La partita più emozionante della serata. Olympiacos-Khimki disputata ieri sera al Pireo ha regalato emozioni per cuori forti. Quelli di Spanoulis e Shved, divinità del playmaking ad Atene coadiuvati da Prinezis, Milutinov per gli ellenici, Booker ed Evans per la squadra di coach Kurtinaitis costretta ad arrendersi alla squadra di casa dopo 45 minuti di gioco.
C’è voluto un overtime per decidere la contesa in favore dei greci, ora ad una sola vittoria dall’Olimpia Milano di coach Messina ottava e ad oggi l’ultima squadra a partecipare alla post-season di Turkish Airlines Euroleague.
Eurodevotion, entra come sempre dentro la sfida analizzando per voi il 109-98 finale, con le 5 situazioni che hanno deciso una sfida da palati fini.
- 2. I punti del Khimki all’overtime. Capacità difensiva e dare il massimo per tutta la partita nel finale ha dato la spinta all’Olympiacos. D’altro canto male i russi: solo 2 punti negli ultimi 5 minuti sono la tegola che ha inevitabilmente indirizzato l’incontro in favore dei padroni di casa.
- 17. Le palle perse dal Khimki. Se si deve essere una squadra pronta a competere per i Playoff bisogna essere un meccanismo ben assortito e capace di sopperire in difesa alla pessima gestione offensiva. 109 punti e 17 palle perse al Pireo sono un dato significativo e decisamente da cancellare il prima possibile per Shved e soci.
- La lotta fra giganti: che spettacolo il Front-court. Lo abbiamo detto in apertura: Booker, Evans da una parte Milutinov e Printezis dall’altra, impattano in maniera devastante la partita e s’intervallano come protagonisti sotto le plance, rendendo sempre più viva la sfida. Fondamentale ambo i lati i loro apporto numerico per lo spettacolo e l’intensità della sfida del Pireo.
- Alexey Shved. Predicatore nel deserto. Chi scrive si fa avanti a gran voce per questo giocatore: ha bisogno di un’altro grande ambiente. Vero che è il padrone, la punta di diamante della squadra di coach Kurtinaitis, ma merita grandi successi in Turkish Airlines Euroleague. Ha probabilmente sulla coscienza l’ultimo possesso nei tempi regolamentari, ma 36 punti e 9 assist in 40′ sul parquet certificano l’autenticità dell’essere fenomeno in Europa.
- Vassilis Spanoulis: non muore mai il cuore di un campione. Non vince Printezis il premio di MVP della sfida, ma un signore che a 37 anni sceglie sempre il momento giusto per decidere una sfida. La tripla del 96-96 arriva dopo un terribile 1/7 da dietro l’arco, ma è fondamentale per il trascinante overtime dei suoi. 16 punti e 10 assist cruciali per una classifica che ora permette di far sognare gli ateniesi. Quelli del Pireo, perchè ad OAKA è tutta un’altra storia.