La lavagnetta di Eurodevotion #1: la difesa del CSKA

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Il conteggio ricomincia da uno per la lavagnetta di Eurodevotion, che torna a svolgere il compito ormai noto ai nostri lettori: analizzare l’avversaria di turno dell’Olimpia Milano. A differenza di quanto abbiamo quasi sempre fatto, stavolta la nostra stagione parte dalla difesa; in particolare, dalla difesa del CSKA di Dimitris Itoudis.

I moscoviti hanno già dato grandi prove di forza vincendo la Supercoppa VTB e le prime uscite in campionato. Il talento offensivo a disposizione dell’Armata Rossa è chiaro ormai a chiunque si intenda un minimo di basket europeo. Parlare della difesa del CSKA è invece meno scontato, ma forse ancor più importante a livello di campo. Soprattutto a inizio stagione, quando i meccanismi offensivi non possono ancora essere ben oliati. E quelli di Milano sono ben lontani dall’esserlo. Via dunque all’analisi, grazie al materiale video di Matteo Puzzuoli.

Come funziona la difesa del CSKA

Un’efficiente azione di cambio negli ultimi secondi della difesa del CSKA

Concentriamoci su quanto si vede nel video, che mostra gli ultimi dodici secondi di un’azione offensiva dello Zenit durante la finale della Supercoppa di VTB League. La difesa del CSKA in questo caso si mostra efficiente per una serie di motivazioni, sia individuali sia di squadra. Le analizziamo nel dettaglio.

Prima di tutto, mentre è facile difendere sull’handoff di spostamento che avviene in ala destra, va elogiato il lavoro fatto da Iffe Lundberg contro Billy Baron, che esce da un blocco a scendere piazzato da Jordan Mickey. Baron si crea la separazione necessaria a ricevere, ma Lundberg è bravo a sprintare dietro di lui (in gergo, lo insegue a treno) e a rimettersi in una decente posizione difensiva prima che possa arrivare il secondo blocco di Mickey, questa volta in situazione di pick and roll.

A dire il vero, aiuta anche lo scadente timing del centro in maglia bianca, che arriva mezzo secondo in ritardo, trovandosi così a giocare il pick and roll quando ormai Baron ha perso la spinta dell’uscita dinamica.

A questo punto, con soli otto secondi sul cronometro dei ventiquattro, la scelta della difesa del CSKA è quella di cambiare su tutto, come fa in questo frangente Nikola Milutinov. Il serbo è bravo a reggere contro l’esterno avversario, forzandolo sulla mano debole e costringendolo a un layup piuttosto complicato, senza richiamare gli aiuti dei compagni.

Mickey, dal canto proprio, prova a sfruttare il proprio mismatch fisico gettandosi aggressivamente a rimbalzo d’attacco. Ma, una volta che il lungo americano ha preso la palla, i moscoviti sono bravi a collassare, e Alexey Shved, arrivando da dietro, riesce a stoppare il tentativo di Mickey e a propiziare il contropiede chiuso da Lundberg.

Gli sforzi individuali di Lundberg e Milutinov, uniti a quello collettivo di squadra a rimbalzo in una situazione di mismatch ci fanno capire a che livello sia la difesa del CSKA, pur essendo solo l’inizio della stagione.

Come si batte: la difesa del CSKA

Come si può scavalcare con costanza il muro eretto da una difesa di questo livello? Leggendo e avendo pazienza. Va bene, detto così sembra non aver alcun significato ciò di cui stiamo parlando, poniamo degli esempi pratici, concentrandoci sui due principali eventi del video: il blocco di uscita per Baron e il pick and roll successivo con cambio.

Su quel primo blocco senza palla, è necessario non andare a memoria per eseguire semplicemente i giochi, come fa invece Mickey nel video. Prestando attenzione, si nota come ci sia un momento in cui Milutinov è sbilanciato in avanti rispetto all’americano. L’area è libera perché il resto della difesa del CSKA è preoccupato dai tiratori. Bisogna punire tagliando verso il ferro. Leggendo quindi, non eseguendo.

Parlando, poi, del pick and roll, queste situazioni creano un chiaro vantaggio se avvengono nel flusso, cosa che qui non succede. Infatti, tra la ricezione di Baron ed il blocco sulla palla di Mickey passa quel mezzo secondo che permette alla difesa di gestire la collaborazione partendo, di fatto, da ferma.

Infine, con otto secondi si deve provare a cercare, primariamente, il vantaggio del lungo vicino a canestro dopo il cambio a due, non accontentandosi del primo uno contro uno disponibile. Anche perché questa ricerca può allarmare chi difende sulle sponde, aprendo così spazio per tiri aperti dei tre giocatori non coinvolti nel pick and roll. La Milano di quest’anno, che ha più gioco in post basso con Nicolò Melli e Dinos Mitoglou, deve provare a ragionare così.

In questo genere di situazioni non c’è più Kevin Punter, che risolveva spesso e volentieri. La pazienza di provare ad andare vicino al ferro, per vedere se si crea anche dell’altro, è vitale.

Flusso, pazienza, letture. O tutto questo o nell’attacco a metà campo la notte del Forum sarà un incubo per l’Olimpia Milano.

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