Real-Joventut, il Wizink è “blanco”, ma che Penya!

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Real-Joventut è stato il “partidazo” della domenica di Liga. Al Wizink Center vince la squadra di Laso ma gli uomini di Carles Duran sono squadra vera.

21/9 il record “blanco”, 20/10 quello “verdinegro” alla palla a due. In palio c’è il secondo posto, con rischio di finire, in caso di sconfitta, anche quarti vista la W di Valencia.

All’andata fu dominio madridista con una prova magistrale: 71-90 con gli 8041 del Palau Olimpic zittiti dal 29-52 della seconda metà della gara.

Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Era il 9 gennaio, la gara era stata posticipata per i problemi di Covid nella capitale, ma il momento era quello del Real dominante ovunque. Poi sappiamo cosa sia successo dopo qualche settimana agli uomini di Laso, ritrovatisi però magicamente negli ultimi 15 giorni per portare a casa l’ottava partecipazione ad una Final 4 da quando c’è il vitoriano sul pino. La Penya andava bene in Liga e benissimo in Eurocup: l’uscita di settimana scorsa contro Ulm è stata poi incubo da cui non è facile riprendersi.

Il verdetto del campo ha detto 99-89 per i padroni di casa che vincono la sesta di fila tra Liga ed EL.

Il Real la deve vincere almeno tre volte e l’ultima è decisiva.

Scappa nel primo quarto (29-18), sembra allungare quasi definitivamente sul 42-28 ma la Penya non molla e con un parzialone chiude i primi 20′ sotto di un solo punto (47-46).

Altra fuga ed altro quarto, il terzo, da 29 punti con 23 subiti, ma un recupero di Ribas capitalizzato da Feliz porta la gara in parità sull’83-83 a 6′ dalla fine.

L’ultimo allungo è quello decisivo, con Hanga, Yabusele, Poirier e Llull a confezionare il 10-0 che chiude la sfida.

53 punti arrivano dal trio Poirier (16+8), Hanga (20) e Yabusele (17).

Quest’ultimo, come il suo connazionale, non sbaglia un tiro e gioca la partita perfetta. Non è un caso che la crisi sia stata messa alle spalle nel momento in cui “Yabuson” (copyright Fran Fermoso, voce di Movistar +) è tornato ai livelli dei primi 4 mesi. Quanto sembrano lontani, pur non essendolo, i tempi della famosa multa per comportamento poco professionale, al solito mai ufficializzata da un club che le cose delicate le tiene al proprio interno e lascia parlare gli altri.

Laso ha ritrovato la squadra dalla doppia dimensione offensiva pressoché immarcabile. Si tira, tanto, da tre e si ha una presenza al ferro inquietante per qualsiasi avversario. La difesa sa tenere benissimo, ma la chiave che ci ha riportato il Real vero è il ritmo di entrata nei giochi: quando la transizione è rapida e le soluzioni sono ricercate da subito questa squadra non ha eguali. Se non sta tutto lì poco ci manca…

Ante Tomic, nonostante qualche fischio di troppo da una tifoseria che una volta era sua (ma gli anni del Barça non si dimenticano da queste parti) gioca un “partidazo” da 25 con soli 3 errori, anche se due soli rimbalzi paiono pochini. Pau Ribas è l’altra metà dell’anima catalana, mentre Andres Feliz non è solo cuore come pensano in tanti.

Ovvio che Brodziansky manchi eccome in questo sistema, ma la squadra c’è eccome. Joel Parra, recentemente votato come miglior giovane della lega (strameritato!) fa cose che lasciano a bocca aperta, anche non in una delle sue serate migliori complessivamente.

Gli uomini di Carles Duran restano in lizza per un posto tra le prime quattro, che vuol dire fattore campo nel primo turno di Playoff, ma il cammino non sarà facile: trasferta a Murcia, in piena lotta per la postseason, poi in casa con Obradoiro, potenzialmente ancora invischiato nella lotta salvezza, ed infine viaggio a Vitoria contro il Baskonia.

Si vede in campo, per 2’41”, il 19enne ungherese Zsombor Maronka, ala di 208cm. Interessante, molto: il serbatoio di talento della Liga è infinito.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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