362 giorni dopo, Virtus-Olimpia. Oggi è eccellenza europea

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Virtus-Olimpia, finalmente. Questi inusuali 7/8 giorni di stop (ma perchè?) dopo le semifinali sono sembrati lunghissimi. Ma l’attesa è cominciata quasi un anno fa…

362 giorni da quell’11 giugno in cui la Virtus scrisse una pagina tanto importante quanto inattesa della sua storia.

362 giorni da quell’11 giungo in cui l’Olimpia si ritrovò addosso l’onta di un 4-0 che nelle parole dello stesso Coach milanese «non ci darà pace finché non lo avremo vendicato».

362 giorni dopo ci risiamo. Bologna contro Milano, Virtus contro Olimpia, Scariolo contro Messina, il club di Massimo Zanetti contro quello di Giorgio Armani.

Toni Cappellari |Eurodevotion

La Finale di LBA 2022 vale senza alcun dubbio l’eccellenza del basket europeo. Forse solo un “clàsico” di Spagna può essere superiore, ma proprio in quel forse sta la grandezza di questa sfida.

Il respiro europeo è evidenziato dai fatti. Bologna annovera due trionfi continentali nelle ultime 3 stagioni (BCL ed Eurocup) e si è guadagnata sul campo il diritto a partecipare alla prossima Eurolega. Milano è andata ad un tiro dalla finale del massimo trofeo continentale lo scorso anno ed ha lottato contro i futuri campioni dell’Efes con grande spirito nei Playoff di questa stagione, seppur colpita da qualche assenza determinante.

Non poteva essere diversamente se vi sono due proprietà come quelle di Zanetti ed Armani, non lo poteva essere se in panchina ci sono due straordinari condottieri come Scariolo e Messina. Ma proprio in questa fase non va dimenticato Sasha Djordjevic, l’uomo che ha contribuito in maniera fondamentale alla costruzione delle V nere vincenti di oggi ed ha dominato tecnicamente con le sue scelte tattiche la finale del 2021.

Tra un paio di settimane avremo un campione ed una squadra che non lo sarà. Ci piace pensare che quest’ultima non sarà sconfitta ma sarà soltanto stata superata da un’avversaria che si sarà dimostrata migliore.

Lo sport è fantastico nelle sue gesta e lo è anche nella sua crudeltà. Nessun albo d’oro ricorderà chi non si guadagnerà 4 vittorie sul campo, ma per come la vede chi scrive sarà comunque doveroso l’apprezzamento della prestazione e di tutto il lavoro che c’è dietro.

Ed è proprio questo il lato che ci fa mare questo gioco alla follia (ma varrebbe per qualunque altro sport ci attraesse in tal modo): il lavoro che c’è dietro alla costruzione di sistemi e squadre delle quali alcune trionfano ed altre invece non si guadagnano il dovuto riconoscimento della storia.

Lo abbiamo vissuto proprio di recente, per l’ennesima volta, a Belgrado. L’Efes è nella storia, gli errori dello staff di Madrid ci entrano dalla porta sbagliata, ma la più grande impressione di crescita e di lavoro straordinario ci è arrivata dall’Olympiacos e dalla personalità di Georgios Bartzokas.

Realismo, concretezza, conoscenza dei propri limiti e voglia di rimettersi subito al lavoro per superarli. Quelle cose che abbiamo riconosciuto ed apprezzato nei “reds” sono parte integrante della Bologna e della Milano che si sfidano da questa sera.

Così diverse, così solide, così vogliose di andare oltre i propri limiti.

La Virtus ha costruito, dall’arrivo della proprietà Segafredo, un percorso che ha vissuto tappe difficili ed ha saputo viverle tutte, nessuna esclusa, come momenti di crescita e di lucida valutazione di quanto fosse necessario per fare un passo in più nell’occasione seguente. Oggi, senza alcun dubbio, ha già acquisto uno status di progetto europeo di valore, come riconosciuto dalla maggior parte dei commentatori continentali.

La Milano dell’era Messina è passata dallo status di perenne perdente in Europa, incapace anche minimamente di competere in maniera reale, a quello di squadra (e club) seria, solida ed alla continua ricerca della miglior versione di se stessa. Lo sanno tutti in Europa oggi, anche tutti quelli che fino a qualche ragione fa ridacchiavano dei progetti falliti all’ombra della Madonnina.

Virtus e Olimpia

Il fatto che questa rivalità profonda diventi una consuetudine a livello nazionale dà grande prestigio a questa finale che, come già detto, vale il meglio del Vecchio Continente.

Ci sono due tifoserie assai differenti dietro ai colori bianconeri e biancorossi, ci sono due modi di vivere la pallacanestro opposti e questo rende il tutto ancora più appassionante. “Basket City”, da una parte, con la sua dose di conoscenza del gioco e di passione che ha pochissimi eguali. La città che è motore nazionale da tanti punti di vista dall’altra, che soffre un po’ la presenza di Inter e Milan a livello di popolarità, ma che nell’esprimere il suo supporto ai propri colori ha storicamente dimostrato grande sportività ed una capacità di vivere i tanti campioni in maniera qualitativa.

Questa sera non scenderanno in campo Villalta e Bonamico, Brunamonti e Van Breda, Generali e Rolle, piuttosto che D’Antoni e Meneghin, Mc Adoo e Premier, Boselli e Pittis, tra i tanti che hanno scritto quelle pagine indimenticabili che ci hanno fatto appassionare a questo straordinario sport.

Ci saranno però Rodriguez e Hines, Datome e Melli, Teodosic e Hackett, Belinelli e Shengelia, tra i tanti che oggi fanno sognare.

E’ opinione abbastanza diffusa dai tanti pareri che si leggono in questi giorni che la Virtus sia favorita ed a rigor di logica sembrerebbe così. Più profonda (oggi), più completa ed in grado di esprimere una pallacanestro migliore qualitativamente. Siamo d’accordo. Ma ciò che ci fa riflettere a fondo è il fatto che la Milano “shorthanded” delle ultime 5 settimane annoveri campioni clamorosi, gente che oltre a mollare difficilmente è in possesso di doti tecniche di valore assoluto. Pronosticare una sconfitta in partenza per gente come Hines, Gigione, Melli ed il Chacho è francamente operazione che non ci convince per nulla.

E poi i Coach, di cui vi abbiamo già parlato descrivendone la grandezza. Non vediamo l’ora di scoprirne tattiche ed accorgimenti, soluzioni ed accoppiamenti. Mamma mia che spettacolo!

Bologna-Milano sarà bellissima, è l’unica certezza che abbiamo insieme al sogno di vedere una gara 7 che già di suo vorrebbe dire storia.

Non sappiamo se vincerà il più forte, di certo vincerà il migliore. Apprezzeremo ed applaudiremo tutti.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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