Il Maccabi Tel Aviv si è imposto per 82-85 in trasferta contro il Valencia Basket al termine di una sfida intensa e ricca di emozioni. I taronja, la squadra più in alto in classifica senza essere in possesso di Licenza A, hanno dichiarato apertamente che il proprio obiettivo è quello di disputare i Playoff, che permetterebbe loro di tornare a militare in Turkish Airlines Euroleague l’anno prossimo, e poter quindi pianificare la squadra in quest’ottica. Per ottenere questo risultato, però, Jaume Ponsarnau e i suoi dovrebbero cercare di cambiare la dinamica dei finali di partita decisi punto a punto, che gli spagnoli tendono a perdere quasi sistematicamente.
Dal canto suo, il Maccabi Tel Aviv, nonostante i vari infortuni, continua ad essere una bella favola di quest’edizione della competizione europea, in piena corsa per un posto tra le teste di serie nella post-season.
Analizziamo in cinque punti quanto avvenuto alla Fonteta di Valencia.
- Quando il boxscore non dice tutto
Osservando le statistiche del computo della partita, Valencia Basket e Maccabi Tel Aviv si sono praticamente equivalse in tutto. Il risultato è stato il bilico praticamente fino alla fine e le due squadre hanno messo assieme numeri simili. Se però c’è qualcuno che, rientrato tardi a casa, si è sintonizzato sulla sfida disputata nella bella cittadina spagnola solo in occasione dell’ultimo quarto, la sensazione di controllo della partita da parte del Maccabi è stata quasi totale. Gli uomini di Ioannis Sfairopoulos si sono dimostrati più cinici, più ‘clutch’ nelle fasi decisive della sfida.
- La sofferenza valenciana negli ultimi minuti
Il Valencia Basket, dopo un parziale sfavorevole di 0-8 a inizio partita, si è rimboccato le maniche e ha saputo rimontare, staccando i rivali nel secondo quarto (38-33 all’intervallo) e toccando il +10 durante il terzo periodo. Poi però i taronja non sono riusciti a mantenere il risultato, anche se, al contrario di altre rimonte subite, come ad esempio contro il Barça due settimane fa o a Milano a fine dicembre, la sensazione non è stata quella di “aver buttato via una partita vinta”, ma quella di soccombere a una squadra che, nel momento critico, ne ha avuto di più.
- Il talento di Tyler Dorsey e Scottie Wilbekin
Quando il gioco si fa duro… Compaiono i campioni. In quest’edizione dell’Eurolega, con così tanto equilibrio e dieci squadre nel giro di tre vittorie a lottare per il settimo e l’ottavo posto, non è mai facile vincere in trasferta contro una delle compagini che si trova immersa in questa battaglia. Senza il talento dai 6.75 dimostrato da Tyler Dorsey (19 punti con 4/8 in triple, 5 assist, 2 rimbalzi e 25 di valutazione) e Scottie Wilbekin (20 punti con 6/11 in triple), il Maccabi non sarebbe uscito vittorioso dalla Fonteta.
- Valencia Basket, una squadra corale
Il Valencia Basket continua ad essere fedele al suo gioco, nel quale tutti gli attori si ritagliano il proprio ruolo di importanza. Bojan Dubljevic è stato ancora una volta l’MVP dei suoi, con 19 punti, 3 rimbalzi e 20 di valutazione. Ma anche le comparse godono sempre di uno spazio importante: Fernando San Emeterio con i suoi buzzer-beater, Maurice Ndour apportando energia sotto canestro, Quino Colom distribuendo assist ai compagni, Louis Labeyrie efficace a tutto campo… Con tutte queste armi al proprio arco e con la versatilità, non ci sono dubbi che i valenciani lotteranno fino alla fine per qualificarsi per la post-season.
- Deni Avdija, un prospetto in odore di NBA
Passata la trade-deadline e l’All-Star, negli Stati Uniti il mondo NBA si divide in due: quelli che pensano alla post-season, e quelli che, senza troppe velleità di culminare la regular-season nella parte alta della classifica, si dedicano a pianificare il futuro, iniziando dal Draft. E dalla seconda metà di febbraio in poi, quindi, i giovani prospetti europei in “odore” di NBA passano ad essere osservati speciali. È il caso del giovane israeliano-kosovaro Deni Avdija, figlio d’arte e classe 2001, che in occasione delle ultime tre partite è andato in doppia cifra ripagando appieno la fiducia di coach Sfairopoulos, e che i vari esperti collocano nel Top-10 del prossimo Draft. Il ragazzo sembra pronto a dare il grande salto.