica per i campioni di Copa del Rey, ma dopo 10′ è 21-17 Real, nonostante un allucinante 2/9 ai liberi.

Madrid prova a scappare ma qualche amnesia difensiva tiene l’avversaria comunque in scia. Un altro segnale positivo da Yabusele (tripla) ed un’intelligente gestione Rudy-Tavares confeziona il 32-23. Una sceneggiata di Osetkowski cerca l’antisportivo di Tavares, ma non dovrebbe neppure essere fallo, vista la distanza tra il gomito del capoverdiano e la faccia dell’americano-tedesco.

Ecco Campazzo, sinora silente: due magie ed è 40-29, massimo divario a favore dei blancos. Non si ferma il Facu, sono 8 di fila per lui ed è un 44-31 assai significativo per il Real.

La sensazione di una netta superiorità è evidente. Sarà così, ma non nella forma che credevamo.

Malaga è squadra vera, non lo scopriamo oggi, e ci prova. -4 poco dopo la metà del quarto. Osetkowski ci prova ancora con due mosse da consumato attore, ma non ci casca nessuno. Pensasse a settare meglio i blocchi sarebbe già un passo avanti.

Intanto Carter manca la tripla apertissima per il -1 e dall’altra parte Tavares riporta i suoi a +7.

E’ momento chiave della finale, lo si percepisce facilmente. Incredibile, altra simulazione di Osetkowski, roba veramente spiacevole.

Il Real non attacca più: Campazzo, Musa ed Hezonja contemporaneamente in panchina convincono il giusto, così come il quintetto con tre super veterani (Chacho, Causeur e Rudy) unitamente a Ndiaye e Tavares.

Da 49-35 arriva clamorosamente il sorpasso Unicaja: 56-54 ad 1′ dal termine del periodo.

Tornano SuperMario ed il Facu: 7-0 ed è 61-56 Real quando manca solo l’ultimo quarto.

L’Osetkowski che ci piace è quello da 6 punti di fila, che diventano 8 poco dopo. Malaga va anche a +3 quando mancano meno di 7′.

Campazzo mette due liberi, ruba una palla spettacolare a Diaz e poi innesca Poirier: nel mezzo, ma guarda un po’, in un momento fondamentale, appare Sergi Llull con una tripla “ignorante”. E’ 75-69 Real.

La difesa blanca sale di colpi e l’attacco beneficia del rientro in campo di chi ha maggior talento, tuttavia la squadra di Navarro non molla.

Contatto sospetto Musa-Osetkowski (strano), piccola scaramuccia, ma c’è Yabusele, sulla via di Damasco…, a predicare calma.

E’ sempre il Facu a dominare: l’innesco di Poirier viene ripetuto diverse volte ed è proprio il francese a sigillare il successo, nonostante un Kendrick Perry che non vuole arrendersi e tocca quota 17 con 5 assist.

E’ “decima” anche qui per il Real, sono applausi convinti per Malaga ed Ibon Navarro, squadra che sarà certamente protagonista anche quest’anno.

LE CHIAVI

Complessivamente è il valore dei singoli e della squadra ad aver marcato la differenza.

I corpi madrileni sono enormemente superiori per stazza e tecnica a quelli andalusi e la faccenda pesa eccome in campo.

Nel momento in cui soffre Tavares ecco Poirier, Ndiaye incomincia e prosegue Yabusele: troppe le frecce di cui dispone Chus Mateo, peraltro utilizzandole al meglio.

Di Ndiaye, nato nel 2004, come detto sopra non si può che tessere l’elogio. A Kaunas fece a pezzi Mirotic, oggi ha cancellato Will Thomas che è diventato protagonista solo quando il giovane rivale non è più stato in campo. Se questo ragazzo trova decenti percentuali all’arco siamo di fronte a prospettive assai elevate.

Come ha detto Ibon Navarro in sala stampa se vuoi vincere queste partite serve segnare da tre con una certa precisione: 6/20 non basta, anche se hai giocato una partita di grade sacrificio, resilienza ed applicazione.

MVP

Vi ricordate chi fu MVP nel 2020 in Supercoppa, edizione di Tenerife? Tale Facundo Campazzo da Cordoba.

Ecco ci risiamo, sempre lui, solo lui!

Sarà pure “secondario” il titolo di MVP, ma intanto riparte da dove aveva lasciato con una certa abitudine a sollevare trofei di squadra come individuali.

Sembra che non abbia mai smesso i colori bianchi, è un piacere per gli occhi ed un immenso piacere per il suo allenatore e per i suoi compagni.

Rispetto al passato sembra perfino un po’ più realizzatore in proprio: ci mancava pure questa. Chiude con 17+3+5 e 6/9 dal campo.

Sarà uno spettacolo rivederlo per un stagione intera.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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